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San Nicola
28/01/1996
h.14.30
BARI - TORINO 2-2 (2-1)
Bari
: Fontana, Sala, Manighetti, Ingesson, Mangone (all'89' Montanari), Ricci, Gautieri, Pedone, Andersson, Gerson (al 79' Ficini), Protti. A disposizione: Gentili, Parente, Ventola. All.: Fascetti.
Torino: Caniato, Falcone, Bacci, Bernardini (al 78' Minaudo), Maltagliati, Cravero, Cristallini, Angloma, Rizzitelli, Milanese, Karic. A disposizione: Biato, Dal Canto, Sogliano, Dionigi. All.: Scoglio.
Arbitro: Ceccarini di Livorno.
Reti: Rizzitelli 8' (T), Andersson 9' (B), Protti 26' (B), Karic 71' (T).
Spettatori: 25.135 di cui 13.025 abbonati per una quota partita di 270.152.941 lire e 12.110 paganti per un incasso di 283.355.000 lire.
Note: Ammoniti Cristallini, Bernardini, Andersson, Karic e Bacci.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29 gennaio 1996]
Sull'orlo del precipizio dal quale si può osservare nitidamente la serie B, il Torino ha trovato la forza per tirarsi indietro. Non di molto. Il burrone è ancora a pochi metri, come lo è per il Bari che ha impattato con i granata per 2-2. Ma la sconfitta, che si delineava nettissima fino al quarto d'ora del secondo tempo, avrebbe avuto effetti dirompenti, anche perché avremmo dovuto parlare di una squadra fragile di nervi rispetto a una diretta rivale. La rete di Karic, la prima del giovane croato in serie A, invece ha ristorato la classifica e più di tutto il morale. Negli ultimi minuti, addirittura, il Toro poteva vincere la partita già persa: almeno s'è visto che possiede la personalità per salvarsi. Se Angioma, al 34', avesse provato a tirare in porta da 10 metri, invece di appoggiare stolidamente a Rizzitelli, staremmo a raccontarvi di un successo prezioso. Seppure eccessivo. E' stato un match nel quale il Bari e il Toro si sono rincorsi a chi fa peggio. Non una grande partita, in qualche fase si è capito perché l'una e l'altra stanno così giù in classifica. Abbiamo visto una serie di palloni svirgolati e di pimpum-pam casuali che vorremmo dimenticare: ma c'era di mezzo il "fattore R" (retrocessione), con il suo carico di tensioni e di ansia. I granata sono stati più spigliati all'inizio. Formazione prevista, con Bacci difensore sinistro per arginare Gautieri, il babau presto ridotto a marionetta. Falcone dalla parte di Protti, Maltagliati su Andersson (che è uno spot a favore dell'apertura agli stranieri, perché dove lo trovi in Italia un attaccante tanto bravo a meno di 4 miliardi?). Dopo sei minuti è arrivato il gol di Rizzitelli, abilissimo nel muoversi per sfruttare un pezzo di bravura di Karic. Neppure il tempo di pensare che la partita si sarebbe trasformata ed ecco il pareggio, casuale per il modo in cui la palla è arrivata ad Andersson, ma onesto. La posizione dello svedese non è sembrata irregolare. Il Toro ha assorbito bene la delusione. Il gioco ha continuato a restare nei suoi piedi, senza vertigini offensive eppure sicuro. Per due volte Milanese s'è trovato con la palla giusta, in un caso è stato bravo Fontana a neutralizzarlo. A centrocampo ha cominciato a macinare gioco Ingesson, l'altro figlio di Svezia. Il Bari ha acquistato sicurezza. Protti ha raddoppiato nella maniera più beffarda, con una punizione sulla quale né Caniato né i compagni ci hanno capito niente. Un gol che ha rotto di nuovo l'equilibrio. E abbiamo pensato che il Bari sarebbe stato capace di mantenere la superiorità. Abbattuto da due reti una più stupida dell'altra il Toro si è smarrito. Fascetti ha cambiato la marcatura di Rizzitelli e con Sala il capitano ha trovato vita più difficile. L'arrabattarsi difensivo era la spia della confusione nella quale erano caduti i granata. Protti, che ormai gioca come i calciatori del football americano (quelli che entrano in campo soltanto per tirare le trasformazioni), restava fuori dalla partita, salvo poi materializzarsi davanti a Caniato al 42' e cadere a terra: a noi pare incespicando, qualcuno invece sostiene per il contatto di Maltagliati. Non succedeva niente, benché potesse accadere di tutto a favore del Bari, che non ha un gioco stellare, ma butta palla in avanti e parte in gruppo: quando Andersson, inarrivabile per Maltagliati, riesce a gestire l'azione sono davvero dolori. Per dieci minuti della ripresa il Toro è rimasto sotto l'onda, quasi senza respirare. Poi il mare si è calmato. Il Bari si è afflosciato come una vela senza vento. Plaff. Fascetti non ha avuto la prontezza di levare Gerson e potenziare il centrocampo. Scoglio non ha rettificato la linea. La pressione è salita, Bernardini è caduto in area (20', possibile rigore), incredibilmente il Toro ha trovato la palla del 2-2 in contropiede, bravo Cravero a imbeccare Karic da quaranta metri. Lucido il croato a non fallire. E da quel momento i granata hanno fatto di più.