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San Siro
13/02/2000
h.15.00
INTER - TORINO 1-1 (1-1)
Inter
: Peruzzi, Panucci (al 68' Moriero), Blanc, Cordoba, Gerogatos, Zanetti, Di Biagio, Seedorf (al 68' Zamorano), Baggio (al 46' Cauet), Vieri, Recoba. A disposizione: Ferron, Serena, Simic, Mutu. All.: Lippi.
Torino: Pastine, Bonomi, Grandoni, Galante, Mendez (all'80' Coco), Jurcic, Brambilla (al 90' Ficcadenti), Pecchia, Lentini, Sommese (al 41' Tricarico), Ferrante. A disposizione: Nista, Ivic, Minotti, Calaiò. All.: Mondonico.
Arbitro: De Santis di Tivoli.
Reti: Mendez 19' (T), Vieri 31' (I).
Spettatori: 66.294 di cui 52.610 abbonati per una quota parita di 1.491.049.741 lire e 13.684 paganti per un incasso di 603.944.000 lire.
Note: Ammoniti Mendez, Georgatos, Brambilla, Pastine e Pecchia. Angoli 7-5 per l'Inter, recupero 2' pt, 4' st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 14 febbraio 2000]
Per l'Inter quasi un classico. Appena comincia a parlare con entusiasmo e baldanza del suo futuro, subito confeziona un piccolo crimine calcistico. E' successo ieri a San Siro, dove il Torino, sbrigativamente dato per spacciato, non solo ha raccolto un pareggio che inorgoglisce la nazione granata, ma ha anche dato ai supponenti e confusi avversari una lezione di concretezza, che con un briciolo di buona sorte poteva trasformarsi in vittoria piena. L'Inter ne ha fatte di cotte e di crude, sbagliando e complicandosi la vita fino all'insensatezza, e questo ha favorito i granata, che hanno lavorato per proteggere la difesa, atteso l'attimo che trasforma il rospo in re con ardimento, ruvidezza, ma anche bella lucidità. Ieri il Torino a San Siro ha sfruttato, e nemmeno tutto, quello che un'Inter raramente così scompaginata e pasticciona ha combinato. Una partita dove l' Inter ha sempre cercato la vittoria, dimostrando che non basta imbottire la squadra di attaccanti di ogni formato per vincere una gara. E soprattutto diventa inspiegabile buttare all' aria gli equilibri faticosamente trovati (il trio difensivo Simic, Blanc, Cordoba) per inseguire una esagerata voglia di attacco. Idea rischiosa, che sa un po' di calcio amatoriale, che crea tanti guai quando è impugnata da giocatori che hanno interpretato nel peggiore dei modi questa idea. Ne è uscita un'Inter spesso zoppa, debolissima in copertura, sbilanciata, dove le percentuali di errore individuale sono state impressionanti. Inter per la prima volta con Vieri, Recoba e Baggio assieme dall' inizio, con il "codino" semplicemente nullo, con Vieri generoso, mai domo, capace di un gran gol di testa, ma poi micidiale nel fallire ogni altra occasione capitatagli. Bene era partito Recoba arretrato sulla sinistra, capace di inserimenti stordenti che il Toro accusava, senza riuscire ad imbrigliarlo. Prima di ammirare l' uruguagio si vedeva Galante colpire il palo di testa, e al 20' Sommese, servito da un rimpallo sull'arbitro, cercare il gol da 40 metri con Peruzzi ancora al limite dell' area, dopo la rimessa. Palla che finisce sulla traversa, difesa annichilita, Torino che lavora svelto e mette Mendez in posizione per battere come un centravanti vero. L'Inter schiuma di rabbia e si butta in avanti, trascinata da Recoba, ancorchè sofferente nelle chiusure a centrocampo, con i soli Zanetti e Di Biagio a tenere testa a cinque avversari. Undici minuti sono bastati per pareggiare, (dal 20' al 31' del primo tempo) poi è cominciata la sagra dell' approssimazione, degli errori, e delle cadute di lucidità. Recoba è un incontenibile ispiratore , ma dal 36' al 46' l'Inter sciupa quattro occasioni ghiottissime. Lippi si fa prendere la mano dalla necessità di vincere, toglie giustamente Baggio, mette Cauet a metà campo, poi spinge in avanti Recoba che diventa normalmente marcabile. Inizia l'assalto cieco e ottuso che il Toro si augurava, vengono buttati dentro anche Zamorano e Moriero, ma aumenta solo la confusione, perchè l'Inter non gioca a calcio, si butta dentro, o butta avanti palloni da ogni posizione, con frenesia, oppure si infila in combinazioni senza storia. Il Toro chiude, regge, e appena può replica, come al 20' quando Lentini vede schizzare sul palo una deviazione di testa degna dei bei tempi.