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Friuli |
15/12/2002 |
h.15.00 |
UDINESE - TORINO 1-1 (0-0) Udinese: De Sanctis, Kroldrup, Sensini,Manfredini (al 70' Sottil), Alberto, Pinzi, Pizarro, Pieri (al 78' Jankulowski), Muzzi, Iaquinta (all'82' Warley), Jorgensen. A disposizione: Renard, Gemiti, Caballero, Rossitto. All. Spalletti. Torino: Bucci, Comotto, Fattori, Delli Carri, Mezzano, Sommese (al 61' Balzaretti), De Ascentis, Vergassola, Castellini; Magallanes (all'83' Conticchio), Lucarelli (al 77' Ferrante). A disposizione: Sorrentino, Mantovani, Lopez, Scarchilli - All. Ulivieri. Arbitro: Tombolini di Ancona. Reti: Iaquinta 50' (U), Lucarelli 54' (T). Spettatori: 14.208 di cui 571 paganti e 13.637 abbonati. Note: Ammoniti Pieri, Manfredini, Magallanes, Mezzano e Conticchio. Cronaca [Tratto da La Stampa del 16 dicembre 2002] Il primo punto estemo stagionale del Toro dopo sei sconfitte consecutive e un gol in campionato di Cristiano Lucarelli dopo 1683' di digiuno sono eventi eccezionali: uno o l'altro, autonomamente, potrebbe bastare a ''segnare'' una partita. Vederli abbinati nella stessa giornata spedisce di diritto Udinese-Torino, incontro di per sé da annoverare fra quelli certamente non memorabili, nella galleria delle sfide che i tifosi granata, almeno loro, possono incorniciare. Che poi il primo pareggio della tribolatissima annata torinista e la prova gagliarda e ordinata che lo ha procurato possano essere interpretati come il segnale della riscossa, soltanto il futuro prossimo potrà dirlo. Per il momento, che la gente granata si accontenti di non dover aggiungere un altro capitolo al libro nero dei record. La caduta verticale della squadra di Ulivieri si è arrestata dopo 4 ko di fila, dopo 338' senza reti, nell'occasione forse più delicata, verosimilmente senza appello: perdere anche contro l'Udinese (deludente, dopo un mese di punti e gioco), dopo aver lasciato nomi importanti a casa (Galante, Garzya, Maspero) o in panchina (Ferrante, Conticchio), poteva davvero significare la fine. Delle speranze di salvezza, ma pure del ciclo del Renzaccio. Invece il Toro ha pareggiato (e, per quel che serve, ampiamente vinto ai punti) e ha dato finalmente un'impressione di sicurezza, organizzazione e serenità con la difesa a 4 mai in difficoltà sulle azioni manovrate bianconere e abile nel neutralizzare gli spauracchi Jorgensen e Muzzi, con due esterni (Sommese e soprattutto Castellini) ficcanti, con un De Ascentis in gran salute a far da filtro ma anche da propositore e con un Lucarelli capace di coronare il suo interminabile inseguimento al gol-tabù e poco dopo di andare vicino al bis dopo ima pregevole combinazione con l'inconsueto compagno di reparto Magallanes, a onor del vero l'unico granata opaco. Sia chiaro: non è stato un match esaltante. La prima parata (De Sanctis su Lucarelli, da 20 metri) è arrivata al 41' e i gol sono venuti con correzioni nell'area piccola tra il 10' e il 14' della ripresa. Però, se c'è stata una squadra che ha cercato la vittoria dall'inizio alla fine, questa è stata il Toro ridisegnato da un Ulivieri più elettrico che mai e sovente rampognato da Tombolini e dal 4° uomo Renosto. Granata sono state la prima occasione della partita (Sommese al 10') e pure l'ultima (De Ascentis al 94') sulle quali l'eterno Sensini ci ha messo stinco prima e testa poi per deviare in corner. Granata sono state anche le due azioni più belle: quella dell' 1-1 (59': garrincesco slalom sulla sinistra di Castellini e assist impossibile da sciupare per Lucarelli) e il triangolo LucareUi-Magallanes-Lucarelli che al 66' il bomber ritrovato ha chiuso con un tiro a giro alto di poco. Nel mezzo, poca, anzi pochissima Udinese. Merito della lucidità e della combattività del Toro, schierato con un 4-4-2 compatto, ma anche demerito dei bianconeri inesistenti sulle fasce con Alberto e Pieri e impalpabili davanti dove Iaquinta, troppo solo, era facile preda dei centrali granata, e il tandem Muzzi-Jorgensen, pur incrociandosi parecchio, non riusciva mai a trovare lo spunto buono. Spalletti si sbracciava dalla panchina, ma Bucci non correva mai pericoli. Finché, al 55', l'Udinese andava in vantaggio nell'unico modo possibile, cioè su calcio piazzato. Il bolide di Pizarro da destra trovava la deviazione in barriera di Vergassola, che smarcava a tre metri dalla porta laquinta, pronto a deviare la carambola in rete di testa e a scucire dalle tasche dei difensori granata altri 500 euro (la multa stabilita da Ulivieri per i gol subiti su palle inattive) che, come gli altri, finiranno in beneficenza. Perdere così, per il Toro sarebbe stata una beffa tremenda, la seconda consecutiva in trasferta dopo quella di Piacenza. E invece, dopo aver ringraziato laquinta, incapace di approfittare di un macroscopico malinteso Delli Carri-Bucci, in 4' i granata riagganciavano il meritatissimo pareggio. Castellini, decisivo già con il gol del 2-1 all'88' sul Bologna, faceva il fenomeno bevendosi tre udinesi e Lucarelli non poteva esimersi dal festeggiare un gol esterno 364 giorni dopo quello dell'1-1 di Lecce, 10 mesi e mezzo dopo l'ultimo segnato il 27 gennaio alla Lazio. Veniva quasi da piangere, al livornese. Per lui, adesso, potrebbe cominciare un altro campionato. Come per il Toro, forse. Anche perché è vero che il Brescia si è messo a volare, ma Como, Reggina, Atalanta e Piacenza hanno tutte perso. Se non altro, la speranza resta viva. Come la squadra vista a Udine. |
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