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Bentegodi
12/11/2000
h.15.00
CHIEVO - TORINO 4-2 (2-1)
Chievo
: Marcon, Longo, D'Angelo, Moro (al 79' Franchi), Franceschini, Baldi (al 54', Gorgone), Corini, Barone (al 67', De Cesare), Manfredini, Corradi, Fantini. A disposizione: Frezzolini, Passoni, Lanna e Cossato. All.: Del Neri.
Torino: Pastine, Mandelli, Fattori, Delli Carri, De Ascentis (al 46', Tricarico), Mendez (al 55' Galante), Venturin, Castellini, Pinga, Schwoch (al 79' Ferrante), Colombo. A disposizione: Nista, Brambilla, Asta, Semioli. All.: Camolese.
Arbitro: Dondarini di Finale Emilia.
Reti: Schwoch 1' (T), Moro 19' (C), Corradi 22' (C), De Cesare 67', 74' (C), Pinga 71' (T).
Spettatori: 4.898, di cui 1.366 abbonati e 3.532 paganti.
Note: Ammoniti Baldi e Gorgone.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 13 novembre 2000]
Per fare in modo che finisca questo indecente giro d'Italia della vergogna, qualcuno dovrebbe sussurrare all'orecchio dei signori del Torino (quelli, cioè, che si sono impadroniti di un patrimonio storico per trasformarlo in un pasticcetto ridicolo) che sarebbe ora di cambiare le finalità dei viaggi: meglio che vadano in giro a raccattare punti per salvarsi dalla serie C, anziché portare a spasso quest'ingiustificabile arroganza. Il Torino è una squadra sfatta, sfinita e forse finita: il Chievo l'ha maltratta senza ritegno e senza rispetto (giusto: questi granata stinti non ne meritano), spedendola nel punto più basso della sua storia e in quel posto della classifica che certifica la retrocessione virtuale. Il presidente Tilli Romero, portavoce del miliardario Cimminelli, uno che non conosce limiti nel fare danni - assicura che ci sono ancora spazi per puntare alla serie A. Nel quarto millennio, forse. Adesso, l'unica prospettiva realizzabile è un' umilissima salvezza, impresa che per altro non pare nemmeno semplicissima. Ieri il Torino aveva avuto in dono dal cielo un gol precocissimo (tocco a porta di vuota di Schwoch dopo 22 secondi), ma nemmeno a quello è riuscito ad aggrapparsi: nel giro di venti minuti, il Chievo aveva già ribaltato la situazione (Corradi e Moro, sempre su punizioni di Corini e sempre in mezzo a difensori imbambolati, per non dire del portiere), inchiodando i granata ai loro fragilissimi limiti. Dopo aver perduto cercando di difendersi, nella ripresa la squadra del povero Camolese (un punto in tre partite, ma chi riuscirebbe a ripristinare questa società senza criterio?) è sprofondata attaccando, offrendo quindi tutte le versioni possibili della sconfitta. Dopo aver torturato con il pressing, i veronesi hanno replicato con il contropiede, infilando con De Cesare la doppietta del 3-1 e del 4-2, con deridente facilità: più o meno come quando in settimana si fanno le esercitazioni tattiche con i birilli. Il Torino aveva tentando di rialzare la testa per un brevissimo periodo, realizzando con Pinga la rete del 3-2 (non si può dire che questi giocatori non si impegnino: sono proprio così, improvvisati come i loro dirigenti) e rispolverando nelle teste del Chievo un labile senso di timore reverenziale: l' illusione è durata tre minuti, con tutti i granata comicamente ribaltati in avanti e la difesa comicamente impacciata di fronte a ogni cambio di velocità. I tifosi granata - rimasti in silenzio per tutta la partita - hanno lasciato lo stadio dopo il 3-1 promettendo agguati lungo l'autostrada, minaccia che ha messo all'erta le forze di polizia: l'autobus sociale ha lasciato il Bentegodi un'ora dopo la fine della partita, con un carico di facce impaurite. Domani andranno tutti quanti in ritiro: non a cercare soluzioni per la sopravvivenza, ma espedienti per salvare la faccia e soprattutto l'incolumità fisica di fronte alla rabbia di un popolo umiliato.