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Friuli
22/10/1995
h.14.30
UDINESE - TORINO 1-0 (0-0)
Udinese
: Battistini, Helveg, Sergio, Rossitto, Calori (al 50' Ripa), Bia, Ametrano, Desideri, Bierhoff, Stroppa (al 75' Kozminski), Poggi (al 90' Bertotto). A disposizione: Gregori, Marino. All.: Zaccheroni.
Torino: Biato, Angloma, Milanese, Mlatagliati, Falcone, Cravero, Moro (al 22' Dal Canto), Bacci, Dionigi, Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Doardo, Fiorin, Sogliano, Sommese. All.: Sonetti.
Arbitro: Treossi di Forlì.
Reti: Bierhoff 73' rig.
Spettatori: 12.728 di cui 8.157 abbonati per una quota partita di 217.000.000 lire e 4.571 paganti per un incasso di 158.519.000 lire.
Note: Ammoniti Abedì Pelé, Calori, Cristallini, Helveg, Bierhoff, Milanese e Desideri.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 16 ottobre 1995]
Un calcio di rigore, più virtuale che reale se non addirittura ''inventato'', ha condannato il Toro alla sconfitta con la peggior Udinese della stagione. Un rigore, per intenderci, che Treossi poteva anche non fischiare per l'assoluta venialità dell'intervento in area di Bacci su Bierhoff. Senza questo rigore, l'Udinese difficilmente avrebbe vinto. Il panzer tedesco ha trasformato la sua prima massima punizione, togliendola a Bia, il rigorista ufficiale. Resta così il miglior cannoniere straniero del campionato con sei centri, uno in meno del barese Pretti, il leader. Le imprese di Bierhoff hanno indotto il ct della Germania, Berti Vogts, a farlo ''spiare'' da un suo osservatore da qualche settimana. La vittoria manda a quota 11 punti l'Udinese e penalizza in modo pesante, al dì là dei suoi demeriti, il Torino. Certo, non è solo colpa dell'arbitro se i granata adesso sono terz'ultimi, in zona-retrocessione e il loro futuro appare pieno di incognite anche se da domenica prossima, contro il Vicenza, Rizzitelli tornerà a disposizione di Sonetti. L'attacco ritroverà il suo uomo-gol e consentirà a Pelè di arretrare come centrocampista, ruolo che più gli è congeniale. E permetterà a Dionigi di non sentirsi più isolato come è successo a Udine. Treossi è stato troppo severo, ma i limiti offensivi del Toro attuale sono evidenti, al di là delle attenuanti generiche. E Calleri, oltre a mettere definitivamente nel cassetto gli eurosogni, dovrà correggere in corsa, come ha fatto nella scorsa stagione, i difetti del suo Toro. Questo per non soffrire sino in fondo per raggiungere la salvezza. Dopo il taglio di Hakan, la rosa si è ridotta di un'unità ed urge l'arrivo di un attaccante, tanto più che il ''primavera'' Foglia, diventato la punta di riserva, dovrà essere operato alla spalla e per qualche tempo non sarà utilizzabile. Senza dimenticare che anche Bernardini, alle prese con problemi muscolari, ne avrà per altri dieci giorni prima di essere pronto a mettersi a disposizione. Nelle prossime due giornate il Toro dovrà sfruttare al massimo il fattore-campo con Vicenza e Napoli. La politica di muovere la classifica con i piccoli passi potrebbe essere rischiosa. Una brutta partita, quella vista ieri al Friuli. Un Toro d'emergenza, sempre privo di Rizzitelli e Bernardini, si è arroccato adottando marcature rigide, tenendo i reparti molto corti. Una disposizione tattica abbottonatissima che ha tolto all'Udinese gli spazi nei quali il gioco della squadra di Zaccheroni, uno dei seguaci del verbo predicato da Sacchi, si esprime al meglio con schemi di rimessa. La coppia Bierhoff-Poggi è riuscita ugualmente a costruire qualche occasione, ma c'è stata precipitazione ed imprecisione, soprattutto da parte dell'ex granata. La formula adottata da Sonetti, se da un lato non faceva concessioni allo spettacolo, dall'altro consentiva al Torino di bloccare le iniziative dell'avversario. E quando i friulani hanno aggirato la Maginot ci ha pensato Biato a respingerli. Sino al momento in cui Bacci ha atterrato Bierhoff in area. Perso per perso, il Toro si è lanciato in avanti e ha messo in crisi l'Udinese. Se l'avesse fatto prima, forse avrebbe evitato la sconfitta perché i bianconeri non erano in giornata di vena, non applicavano un pressing asfissiante e sbattevano la testa contro il muro granata senza trovare il colpo vincente. C'è voluto un rigore, sul quale si discuterà a lungo, per sbloccare il risultato. Il Toro è diventato pericoloso quando ha spinto di più, sfruttando le fasce laterali con Angloma e Cristallini. Dai loro traversoni sono scaturite due palle-gol mancate di poco da Pelè, l'unico che ha illuminato, con lampi di classe, il grigiore generale. Abedì ha fatto tremare l'Udinese al punto che qualche spettatore gli ha lanciato beceri cori razzisti. Ma si è trattato di una minoranza che non fa testo e non coinvolge un pubblico come quello friulano, in generale corretto e civile.