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Conero |
31/08/1997 |
h.16.00 |
ANCONA - TORINO 1-0 (0-0) Ancona: Cesaretti, Camplone, Pellegrini, Nocera, Altobelli (al 62' Lucenti), Tentoni, Carrara, Coppola, Fini (al 46' Monza), Bresciani (al 78' Martinetti), Lucidi. A disposizione: Dei, Wilson, Balducci, Briaschi. All.: Giorgini. Torino: Casazza, Asta (al 62' Carparelli), Mercuri, Maltagliati, Cravero, Dorigo, Tricarico, Ficcadenti, Bonomi C., Ferrante, Lentini (al 54' Foglia). A disposizione: Pastine, Scarponi, Bacci, Martelli, Pedroni. All.: Souness. Arbitro: Pellegrino di Barcellona Pozzo di Gotto. Reti: Monza 46'. Spettatori: 9.532 di cui 2.813 abbonati e 6.719 paganti per un incasso di 166.145.000 lire. Note: Ammoniti Carrara, Nocera, Coppola, Asta, Cravero e Bonomi C, calci d'angolo 8-7 per il Torino. Il Torino scende in campo con la terza divisa blu, con inserti gialli. Cronaca [Tratto da La Stampa del 1 settembre 1997] E' già crisi per il Toro che inciampa, clamorosamente, nel primo gradino della serie B e si fa battere sul campo dell'Ancona, una neopromossa. Ma che tipo di crisi? Manca il colpo del ko e le due grosse palle-gol fallite da Asta e, soprattutto, da Ferrante sullo 0-0 ne sono la riprova. Mancano la ferocia nel volere il risultato a tutti i costi e la personalità della squadra di rango. Quell'ultima, generosissima mezz'ora con il Como aveva fatto credere in un Toro da combattimento. Ieri, invece, contro un Ancona ben preparato da Giorgini, c'è stato un passo indietro anche se i granata (in maglia blu) avrebbero potuto chiudere la partita dopo appena 7', quando Asta, su combinazione Lentini Ferrante, si era trovato a tu per tu con Cesaretti che gli aveva respinto il piatto destro, ravvicinato e troppo centrale. Ancora più nitida la palla-gol capitata a Ferrante (37'), su preciso assist di Bonomi. Due errori individuali pagati a caro prezzo ma non bastano a spiegare la sconfitta. E non serve recriminare sul gol di Tricarico (47'), realizzato a gioco fermo dopo che Pellegrino aveva fischiato l'off-side. C'è da chiedersi se quello del Toro è un problema contingente, legato alle difficoltà di assemblaggio o se la società dovrà effettuare qualche aggiustamento in corsa per completare un organico da promozione. E' la storia della coperta corta. Se i granata si coprono non pungono, se si sbilanciano vengono infilati. La difesa, puntellata dalla classe e dall'esperienza di Cravero, è stata trafitta in avvio del secondo tempo solo da uno splendido "tiro della domenica" sferrato da Monza, appena entrato in campo, ma ha concesso almeno altre tre occasioni all'Ancona, che ha pure sfiorato il raddoppio centrando un montante con Lucidi. E anche gli altri reparti hanno denunciato lacune: una spinta insufficiente sulle fasce laterali e un attacco che non fa male neppure con il tridente. Foglia e Carparelli, goleador spietati con il Como in Coppa Italia, ieri non si sono ripetuti. La sostituzione di Lentini, che ha contestato platealmente la decisione di Souness, al 9' della ripresa è lo specchio del malessere di cui soffre il Toro. Una crisi d'identità per Lentini che, ingaggiato per fare la differenza, non riesce a calarsi nella parte. Un po' per la sua forma imperfetta, un po' perché non trova una collocazione che ne valorizzi le caratteristiche. Forse sarebbe stato opportuno tenerlo ancora in campo per una decina di minuti, insieme con Foglia e Ferrante, per consentirgli di trovare qualcuno in grado di sfruttare i suoi cross. Ma Souness l'ha visto affaticato e l'ha spedito negli spogliatoi dimostrando che non guarda in faccia nessuno, neanche se si chiama Lentini ed ha la fascia di capitano. E' importante per il Toro che Lentini torni quello della scorsa stagione, ricco di verve e di entusiasmo, una pedina fondamentale per l'Atalanta di Mondonico, altrimenti rischia di essere un lusso, un corpo estraneo. Ma ci sono altri ingranaggi da registrare. L'azione vincente dell'Ancona ha trovato la difesa scoperta: da un traversone di Lucidi, deviato di testa dall'ex Bresciani, è scaturito il bolide che ha trafitto Casazza. E, da quel momento, il Toro è andato in barca, incapace di riorganizzarsi per raddrizzare la partita. Il tempo c'era, in abbondanza, ma le manovre sono state confuse, velleitarie. E in contropiede l'Ancona ha avuto più di un'occasione per raddoppiare: al 5' Casazza ha deviato in corner un insidioso rasoterra di Lucidi il quale, più tardi, s'è visto negare il 2-0 dal palo, a portiere battuto (23'); al 28' Bresciani si è fatto anticipare da Casazza al momento di tirare e, nel finale, Lucidi ha sfiorato la traversa. In pieno recupero, Ferrante era andato a bersaglio in fuorigioco, colpendo di pugno il pallone dopo il fischio dell'arbitro. In quel gesto c'era la rabbia dell'impotenza. Dopo la batosta di Como, un altro pomeriggio nero. C'è da augurare a Souness, nel prossimo trittico di partite casalinghe consecutive con Sampdoria (mercoledì sera nell'andata per il secondo turno di Coppa Italia), Padova e Foggia, di trovare le contromisure. E al più presto. |
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