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Castellani |
11/01/2003 |
h.18.00 |
EMPOLI - TORINO 1-1 (0-0) Empoli: Berti, Belleri, Cribari, Pratali, Lucchini (all'85' Cupi), Giampieretti, Grella, Buscé, Vannucchi (al 73' Cappellini), Rocchi, Tavano (al 76' Geieco). A disposizione: Cassano, Agostini, Ficini, Mirri. All.: Baldini. Torino: Bucci, Comotto, Fattori, Delli Carri, Mezzano, Sommese (al 60' Balzaretti), De Ascentis, Vergassola, Castellini, Ferrante, Lucarelli (al 67' Magallanes). A disposizione: Sorrentino, Osmanovski, Lopez, Mantovani, Conticchio. All.: Ulivieri. Arbitro: Paparesta di Bari. Reti: Aut.Cribari 91' (T), Rocchi 93' (E). Spettatori: 4.958, di cui 3.755 abbonati e 1.203 paganti per un incasso di 25.565 euro. Note: Ammoniti Delli Carri, Lucarelli, Ferrante, Pratali, angoli 5-2 per l'Empoli. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 gennaio 2003] Dicono tutto quattro-parole-quattro mormorate a fine partita da Tilli Romero, scornatissimo presidente del Toro: "Abbiamo offeso la fortuna". Proprio così. Incredibile ma vero, nel bel mezzo di una stagione sfigata, i granata avevano artigliato a Empoli una vittoria che valeva oro al minuto 91, grazie a un clamoroso autogol del miglior difensore dei toscani, il brasiliano Cribari, che piace tanto alla Juve. Un 1-0 tutt'altro che rapinato, ma certamente non limpidissimo nonostante un rigore negato da Paparesta 23' prima per mani di Lucchini su tiro di Magallanes. Un 1-0 che avrebbe potuto cambiare la storia del tribolato campionato torinista. Invece, a 25" dallo scadere dei 3' di recupero la banda-Ulivieri, per meglio dire la sua difesa, ha insultato la buona sorte. Fattori ha calciato all'indietro una punizione che, se spedita in area empolese, avrebbe chiuso la contesa, Bucci ha rilanciato di piede e i toscani hanno ricostruito alla disperata. Lancio di Cribari, testa di Cappellini, sinistro dal limite di Rocchi e 1-1 al 47'35", con la retroguardia del Toro imbambolata, incredula, attonita e il Renzaccio furioso con i colpevoli del misfatto. Due punti pesantissimi sfumati sull'ultima raffica di un vento gelido che ha soffiato dall'inizio alla fine. Una mazzata che, a livello psicologico, potrebbe pesare persino più di una sconfitta. Il Toro, dopo la prima vittoria esterna stagionale, sarebbe stato solitario al quartultimo posto, a un punto dalla quota-salvezza. Oggi, invece, deve sperare nei guai di Piacenza, Reggina e Atalanta per non vedersi affossare. Davvero impossibile, con quel che è accaduto nel rocambolesco finale del Castellani, apprezzare il valore della seconda trasferta utile consecutiva dopo quella di Udine, del secondo risultato positivo di fila, un evento che in questo campionato in casa granata non si era ancora verificato. Il Toro fa un altro piccolo passo avanti in classifica, ma sciupa la più colossale delle occasioni per firmare quella svolta che da un mese e mezzo meriterebbe per il gioco espresso ma che, per un motivo o per l'altro, non arriva mai. Rigore negato a parte, fino al famigerato 47'35" della ripresa, ieri al Toro era andato tutto bene. Ieri il Toro aveva fatto una partita attenta, onesta, sicuramente non coraggiosissima ma più che degna, soprattutto nella seconda metà della ripresa quando, dentro Balzaretti e Magallanes per gli impalpabili Sommese e Lucarelli, aveva costretto i padroni di casa nell'angolo. Quel poco che aveva concesso, ci aveva pensato a neutralizzarlo un Bucci evidentemente stimolato nel modo giusto dall'imminente arrivo di Manninger (martedì, probabilmente, la presentazione dell'austriaco ex della Fiorentina in arrivo a parametro zero). Quel poco che era riuscito a costruire in attacco, anche per merito della bloccatissima difesa a 4 toscana, lo aveva sciupato Castellini al 3' (deviazione di testa mancata su punizione di Sommese) e tamponato miracolosamente Buscé al 17' st (pallone levato in area con una prodigiosa spaccata dai piedi di Balzaretti che si apprestava a freddare Berti). Si viaggiava verso un giusto pareggio e pareggio è stato, ma solo dopo quella micidiale girandola di emozioni e di harakiri che sono stati gli ultimi 3'. Con Ulivieri che adesso si ritrova un bel po' di problemi in più. Il morale, innanzi tutto: più in basso, c'è solo da scavare. La condizione e le modalità di impiego di alcuni giocatori, poi. Ieri, Renzaccio è tornato dopo un mese a riproporre dall'inizio la poco premiata coppia Lucarelli-Ferrante. Non è stata una sorpresissima, considerate le parole della vigilia che alimentavano, vista la disposizione tattica empolese, il ballottaggio fra Magallanes e "Ferro". La punta vera, però, l'ha fatta il solo livornese, reso innocuo da Cribari, mentre alle sue spalle Sommese e Ferrante non hanno mai creato pericoli nè gioco, nemmeno quando si sono scambiati corsia già al 16'. Vero è anche che ieri più che mai c'è stata frattura tra i reparti granata. Specie nel 1° tempo, centrocampo saltato da lanci lunghi utili una volta su 10. Bisognava provare a fare la partita ma senza farsi infilare dalle accelerazioni improvvise dell'Empoli, da tempo senza bomber (Saudati e Di Natale) ma sempre pronto a sfruttare gli spazi, ispiratissimo in avvio di 10 tempo con Vannucchi e di ripresa con Buscè, che ha sempre costretto al sacrifico Castellini. Dopo due paratone di Bucci (su Tavano ai 12' e su punizione di Vannucchi al 40') e nonostante il penalty non concesso, il Toro però era riuscito ugualmente a trovare il gol, anzi l'autogol. Sarebbe stata la prima botta di fortuna della stagione. Invece, i granata l'hanno presa a calci. Restano imbattuti nel 2003, ma domenica, contro il Como, se non vincono affondano. |
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