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Garilli
16/01/2000
h.15.00
PIACENZA - TORINO 0-2 (0-0)
Piacenza
: Roma, Lucarelli, Polonia, Vierchowood, Manighetti (al 60' Lamacchi), Sacchetti, Morrone, Mazzola, Piovani (al 73' Di Napoli), Gilardino, Rastelli (all'81' Stroppa). A disposizione: Nicoletti, Delli Carri, Cristallini, Buso. All.: Braghin.
Torino: Bucci, Maltagliati, Grandoni, Galante, Bonomi, Sommese, Brambilla, Scarchilli (al 72' Pecchia), Lentini, Ferrante, Ivic (al 46' Calaiò - all'84' Tricarico). A disposizione: Pastine, Minotti, Asta, Crippa. All.: Mondonico.
Arbitro: De Santis di Tivoli.
Reti: Ferrante 83', Pecchia 89'.
Spettatori: 10.120 di cui 7.179 abbonati e 2.941 paganti.
Note: Ammoniti Bonomi, Galante, Maltagliati, Calaiò, Mazzola e Rastelli. Espulso all'86' Lucarelli. Recupero 1' pt, 4' st. Angoli 6-2 per il Piacenza.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 17 gennaio 2000]
La partita dell'orrore ha avuto il lieto fine: il Toro è stato il buono che scappa e si salva dopo aver sperimentato ogni tipo di paura possibile, compresa quella di aver visto in faccia la settima sconfitta consecutiva: roba da infarto per i granata che storicamente sono cardiopatici e che con il cuore hanno un rapporto molto speciale. Ma siccome il cattivo aveva il viso invece tenero e fragile del Piacenza, il Torino ha scoperto il trucco e trovato la soluzione: vincere, cioè, per 2-0 una partita giocata malissimo, sicuramente peggiore delle sei che prima erano state perse. Quasi una resurrezione. Il Piacenza? Il Piacenza ha ringhiato, e basta: il povero Braghin, allenatore debuttante, non ha spostato di una virgola i limiti di una squadra che non poteva certo cambiare dopo l'esonero di Simoni. Gli emiliani, che tristezza, hanno giocato meglio (meno peggio, pardon) per almeno 70 minuti, provando a scuotere una partita imprigionata dal terrore di due squadre in crisi profonda. Ma l'ultima occasione gol (di una serie non lunghissima, d'altro canto) è finita con un miracolo di Bucci su Rastelli, al 35' del secondo tempo. Per la legge del contrappasso, il Toro ha segnato poco più tardi con Ferrante e ha persino rischiato di dilagare dopo l'espulsione di Lucarelli per gioco duro: Pecchia ha raddoppiato, Sommese ha evitato un paio di volte di infierire mangiandosi dei gol grossi così, i granata sono scoppiati in una festa liberatoria, come se si fosse verificato un esorcismo. Non era sicuramente un esorcismo, invece, quello tentato dagli ultrà torinesi, che prima della partita hanno sparato razzi ad altezza uomo verso i piacentini: la rissa (che ha provocato tre feriti) è stata sedata dalla polizia, che prima ha fermato una ventina di tifosi e poi li ha arrestati. Stamattina saranno processati per direttissima. In una domenica del genere, il Toro è passato dalla fine definitiva (rischio che adesso pesa gravemente sulle spalle del Piacenza, apparso persin peggiore della sua classifica) alla rinascita improvvisa. Mondonico ha salvato la panchina ("ma non l'avremmo esonerato in nessun caso", ha precisato il diesse Pavarese) e i tifosi hanno congelato la contestazione al presidente Vidulich, pronto a reagire con un paio di acquisti: il primo è il croato Jurcic (nazionale, mediano, trent'anni), il secondo sarà una punta, forse l'ex vicentino Otero che adesso gioca nel Siviglia. "Qui non era importante il mio destino, soltanto quello del Toro", ha filosofato alla fine Mondonico: "Amo talmente tanto questa squadra che anche un esonero mi avrebbe fatto felice, se fosse servito a salvarla". Di sicuro, uno dei pochi che ancora può salvare il Toro è proprio lo storico allenatore, bravo a tenere i fili di un burattino che si stava smembrando e che dopo il primo tempo di ieri sembrava ormai senza più anima. "Avevamo paura, le gambe non giravano e il cervello ancora meno". Infatti, era andata in onda una partita di una bruttezza rara, veramente ai confini dell'orribile, in cui ventidue giocatori terrorizzati sbagliavano cose anche elementari, compresi passaggi di due metri. Ma il Piacenza aveva comunque recuperato in mezzo alla confusione qualche isolata palla-gol: un tiro del ragazzino Gilardino, un destro di Piovani, un'uscita a rotta di collo di Bucci sullo stesso Piovani, un errore madornale di Mazzola a tre metri dalla porta e infine quel sinistro di Rastelli respinto da Bucci, sul quale il Piacenza si è afflosciato senza ritrovare altre energie. Nel primo tempo il Torino aveva assistito, timido e passivo. Ma nella ripresa ha cominciato a crescere, grazie anche all' ingresso del bambino Calaiò al posto di Ivic, unico straniero in campo. Sommese e soprattutto Lentini (che ha anche fatto - di testa - i due assist decisivi) hanno cominciato a sfondare sulle fasce e con il Piacenza ormai in ginocchio Ferrante ha trovato al 38' il colpo di testa della (quasi) resurrezione.