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Bentegodi
15/12/1996
h.14.30
CHIEVO - TORINO 1-0 (0-0)
Chievo
: Gianello, Moretto, D'Anna, Zambon, Lanna, Sinigaglia (al 71' Marazzina), Melosi, Fiore, Melis, Cossato (al 79' Giusti), Cerbone (all'88' Cerbone). A disposizione: Betti, Chiecchi, Franchi, Ghirardello. All.: Malesani.
Torino: Casazza, Martelli, Maltagliati, Cevoli, Mezzano (al 76' Ferrante), Sommese (al 66' Lombardini), Nunziata, Scarchilli, Fiorin, Cammarata, Florijancic (al 71' Longo). A disposizione: Santarelli, Geraldi, Cinetti, Di Donato. All.: Sandreani.
Arbitro: Dagnello di Trieste.
Reti: Marazzina 74'.
Spettatori: 4.099 di cui 1.662 abbonati e 2.437 paganti.
Note: Ammoniti Melosi, Lanna, Scarchilli, Cevoli, Longo e Cerbone.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 16 dicembre 1996]
Contestazione alla squadra da parte del migliaio di coraggiosi tifosi granata (preparati tre pullman, partito uno solo e neppure pieno), Sandreani distrutto, Riccardo Calleri che preferisce non parlare, Giorgio Vitali forse uscito prima della fine del match. Giocatori a testa bassa, qualcuno almeno. Così l'immediato dopopartita del Toro al Bentegodi. Prima, un altro bersaglio fallito maldestramente al ventottesimo minuto del secondo tempo (errore difensivo su corner), nella partita fra gli zonisti Malesani e Sandreani, entrambi già convinti nel punto cruciale che sarebbe finita 0-0, con buona pace della superiorità della tattica sulla fantasia. Che avevano in pochi. Scarchilli fra i granata, Cerbone nel Chievo. E certamente Marazzina, 22 anni, un metro e ottanta, arrivato dal Foggia, già al quinto gol nella stagione fra campionato e Coppa, giocatore che Malesani manda in campo quando decide di ricorrere al portafortuna. Cosìè stato: tre minuti dopo il suo ingresso al posto del fiacco Sinigaglia, Marazzina ha gabbato i lunghi del Toro schiacciando di testa nell'angolo basso alla destra di Casazza (incolpevole) il pallone del corner calciato da Melis a sinistra. Cevoli e Maltagliati? «Disattenti» ha sentenziato Sandreani controllandosi un poco. Casazza allo scadere del primo tempo aveva già tolto dal «sette» una palla martellata di testa da Cossato senza adeguata opposizione. Stavolta non ci sono turni di responsabilità tra i granata. Se molte domeniche sono trascorse tra palleggi di colpe, un po' gli attaccanti e molto Longo, stavolta sotto accusa le coppie: Maltagliati-Ce voli, Cammarata-Florijancic. Perché, ed è difficile scriverlo dopo un risultato del genere, la squadra ha disputato come movimento globale sul campo una discreta gara, contro un Chievo peraltro penalizzato nella fama dal fatto di essere la squadra di un borgo veronese, pur avendo elementi di qualità. Cerbone e Cossato bravi nello scambio fra punta e spalla, i centrocampisti Melis (23 anni) e Fiore (21) già nel mirino di qualche squadra di A, il ventenne difensore Lamia. Dato a Sandreani il merito di saper dettare schemi e compiti, gli togliamo di mano la carta del Toro squadra troppo giovane. Perché lo è anche il Chievo. E se gli attaccanti a disposizione sono Carmmarata e Florijancic ieri comunque fuori partita da sembrare indisponenti: non un tiro - occorre studiare meglio come appoggiarli. Certamente ieri non è stato così: abbiamo visto un Toro da vocazione difensiva nel blocco retroguardia-centrocampo, con spazi troppo larghi vista la modesta spinta (escluso Sommese) sulle fasce fra la stordita coppia di testa e il resto della squadra. Nell'intervallo, Sandreani ha sicuramente corretto la situazione. Perché nell'avvio di ripresa s'è visto finalmente un Torino che avanzava e rientrava in blocco. Ma alla prima risposta del Chievo, a mezz'ora dalla fine, il timore di essere infilati ha riportato i granata indietro, e le due mezzepunte anche loro sono parse risucchiate. Usciva Florijancic ed entrava Marazzina: la prima mossa di contenimento dello 0-0 (entrava infatti Longo) era vanificata dalla seconda che provocava il gol della vittoria dei veronesi, che non credevano ai loro occhi, anche se il Torino li aveva spaventati solo con sprazzi di gioco. Evidentemente, i granata per ora mettono ancora paura per i colori delle maghe. Quanto durerà, la deferenza, non lo sappiamo. Nel finale, l’ingarbugliatissimo forcing granata, con una conclusione di Ferrante respinta sulla linea da Moretto a rischio di autogol, e con Casazza in area avversaria sugli ultimi due corner. E qui, mentre il Toro già abbassava la testa, il capolavoro dell'arbitro triestino Dagnello (che ha scelto evidentemente la strada più facile, ogni giocatore a terra un fallo) sotto gli occhi di Casarin.