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Olimpico di Roma
12/03/1995
h.15.00
ROMA - TORINO 1-1 (1-1)
Roma
: Cervone, Annoni (al 63' Lanna), Aldair, Statuto, Petruzzi, Carboni, Cappioli, Piacentini, Balbo, Giannini, Fonseca. A disposizione: Lorieri, Benedetti, Colonnese, Maini. All: Mazzone.
Torino: Pastine, Pessotto, Lorenzini, Falcone, Torrisi, Angloma, Rizzitelli, Bernardini (all'80' Sinigaglia), Osio (al 57' Mercuri), Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Simoni, Longo, Marcao. All: Sonetti.
Arbitro: Amendolia di Messina.
Reti: Rizzitelli 8' (T), Fonseca 40' (R).
Spettatori: 52.687 di cui 39.087 abbonati e 13.600 paganti.
Note: Ammoniti Statuto, Fonseca, Annoni, Falcone, Mercuri, Lorenzini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 marzo 1995]
La musica cambia. Sonetti lo aveva promesso. E una promessa, con tanto di silenziatore (niente urla e braccia alzate davanti al suo ex pubblico), mantiene Rizzitelli, il quale segna il gol che apre la gara e che verrà impattato soltanto da una grande sventola di Fonseca, su calcio piazzato. E' così che il Toro cancella un tabù. Addio, dunque, alle sconfitte fuori le mura. Non succedeva dal 4 dicembre, quando il plotone Sonetti andò a pareggiare a Napoli. Dopo, il buio. Il punto stavolta è oro colato. Perché non era facile prendere alla lettera le istruzioni del tecnico granata, visto che la bontà e l'efficacia della musica dipende dai suonatori. L'orchestra granata attualmente ha tanti maestri, o strumenti fate voi, fuori uso: alle assenze scontate e pesanti di Scienza, Silenzi, Pellegrini e Sogliano si aggiunge, all'ultimo istante, quella di Maltagliati (torcicollo). E il buon Nedo sa quanto gli avrebbe fatto comodo il suo marcatore ad alto rendimento contro la Roma. Che nella circostanza può di nuovo utilizzare Fonseca, uno dei desaparecidos del gol (a secco dal 27 novembre) in campionato. Grande quanto obbligato il rimescolamento di carte operato da Sonetti per inseguire schemi e risultato. E per far fronte, senza beceri ostruzionismi, a una Roma decisamente più completa, meglio dotata tecnicamente e capace di gestire per grande parte del match il gioco. Se non sa finalizzarlo non è certo colpa del Torino. Così Pessotto e Lorenzini si occupano delle corsie esterne, Torrisi fa il battitore, mentre Falcone e Angioma (migliore in campo) si occupano di Balbo e Fonseca. Ma anche a centrocampo va presentato qualche cosa di inedito in situazione di emergenza, perciò al servizio di Pelé e Cristallini si mette con grande umiltà e buona resa il giovane Bernardini, subito sintonizzatosi con i colleghi sia sull'onda agonistica (pressing ed entrate decise) sia nell'ordine tattico. Rizzitelli non ha Silenzi vicino ma Osio, che dopo una ventina di minuti di fiammate e di impegno (colpi di testa nella sua area) si spegne via via, fino ad obbligare Sonetti a sostituirlo con il giovane Mercuri. E proprio il Primavera va a sostenere (dal 12' del st) la zona esterna destra, insieme con Cristallini (Pessotto cambia settore), dove evidentemente il tecnico avverte l'urgenza di un duplice tampone più sostanzioso. E lo stesso Pessotto, più a suo agio a sinistra, trae benefici dal cambiamento. Detto che il Torino sfodera una prova gagliarda che nasce dallo stato di necessità, va spiegato che il pari è anche figlio dell'imprecisione delle lance romaniste: Balbo si fa pescare spesso in fuorigioco, e almeno in tre circostanze (7', 12' e 19') dovrebbe finalizzare altrimenti lo schema (clamorosa la palla sciupata su assist di Cappioli). Fonseca confeziona uno show concluso da Statuto su Pastine, un piazzato che strega il portiere granata. La Roma denuncia l'influenza di Giannini che va al trotto e suggerisce palloni al ralenti, quando la difesa torinista è piazzata. E' insomma una squadra dalle idee confuse e imprecisa un po' ovunque. Piace soprattutto Cappioli che cerca (invano) gloria ovunque. Sul versante torinista raccolgono buon gradimento Lorenzini, Angloma, Bernardini e Rizzitelli. Pastine fa ottime cose, ma le alterna con incertezze strane. Ma tutta la squadra regge con orgoglio. Se la fortuna le dà una mano tanto meglio. In simili circostanze non è il caso di andare troppo per il sottile. Altro merito dei granata: subiscono un gol su doppio fuorigioco (Balbo e Fonseca), Amendolia convalida. Stavolta i ragazzi ascoltano le raccomandazioni di Sonetti e anche se con buone maniere protestano. Il guardalinee dice all'arbitro che hanno ragione. E tutto finisce in gloria.