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Brianteo
19/10/1997
h.15.30
MONZA - TORINO 1-1 (0-0)
Monza
: Abbiati, Sadotti (al 78' Campolonghi), Zappella, Castorina, Pedroni (al 46' Modica), Erba, Masolini, Crovari, D'Aversa, Clementini, Pietranera (al 65' Roberts). A disposizione: Gatta, Billio, Antonelli. All.: Bolchi.
Torino: Pastine, Fattori, Bonomi M., Maltagliati, Dorigo, Asta, Brambilla (al 78' Martelli), Nunziata, Tricarico, Lentini (al 61' Ferrante), Carparelli (al 70' Bonomi C.A disposizione: Casazza, Mercuri, Scarponi, Foglia. All.: Reja.
Arbitro: Branzoni di Pavia.
Reti: Ferrante 75' (T), Campolonghi 81' (M).
Spettatori: 4.587 di cui 816 abbonati e 3.771 paganti.
Note: Ammoniti Tricarico, Fattori, Bonomi M., Castorina e Crovari. Espulso Crovari al 49'.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 20 ottobre 1997]
Monza in dieci per 45 minuti, il Toro ne approfitta per andare finalmente a bersaglio e salire in Paradiso (30' st) con Ferrante, subentrato a Lentini. Illusione di otto minuti. E' infatti un Toro che non sa gestire le operazioni, anche in superiorità numerica, tanto da farsi agguantare subito, in seguito ad una proiezione in solitaria di Campolonghi in mezzo a una difesa ferma. E' 1-1 che mette fine al digiuno, ma si tratta di un brodino, niente di più, oltretutto amaro e freddo. Inservibile per un malato che ha bisogno di ben altre vitamine per scendere dal letto e mettersi a correre. Non dimentichiamo infatti le ambizioni che hanno animato il Toro ad inizio campionato. E non si parli di un punto guadagnato che muove una classifica ridotta a uno stagno! Qui Reja e la sua truppa hanno scaraventato al vento due punti d'oro. E a un certo momento, quando sembrava che la paura fosse svanita dalle teste dei granata e che la sorte si fosse decisa a porgere una mano a un Toro in cerca di personalità e coraggio, ecco gli errori. Dell'allenatore forse condizionato e obbligato dalle circostanze, e della squadra che ha perso la compostezza e l'ordine notate nel primo parziale in difesa e in mezzo al campo. Il primo tempo è all'insegna del cloroformio, figlio dei timori torinisti e della pochezza del Monza. Due sortite fuori dai pali di Pastine su D'Aversa (26') e di Abbiati (27') su Lentini sono saggi e sintesi di sterilità assoluta. I portieri possono godersi il pomeriggio di sole come se fossero in vacanza. Poi Crovari (3' st) si fa espellere per doppio giallo. E' fatta per il Toro, questa è la sensazione. Basta inserire una punta che appoggi Carparelli e il risultato dovrebbe essere lì, a portata di mano. Ma evidentemente la teoria non si sposa sempre con la pratica. Reja vede Lentini spento e lo cambia con Ferrante (16' st). Il mini-bomber ricambia tanta grazia con un gol fulminante, partito dal piede di Claudio Bonomi e rimesso successivamente in mezzo da Tricarico. E' il 30' e i tifosi sono felici da matti nella curva tutta granata. Ma Reja, qualche minuto prima, ha tolto Carparelli per inserire Bonomi I. Il tecnico dice che anche l'ex doriano, come Lentini, era stanco. Ci chiediamo come atleti di quel calibro possano spegnersi dopo 60-70 minuti. Ma ci adeguiamo al concetto che nessuno meglio dell'allenatore possa e sappia tastare il polso ai suoi ragazzi. Però il Monza con un uomo in meno andava aggredito, in modo collettivo, cosa che il Toro attuale forse non è in grado di fare. Oppure con l'utilizzazione di 2-3 punte insieme. Con un bel tridente piantato nelle sua carni, i granata avrebbero impegnato il Monza nella propria area senza consentirgli di mettere il naso in quella altrui. Come è successo. In panchina, oltretutto, sedeva anche un certo Foglia. A rendere più complicata la situazione sono arrivati i crampi per Brambilla, che aveva tenuto il campo con autorevolezza e lucidità. Fuori lui, il Toro è rimasto senza bussola, è diventato meno reattivo. Nunziata da solo non è stato in grado di dirigere gli schemi, e tantomeno Asta, uomo di quantità e valido solo come esterno. E Claudio Bonomi è un portatore di palla, guastatore che crea strappi alle difese ma che non sa tenere i collegamenti fra i reparti. Ed è riemersa un po' di confusione in un Toro oltretutto con i freni tirati, e con la difesa che ha detto ''accomodati''(vero Bonomi Mauro?) a Campolonghi, autore dello slalom dell'1-1. Siamo per la prudenza, e quella sciorinata da Rejagià dall'inizio (1-3-5-1) non era una finzione. Però in determinate circostanze l'eccesso si ritorce come un boomerang. Un motivo di consolazione? Il punto, un passo avanti, piccolo ma avanti, diràReja. Certo, meglio che perdere. Ma, visto come si era messa la partita, resta solo una magra consolazione.