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Romeo Menti
10/03/1996
h.15.00
VICENZA - TORINO 2-1 (1-1)
Vicenza
: Mondini, Sartor, Grossi (al 62' Mendez), Viviani, Björklund, Lopez, Rossi, Maini, Murgita, Lombardini (al 46' Ambrosetti, all'81' D'Ignazio), Otero. A disposizione: Brivio, Amerini. All.: Guidolin.
Torino: Biato, Longo, Mezzano, Falcone, Maltagliati, Bacci, Angloma, Cristallini, Rizzitelli, Milanese, Abedì Pelé. A disposizione: Caniato, Sogliano, Minaudo, Simo, Dionigi. All.: Scoglio.
Arbitro: Cesari di Genova.
Reti: Otero 3', 88' (V), Angloma 9' (T).
Spettatori: 17.340 di cui 12.000 abbonati per una quota partita di 400.650.658 lire e 5.340 paganti per un incasso di 172.070.000.
Note: Ammoniti Cristallini, Björklund, Mendez, Viviani e Longo.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 marzo 1996]
Due lampi di Otero, in apertura e in chiusura di partita, accecano il Toro: e il Vicenza, in una delle sue peggiori edizioni, conquista tre europunti. Una vittoria superiore ai meriti dei biancorossi, che li mette in una posizione di assoluta tranquillità, ai margini della zona Uefa. La doppietta di Otero, la seconda in campionato, fa compiere un salto in alto ai veneti. All'inizio di stagione nessuno avrebbe scommesso su un Vicenza da metà classifica in su. Per i granata un'altra pagina amara. Dopo questa sconfitta, l'undicesima, la situazione è diventata più delicata: il Piacenza, in serie positiva, è in fuga verso la salvezza a quota 28 e la corsa dei granata, sempre quart'ultimi, adesso è sull'Atalanta dell'ex Mondonico che ha tre lunghezze di vantaggio. Il calendario prevede che il Toro debba affrontare le concorrenti dirette a Bergamo e a Piacenza. E domenica prossima giocherà a Napoli. Neppure il rientro di Pelè ha miracolato un Toro che, oltre all'incapacità ormai cronica di vincere in trasferta, è stato sfortunato e forse avrebbe bisogno di essere esorcizzato a Lourdes. Il palo centrato quasi allo scadere da Angioma, subito dopo il raddoppio di Otero, ne è la conferma. Ma il pareggio ci stava tutto, malgrado le ombre della squadra messa in campo da Scoglio che schierava i due ''primavera'' Longo e Mezzano e mancava dello squalificato Karic, oltre che dei soliti infortunati Cravero, Bernardini e Moro. Nonostante le importanti assenze, il Toro ha dimostrato di essere in grado di tener testa ad uno sbiadito Vicenza, con il 5-3-2 ri spolverato dal Professore, e con Rizzitelli affiancato da Pelè e Angloma e sostenuto dagli inserimenti centrali di Cristallini e sulla fascia di Milanese e Longo. Sotto di un gol firmato dall'uruguaiano (3') e propiziato da un imbambolamento di mezza difesa, i granata hanno avuto una bella reazione e, in contropiede, su passaggio di Rizzitelli, Angloma (9') ha riequilibrato il risultato con uno splendido pallonetto. Il Vicenza è andato in crisi. Quella che era stata la rivelazione del girone di andata, capace di espugnare Panna e di far tremare Firenze, accusa un calo, soprattutto mentale, come una sorta di appagamento. C'è un'involuzione nell'applicazione degli schemi di Guidolin. Meno pressing, meno ritmo, meno precisione e qualche sbandamento difensivo di troppo, Un Vicenza, quello di ieri, che sembrava alla portata del Toro-baby, sostenuto dalla classe di Angloma e Rizzitelli e dall'esperienza di Pelè. Un Toro che peccava però di ingenuità in retrovia e non sapeva osare per colpire ancora, di rimessa, al momento giusto, sfruttando un Rizzitelli vivo, grintoso e pungente, e un Pelè non ancora in debito di ossigeno. Vedendo che non era possibile sfondare per linee interne, Guidolin provvedeva ad inserire Ambrosetti e Mendez per aggirare il Toro sulle corsie laterali. E Rossi cresceva di tono mettendo in chiara difficoltà Mezzano. Qualcuno potrebbe chiedersi perché Scoglio non ha inserito Sogliano al posto del giovane terzino, ma è il senno di poi, considerando che il 2-1 è scaturito su azione susseguente a calcio d'angolo. Nel finale, frustati dai fischi del loro pubblico, i biancorossi hanno trovato la forza per mettere alle corde il Toro. Con una paratona, Biato ha sventato un'incornata di Otero, ed è capitolato su un'altra maligna deviazione con la fronte del sudamericano. Un difettoso piazzamento dello sbarramento difensivo, come a Marassi, con la Sampdoria sul gol vincente di Mancini. Urge provvedere, prima che sia troppo tardi.