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Atleti Azzurri d'Italia
26/04/2003
h.18.00
ATALANTA - TORINO 2-2 (0-1)
Atalanta
: Taibi, Foglio, Natali, Sala (al 58' Pinardi), Bellini (al 71' Gautieri), Zenoni, Zauri, Dabo, Doni, Rossini, Pià (al 62' Bianchi). A disposizione: Calderoni, Carrera, Siviglia, Vugrinec. All.: Finardi.
Torino: Sorrentino, Comotto, Delli Carri, Fattori, Galante, Conticchio, De Ascentis, Scarchilli (all'80' Frezza), Donati (al 96' Mantovani), Castellini, Lucarelli (al 93' Osmanovski). A disposizione: Fontana, Vanin, Garzya, Campo. All. Ferri.
Arbitro: Palanca di Roma.
Reti: Donati 22', 90' (T), Doni 76',92' (A).
Spettatori: 15.471, di cui 10.958 abbonati e 4.513 paganti per un incasso 216.333 €.
Note: Ammoniti Fattori e Pià, recupero 1' pt, 6' st.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 27 aprile 2003]
Di partite finite male. Luca Palanca quest'anno ne aveva già diretta una: Toro-Milan 0-3, sospesa al 64' per le intemperanze degli ultrà granata e per i lacrimogeni della polizia che impedivano le prosecuzione del match. Così ieri ha pensato bene di inventarsi un rigore al 91' per scongiurare il bis, per evitare che un ko casalingo dell'Atalanta contro un Toro ormai spacciato scatenasse la contestazione. I granata avevano da pochi secondi segnato il 2-1, doppietta firmata con la morte nel cuore da Massimo Donati, imo che a Bergamo calcisticamente è nato e si è affermato. I curvaioli di casa avevano già cominciato a sciamare fuori, urlando rabbia, dopo 90' passati a incitare la loro squadra sotto striscioni molto minacciosi (''Volete i miliardi e un posto in Nazionale, continuate così e avrete un letto all'ospedale'' l'esempio più illuminante). Si delineava insomma un dopo-partita difficile, quando Zauri ha preso palla e si è fiondato verso l'area del Toro. Prima di entrarvi ha trovato Delli Carri e una sua gamba tesa. E si è tuffato. Niente fallo e, comunque, eventualmente l'intervento era fuori dai 16 metri. Palanca, ben appostato alle spalle dei due, ha colto l'assist e ha indicato il dischetto. Con la curva di nuovo piena di gente. Doni ha trasformato al 92' il penalty del 2-2 e alla fine gli ultrà nerazzurri hanno applaudito la squadra che 4 giorni prima avevano duramente contestato, dopo l'esonero di Vavassori, e che si stavano nuovamente preparando ad assediare. Dunque, grazie al previdente Palanca e alla freddezza di Doni, tutto tranquillo. O quasi. Perché subito dopo la fine, in mezzo al campo e poi negli spogliatoi, si è scatenata una tristissima rissa che ha coinvolto Comotto, Donati e un isterico Taibi, forse deciso a cantargliene quattro a quell'impertinente che aveva osato spingere sull'orlo del baratro la sua ex squadra. Così, con il secondo torto decisivo di fila dopo quello di Parma, il Toro ha visto sfumare in extremis una vittoria esterna che gli manca dal 30 marzo 2002, ma quantomeno ha rinviato la condanna aritmetica alla serie B. Arriverà comunque oggi, se la Reggina dovesse battere in casa il Parma. Al più tardi sabato prossimo, alla vigilia della marcia dell'orgoglio granata: pessima coincidenza. Il punto di ieri, che serve poco o nulla al Toro, rischia però di servire pochissimo anche all'Atalanta, ora quart'ultima alla pari con la Reggina. Situazione critica assai, quella degli orobici, incapaci di vincere nonostante 8 nitide pallegol. Confermati tutti i difetti emersi nella stagione e costati il posto a Vavassori: attaccanti che non vedono la porta (disastroso il brasiliano Pia), l'involuzione dei gioielli Doni e Zenoni, la difesa vittima di improvvise quanto fatali amnesie. Il Toro ha fatto quanto poteva fare e, nonostante le formazione rimaneggiata, ha dato persino più del solito/Fino al 91' è parso addirittura di rivedere la squadra che con Camolese era volata dal fondo della B all'Intertoto: coperta e fortunata, decisa e serena, spietata nello sfruttare le rarissime occasioni a disposizione e con un portiere capace di miracoli. Più che di Donati, questo gagliardo 2-2 porta infatti la firma di Stefano Sorrentino, ex quarto portiere promosso titolare da tre partite. Era rientrato male col Piacenza, pagando gli otto mesi senza campo. Ieri è stato prodigioso almeno 4 volte, su tiro da lontano di Dabo al 18', su colpi di testa di Rossini al 30' e Doni al 41 ' e, col piede, su botta di Dabo all'SB'. Altre volte si è salvato grazie alla traversa (Doni al 4'), alla sventatezza di Pia (impappinatosi da solo al 6' e all'8') e a un recupero provvidenziale di Conticchio (sul solito Pia al 50'). Nulla, invece, ha potuto al 76' sul piatto di Doni, liberato da Foglio, e al 92' sul rigore-regalo. Il Toro - con Lucarelli soltanto raramente assistito da Conticchio e Donati, coppia leggermente più avanzata del centrocampo a 5 aveva colpito al primo affondo (testa di Donati al 22' su cross di Comotto, con difesa rivale ferma) e nell'ultimo, che poi è stato anche il secondo (interno destro a giro al 90' di Donati, che dopo aver visto il pallone entrare si è messo le mani nei capelli). L'Atalanta nella ripresa è parsa a lungo paralizzata, incapace persino di abbozzare un assedio rabbioso. Sorrentino è rimasto più di mezz'ora senza parare, Finardi ha cercato il tutto per tutto aggiungendo Pinardi, Bianchi e Gautieri a Doni e Rossini. Ma senza l'aiuto di Palanca non ce l'avrebbe fatta. E a Romero, presidente granata, tocca di nuovo lamentarsi ''anche se ormai ho esaurito il livello di indignazione''.