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San Nicola
07/05/1995
h.16.00
BARI - TORINO 3-1 (2-1)
Bari
: Fontana, Montanari, Annoni, Ricci (al 60' Barone), Amoruso, Marangon, Mangone, Gautieri, Bigica, Protti, Gerson, Guerrero (al 66' Sassarini). A disposizione: Alberga, Alessio, Tovalieri. All.: Materazzi.
Torino: Simoni, Angloma, Pessotto (al 55' Sinigaglia), Falcone, Torrisi, Maltagliati, Rizzitelli, Scienza (al 63' Osio), Silenzi, Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Piazza, Sogliano, Bernardini. All.: Sonetti.
Arbitro: Borriello di Mantova.
Reti: Bigica 2' (B), Rizzitelli 31' (T), Gerson 41' (B), Protti 80' (B).
Spettatori: 21.720 di cui 10.146 abbonati e 11.574 paganti.
Note: Ammoniti Cristallini, Protti, Gautieri, Sassarini e Bigica, espulso Silenzi.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 8 maggio 1995]
Finisce al San Nicola il sogno europeo del Toro. Il Bari ipoteca la salvezza con tre punti pesanti e meritati contro una squadra che, nella giornata decisiva per spiccare il volo verso la possibile qualificazione in Uefa, smarrisce il carattere, una delle qualità fondamentali esibite in questa stagione che rimane, comunque, più che positiva. O, forse, questo Torino non è ancora maturo per il salto di qualità. Come andare fino a Roma senza vedere il Papa: questa, con una battuta, potrebbe essere la morale della "favola" del Toro, salvato dal fallimento e reinventalo da Calleri e poi plasmato e bene impostato tatticamente da Sonetti. Un Toro che ha regalato ai tifosi soddisfazioni (due derby vinti) ed è andato oltre le più rosee previsioni di Calieri. Tuttavia, poichè l'appetito vien mangiando, anche il presidente cominciava a fare un "europensicro", e sabato aveva immaginato uno "spareggio Uefa" fra 15 giorni a Firenze. Ma il Bari di Materazzi, l'allenatore col quale Calieri aveva ricostruito la Lazio, gli ha fatto un brutto scherzo. Vatti a fidare degli amici.. Anche se non avevano sfruttato al meglio i due precedenti impegni casalinghi (pareggi con Sampdoria e Napoli), i granala erano rimasti in corsa per l'Europa grazie ai risultali negativi delle dirette rivali. E, potenzialmente, avevano i mezzi tecnici per espugnare Bari, unica squadra che, prima di ieri, aveva accumulato più punti in trasferta (19) che in casa (13) e che, battendo il Toro, è rientrata nella normalità. Eppure il Bari aveva tremato, vedendo la grande reazione del Toro dopo il gol a freddo, su punizione-bomba di Bigica, al 2'. Un magnifico spunto di Angloma consentiva a Rizzitelli di realizzare il suo 15° gol e di rimettere in discussione il risultato. E nulla sembrava ancora compromesso dopo il bis di Gerson, sempre sugli sviluppi di un calcio piazzato. Ma Silenzi ha poi perso la testa, facendosi espellere sul 2-1 ad una ventina di minuti dal termine, quando il Bari appariva in fase calante ed era meno organizzato. Materazzi, in apertura di ripresa, era stato costretto a rivoluzionare la retroguardia per l'infortunio occorso a Ricci in uno scontro con Angloma: lo sostituiva Barone, che si piazzava su Cristallini, e il libero diventava Amoroso, con gli spostamenti di Mangone su Silenzi, Montanari su Rizzitelli e Gerson su Pelè. In dieci, il Toro sfiorava con Scienza e Rizzitelli il pareggio ma poi crollava, incassando il terzo gol. Ma se "Pennellone" si lasciava tradire, "una tantum", dai nervi, altri suoi compagni hanno deluso. Dal pacchetto difensivo, infilato da Gerson nell'azione del raddoppio barese, a Pelè che non è riuscito ad entrare in partita con l'abituale incisività. All'andata, l'asso ghanese era stato uno degli artefici del successo, firmando il 2-0 insieme con Silenzi. Ieri, Materazzi l'ha bloccato con Montanari, uno specialista nel marcamento a uomo, e poi dopo l'uscita di Ricci gli ha appiccicato addosso Gerson. Pelè non ha fatto la differenza ma non si può pretendere che giochi sempre al cento per cento e offra il massimo rendimento per tutta la stagione. Caso mai era lecito chiedere di più a Silenzi, che rientrava dopo la squalifica ed era riposato. Prima del cartellino rosso che ha chiuso in anticipo la gara di Silenzi, il Toro aveva perso Pessotto per infortunio. L'uscita del fluidificante, sostituito da Sinigaglia, toglieva ai granata l'uomo di spinta fondamentale sulla sinistra, cosi come lo era stato sulla destra Angloma, il migliore tra i granata, con Rizzitelli. Angloma e "Rizzigol" non sono bastati per sfatare una tradizione negativa che, a Bari, dura da un quarto di secolo, dall'8 marzo 70 quando vinse l'ultima volta per 1-0 con un gol di capitan Giorgio Ferrini.