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Euganeo
17/09/1995
h.16.00
PADOVA - TORINO 1-1 (1-1)
Padova
: Bonaiuti, Sconziano, Gabrieli (al 62' Coppola), Cuicchi, Lalas, Giampietro, Longhi, Nunziata, Galderisi (al 58' Ciocci), Kreek (al 53' Fiore), Amoruso. A disposizione: Dal Bianco, Rosa. All.: Sandreani.
Torino: Biato, Angloma, Milanese, Moro, Maltagliati, Cravero, Bacci, Bernardini, Rizzitelli, Cristallini (al 46' Falcone - al 62' Sogliano), Hakan. A disposizione: Doardo, Fiorin, Dionigi. All.: Sonetti.
Arbitro: Bolongino di Milano.
Reti: Bernardini 14' (T), Kreek 36' (P).
Spettatori: 13.731 di cui 9.818 abbonati e 3.913 paganti.
Note: Ammoniti Cravero, Giampietro, Sconziano e Moro.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 settembre 1995]
Primo, prezioso punto esterno per il Toro, ma potevano essere tre. Dopo il bellissimo gol di Antonino Bernardini, a coronamento di un quarto d'ora di marca granata, è mancato il colpo del ko e il Padova, con un tiraccio dell'olandese Kreek, è riuscito a raddrizzare la partita al 37'. Il palo ha salvato Bonaiuti su un violento sinistro di Cristallini, ma il portiere è stato soprattutto graziato tre volte da Hakan e un paio da Rizzitelli. Pochi, invece, i veri pericoli corsi da Biato e tutti su tiri dalla distanza, compreso il gol di Kreek, bello quanto fortunoso. I granata considerano soddisfacente il risultato poichè, in trasferta, c'è ancora qualcosa da registrare e ieri Pelè, che è il punto di riferimento, era confinato in tribuna dal solito malanno muscolare ormai in via di guarigione. Ciononostante resta il rimpianto di non aver saputo cogliere l'attimo fuggente per finire un avversario in difficoltà. Segno che la squadra deve acquistare personalità e piena coscienza nei propri mezzi. Solo così potrà aspirare alla "zona Uefa", altrimenti dovrà accontentarsi di un campionato anonimo pur avendo un potenziale per traguardi più ambiziosi. E' a centrocampo che il Toro ha avuto il sopravvento per buona parte della gara. Il vuoto per l'assenza di Abedì Pelé (che sarà recuperato con la Sampdoria) è stato colmato da un super Bernardini e da un Bacci che per un tempo è stato tra i migliori, calando alla distanza per il notevole dispendio di energie. Cristallini, contuso in avvio, ha stretto i denti e per un soffio non ha raddoppiato, arrendendosi solo nell'intervallo quando è stato sostituito da Falcone, vittima dopo 17' di un incidente nello scontro aereo con il più sfortunato Gabrieli. Sogliano è subentrato a Falcone sfiorando il gol decisivo. Il Padova, al primo pareggio dopo due sconfitte consecutive, accusa l'assenza di Vlaovic (sottopostosi ad una delicata operazione a Gand in Belgio) e di una punta di sfondamento. Galderisi non ha più lo scatto bruciante degli anni verdi e Amoruso è bravo ma acerbo. E Kreek, peraltro autore di una prodezza balistica, era convalescente da un infortunio e dopo una manciata di minuti della seconda frazione ha lasciato il posto a Fiore. In retrovia si fanno troppe concessioni e anche quest'anno il Padova dovrà soffrire per salvarsi. Nella passata stagione c'è riuscito, meritatamente, dopo un drammatico spareggio a Firenze con il Genoa. Adesso, Sandreani deve far ritrovare alla squadra lo stesso spirito. E il dg Aggradi, l'uomo che ha segnalato a Boniperti il fenomenale Del Piero e l'ottimo Di Livio, dovrà guardarsi intorno per trovare qualche rinforzo. Questo Padova ne ha bisogno. Nel torneo scorso vinse 4-2 sui granata che, all'Euganeo, disputarono la peggior partita insieme con quella di Firenze dove vennero travolti 6-3 e persero definitivamente la speranza di andare in Europa. Il Toro, viceversa, ha ancora ampi margini di miglioramento. Rispetto a Firenze, dove oltre alle occasioni sbagliate aveva sbandato in difesa, e alla vittoriosa ma sofferta partita casalinga con il Bari, c'è stato già un passo avanti collettivo. L'innesto di Cravero dà maggior tranquillità al reparto e consente a Bacci di agire da mediano, ruolo che ha ricoperto a lungo nella Lazio e nel quale può rendere al massimo. Moro commette qualche ingenuità per inesperienza ma ha qualità interessanti e può permettere a Falcone di entrare in forma, senza fretta. Sulle corsie laterali, in attesa che Angloma ritrovi la condizione, c'è già un Milanese in crescita che spinge, crossa e va a con eludere. La potenza fisica del triestino può diventare un'arma in più. La manovra fluisce ma la squadra non raccoglie in proporzione alla semina. Il problema sono le punte che hanno bisogno di un po' di tempo per perfezionare l'intesa e per affondare i colpi. Quando Hakan e Rizzitelli ingraneranno, e con Pelé al top, saranno dolori per gli avversari.