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Penzo
30/01/2000
h.15.00
VENEZIA - TORINO 2-2 (2-0)
Venezia
: Konsel, Brioschi, N'Gotty, Cardone, Bettarini, Valtolina (al 67' Orlandini), Rukavina (al 60' Nanami), Volpi, Berg, Maniero, Ganz (all'83' Budan). A disposizione: Casazza, Bianchi, Luppi, Ibertsberger. All.: Spalletti.
Torino: Bucci, Galante, Grandoni, Bonomi, Tricarico, Brambilla (al 58' Pecchia), Jurcic (al 65' Coco), Mendez, Sommese, Ferrante, Lentini (al 60' Calaiò). A diposizione: Pastine, Maltagliati, Ficcadenti, Minotti. All.: Mondonico.
Arbitro: Bazzoli di Merano.
Reti: Ganz 11' (V), Berg 37' (V), Grandoni 92' (T), Ferrante 94' (T).
Spettatori: 8.958 di cui 7.410 abbonati e 1.548 paganti.
Note: Ammoniti Cardone, Ganz, Bettarini, Brioschi, Mendez, Bonomi e Grandoni. Angoli 2-1 per il Torino, recupero 3' pt, 4' st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 31 gennaio 2000]
Quelli del Toro non hanno la generosità di Chiesa, che mercoledì ha sbagliato il rigore nello stesso minuto in cui ieri Ferrante ha segnato in rovesciata. Rovesciando, appunto, il povero e incredulo Venezia, cui capita sempre qualcosa a tavola già sparecchiata, magari pure a digestivo (un amaro, ovvio) bevuto. "Qualche volta nel calcio capita l'incredibile", ha commentato alla fine Spalletti cercando parole introvabili: infatti è incredibile che il Venezia abbia perso la sua vittoria così, che il Toro abbia recuperato il suo pareggio così, tra il minuto quarantotto e il minuto quarantove del secondo tempo, una quarantina di secondi in tutto che hanno ribaltato il senso di una partita che invece un senso piuttosto chiaro l'aveva avuto. Il Venezia, fin che c'è stato quel senso, vinceva per 2-0 e il risultato non ammetteva discussioni. Il Toro s'era preparato a una partita di copertura e contropiede avendo in testa lo zero a zero, progetto naufragato dopo una decina di minuti quando Jurcic ha abbracciato in area Cardone (senza motivo, scioccamente e platealmente), inducendo Bazzoli a fischiare il rigore, regolarmente trasformato da Ganz. Il Toro si è perso lì, abbandonato dentro la propria mancanza di coraggio, mentre il Venezia insisteva, sprecava, raddoppiava: pallonetto di Berg al 38', dopo che Valtolina aveva devastato il suo marcatore Mendez (poi rimpiazzato nei compiti da Tricarico, che ha funzionato meglio), dopo che Volpi e Rukaviva avevano ispirato con buona continuità Ganz e Maniero, per altro ben controllati, dopo che sulle fasce i veneti avevano calpestato il fantasma di Lentini, trasparente come Ferrante, come Jurcic, come molti altri di questo Toro spento. I granata si sono salvati con tre parate di Bucci (un brivido per lui quando ha perso conoscenza durante un'uscita) e con due errori di Ganz, trovando poi - a danni limitati - qualche goccia di spirito (almeno quello) nella ripresa, tempo lungo il quale s'è materializzato il lento e poi fulminante suicidio del Venezia, che ha avuto il torto di concedere spazio alla ritrovata rabbia granata, che s'è però espressa soltanto attraverso mischie confuse e caotiche, mentre dall'altra parte Orlandini (ma perchéè uscito Valtolina?) e Ganz disperdevano contropiedi in vaste praterie e il resto della squadra di Spalletta rinculava con troppa paura. Dopo una traversa di Pecchia, un gol annullato a Galante, un destro di Mendez parato da Konsel e un rigore negato a Ferrante (fallo di mani sulla linea di Volpi, ma il guardalinee aveva visto un fuorigioco) sembrava che partita e risultato procedessero verso il loro archivio naturale, tra convinzione veneta e rassegnazione piemontese. Ma con il Toro - proprio vero - non si sa mai come va a venire: nel giro di un attimo la difesa di Spalletti è sparita, Grandoni ha segnato il penultimo gol tutto solo in area e Ferrante - che era zoppo da venti minuti: non poteva che essere lui l'uomo dell'illogico destino - s'è inventato in rovesciata (su assist di un altro liberissimo, Galante) l'ultimo colpo di scena, che ha confuso certezze, speranze e giudizi e che ha suggerito Mondonico a esultare come un pazzo e a beccarsi gli insulti di uno stadio sbacalito e di parecchi avversari avvelenati.