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Manuzzi
02/02/1997
h.14.30
CESENA - TORINO 1-1 (1-1)
Cesena
: Sardini, Aloisi, Zanetti, Bonomi, Esposito (al 69' Baccin), A.Teodorani (al 93' Bosi), Ponzo, Piangerelli, Dolcetti, Agostini (al 46' Salvetti), Hubner. A disposizione: Fiori, Albonetti, Melizza, Alteri. All.: Ceccarelli.
Torino: Casazza, Mercuri, Cevoli, Maltagliati, Mezzano (al 77' Martelli), Rocco, Cristallini, Scarchilli (al 78' Nunziata), Fiorin, Ferrante, Florijancic (all'86' Lombardini). A disposizione: Santarelli, Cravero, Sommese, Cammarata. All.: Sandreani.
Arbitro: Racalbuto di Gallarate.
Reti: Hubner 13' rig. ©, Ferrante 16' (T).
Spettatori: 6.882 di cui 1.745 abbonati e 5.137 paganti.
Note: Ammoniti Scarchilli, Bonomi, Mezzano, Cevoli e Baccin.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 febbraio 1997]
La serie d'oro si è interrotta, ma Ferrante continua a segnare ed il suo gol, il nono in sei partite, ha fruttato un punto pesante anche a Cesena. Un pareggio che muove la classifica e consente al Toro di restare solo al secondo posto, appena a tre punti dal Lecce, clamorosamente battuto in casa dalla Reggina, e a più uno su Pescara e Brescia, le terze forze, ieri entrambe vittoriose. Nel prossimo turno, con le dirette concorrenti impegnate in trasferta, la squadra di Sandreani gioca al Delle Alpi con il Venezia ed ha l'occasione di staccarle ulteriormente. Un gran Toro, per un tempo, che ha strappato applausi ai mille e più tifosi venuti dal Piemonte, dalla Liguria e dalle regioni vicine. I granata hanno dovuto rimontare un rigore trasformato da Hubner e concesso con troppa leggerezza da Racalbuto per un sandwich sul bomber romagnolo di Cevoli e Maltagliati, il cui intervento finale era sul pallone (13'). Una decisione incomprensibile quella dell'arbitro. Non l'unica. Per sua fortuna, il Toro riequilibrava subito il punteggio. Nel giro di quattro minuti, un gran destro di Scarchilli, deviato da Sardini sul montante, veniva ribattuto in rete da Ferrante. Botta e risposta. Una reazione, quella del Torino, testimonianza di una squadra matura per la serie A, che ha acquisito personalità, sa quello Ferrante realizza il pareggio per il Torino raccogliendo la palla respinta dal palo che vuole e come ottenerlo. La squadra non si allunga neanche nei momenti meno brillanti perché c'è mutuo soccorso fra i reparti. E la manovra offensiva fluisce con poche pause. C'è saggezza nell’amministrare il gioco e le forze. Dopo l’1-1, il Toro saliva in cattedra, dando lezione di buon calcio collettivo. Solidi in difesa, ispirati a centrocampoda Scarchilli e Florijancic, ben sostenuti sulle fasce laterali da Rocco e Fiorin e alle spalle da Cristallini, i granata assumevano l'iniziativa, rovesciandosi nella metà campo del Cesena che, impotente, stava a guardare. Più per merito del Toro che per demeriti dei romagnoli. Quando cercava di affondare i colpi, il Cesena non trovava varchi. Gli sforzi di Dolcetti, Ponzo e Piangerelli venivano vanificati dal pressing dei centrocampisti del Toro che tagliavano i rifornimenti per Hubner e Agostini. Anche i tentativi di aggiramento di Esposito e Teodorani non avevano sbocchi. Il forfait di Bianchi, vittima di una contrattura, aveva privato il Cesena del suo elemento più intelligente sul piano strategico, mentre quello di Fiori, nuovamente in panchina per un leggero infortunio ad un dito della mano, si sentiva meno del previsto poiché Sardini si dimostrava all'altezza della situazione. E sul finire del primo tempo, ancora sul destro di Ferrante capitava il possibile matchball. Ma il bomber, servito da un astuto pallonetto di Scarchilli su punizione, colpiva di estemo in controbalzo, alzando un po' troppo la mira. La metamorfosi dei bianconeri avveniva dopo l'intervallo, con l'innesto di Salvetti al posto di Agostini. Ceccarelli e Benedetti, la nuova diarchia di tecnici fatti in casa, al loro debutto in panchina, davano la sveglia negli spogliatoi. Cresceva il Cesena ed 0 Toro, che aveva speso parecchio, rallentava il ritmo. Hubner, cercato spesso dai compagni con i cross o i lanci in profondità, creava qualche apprensione alla difesa toiinista senza grossi pericoli per Casazza. Ed era il Toro a costruire un'altra azione importante al 21'. Sul cross da fondo campo di Florijancic, la botta al volo di Fiorin era fuori bersaglio. Come l'incornata di Hubner, su capovolgimento di fronte (30'). Nell'ultimo quarto d'ora non succedeva più nulla che potesse cambiare un risultato sostanzialmente giusto.