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San Siro
14/09/2002
h.15.00
INTER - TORINO 1-0 (1-0)
Inter
: Toldo, Cannavaro, Cordoba, Materazzi, Coco, Zanetti, Dalmat, Di Biagio (al 65' Almeyda), Recoba (all'88' Emre), Crespo, Vieri. A disposizione: Fontana, Conceiçao, Adani, Pasquale, Vivas. All.: Cuper.
Torino: Bucci, Delli Carri, Fattori, Galante, Comotto, Conticchio (al 53' Balzaretti), Vergassola, Scarchilli, Castellini, Ferrante (al 63' Lucarelli), Magallanes (al 63' Osmanovski). A disposizione: Sorrentino, Garzya, Mezzano, De Ascentis. All.: Camolese.
Arbitro: Bertini di Arezzo.
Reti: Vieri 23'.
Spettatori: 66.134 di cui 48.911 abbonati e 17.223 paganti.
Note: Nessun ammonito, espulso al 42' Comotto per fallo di reazione, angoli 10-2 per l'Inter.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 settembre 2002]
Il primo gol del campionato lo ha segnato Vieri, il secondo Batistuta. Ci voleva un segnale di normalità nella stagione che comincia tardi, dopo l'estate svaccata dei litigi: adesso sappiamo che non bastano Sensi e Galliani, Corioni e Preziosi, le tv a pagamento e quelle gratis (ma con il canone) a sfasciare definitivamente il giocattolo perché qualcosa è sopravvissuto. A San Siro c'erano quasi 70 mila spettatori per vedere l'esordio dei nerazzurri con il Torino. L'avviso ai litiganti è che la gente non si è disgustata della loro cupidigia bottegaia e apprezza persino il calcio povero di tecnica e di spettacolo che si vede negli stadi italiani. Non tirino troppo la corda lisa. Molte cose sono tornate al loro posto. La Roma ha perso alla prima trasferta, l'anno scorso fu alla seconda (a Piacenza) ma l'avvio fuori casa fu terribile anche allora e furono punti alla fine decisivi. L'Inter per battere il Toro (1-0) si è aiutato con l'arbitro Bertini, cui Carraro aveva raccomandato di comportarsi con la trasparente correttezza della moglie di Cesare, e invece sembrava un cognato di Moratti. Dai primi minuti si percepiva la differenza nel valutare le situazioni. Vieri scattava al 6' oltre la difesa dei granata e l'impressione del fuorigioco non trovava il minimo riscontro nell'arbitro: pare che sul lancio ci fosse stato il tocco di un difensore granata. In compenso quando la punizione di Scarchilli finiva in porta al 26', il vivace guardalinee Mitro aveva già la bandierina alzata a indicare qualcosa sfuggito ai più. Lo definiremmo un fuorigioco fantasma, una nuova categoria di offside battezzata dagli assistenti di linea ai Mondiali quando giocava la Corea. Il Toro probabilmente avrebbe perso in ogni modo e il gol di vantaggio sta stretto all'Inter che ha sprecato tesori di occasioni a tu per tu con Bucci, ma il vedere che certi arbitri quando possono rubacchiano ai poveri ci ha rassicurato come quando da bambini si tornava dalle vacanze e nella stanza trovavamo tutti i nostri oggetti al loro posto. La bufera non ha sconvolto l'ordine delle cose e in quell'ordine di privilegi il Toro sta sempre molti scalini sotto l'Inter e le altre grandi. I granata, preceduti da una fama sinistra di inevitabile retrocessione, hanno dimostrato che sono invece una squadra dignitosa, non peggiore della maggioranza che affolla la serie A; un po' strettina nei rincalzi, tanto che l'assenza di Sommese è già una mezza sciagura nazionale, eppure capace di navigare in acque calme se la salute regge, l'attacco rinvigorisce e qualche frangia tifosa non chiede l'impossibile. Roba da ottavo-decimo posto, insomma. L'Inter ha sofferto l'organizzazione dei granata nel primo tempo. C'era curiosità per la coppia Vieri-Crespo, male assortita come un gelato al limone e cioccolata. I due si sono pestati i piedi, sebbene cercassero di non restare nello stesso fazzoletto: a parte una splendida triangolazione conclusa male da Vieri al 16' e un assist che Bobone ha scodellato nella ripresa all'argentino, che ha sparato in curva, l'intesa è tutta da costruire. Ma non c'è dubbio che quando i due la troveranno, insieme a una condizione fisica decente, la potenza dell'Inter in attacco sarà devastante, anche perché Cuper possiede suo malgrado quei giocatori che in Italia sono una fortuna: nel nostro calcio tattico e ingessato, chi sa sbaraccare gli schemi diventa micidiale. Uno è Recoba che si è visto pochino, l'altro è Dalmat, il migliore in campo, le cui accelerazioni affonderebbero qualsiasi difesa e quella del Toro non ha fatto eccezione. Al 23' il francese è partito sulla destra, ha sbaragliato Vergassola (inappuntabile per il resto), ha sradicato in dribbling Castellini e ha crossato dal fondo con potenza e precisione l'invito ideale per Vieri. Testa e gol. Sarebbe stato l'unico, anche se Bobone e i suoi compari hanno avuto altre occasioni d'oro nella ripresa e una (colpo di testa di Di Biagio da due passi) la respingeva addirittura Crespo, che si trovava spesso tra i piedi dei compagni. Il Toro girava bene e costruiva poco. La migliore palla gol l'aveva avuta Scarchilli al 14' dopo un paio di rimpalli fortunosi e Cannavaro ne aveva ribattuto l'intervento, non abbastanza reattivo. Nella loro leggerezza offensiva i granata arrivavano poco al tiro, né il fedele Bertini li premiava con un paio di evidenti punizioni su Magallanes al limite dell'area. Diventava decisiva l'espulsione di Comotto al 43': una testata contro Materazzi che neppure lo zio di Cimminelli avrebbe potuto ignorare, una vera imbecillità del giovane torinista, anche se sarebbe stato equo ammonire l'interista per quanto aveva combinato scatenando la reazione. Con un uomo in meno, sotto di un gol, il Toro riusciva soltanto a limitare i danni fino agli ultimi minuti quando cercava il colpo della disperazione che Lucarelli e Osmanovski, subentrati a Ferrante e a un intraprendente Magallanes non trovavano. Coraggio, per qualcuno il campionato deve ancora cominciare. La squadra di Cuper ha sofferto a lungo l'organizzazione dei granata di Camolese, poi l'espulsione di Comotto ha costretto Bucci e compagni a limitare i danni Recoba si è visto poco Quando una punizione di Scarchilli è finita in porta il guardalinee Mitro aveva già alzato la bandierina per un offside sfuggito ai più Nel finale Osmanovski e Lucarelli, subentrati a Ferrante e Magallanes, hanno invano tentato di sorprendere Toldo.