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Giglio |
03/05/2003 |
h.15.00 |
TORINO - UDINESE 0-1 (0-0) Torino: Sorrentino, Comotto (al 72' Garzya), Galante, Fattori, Delli Carri, De Ascentis, Donati, Conticchio (al 59ì Frezza), Castellini, Lucarelli (al 75' Scarchilli), Ferrante. A disposizione: Fontana, Balzaretti, Vanin, Osmanovski. All. Ferri. Udinese: De Sanctis, Kroldrup, Sensini, Manfredini, Gemiti, Pinzi (al 79' Muntari), Pizarro, Pieri (al 69' Jancker), Jankulowski, Iaquinta (all'89' Felipe), Jorgensen. A disposizione: Bonaiuti, Podimani, Moro, Da Silva. All. Spalletti. Arbitro: Treossi di Forlì. Reti: Iaquinta 81'. Spettatori: 11.821 di cui 11.418 abbonati più 403 paganti per un incasso di 7.030 €. [Giocata a Reggio Emilia davanti a non più di 1.500 spettatori]. Note: Ammonito Kroldrup, il Torino retrocede in serie B matematicamente. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 maggio 2003] La retrocessione in serie B del Toro (quinta della storia, quarta negli ultimi 14 anni) era cosa scontata da più di due mesi, almeno. Per farla diventare ufficiale, aritmeticamente incontestabile, i granata hanno scelto il modo e il momento peggiori: una sconfitta subita tirando una sola volta in porta contro un'Udinese tutt'altro che irresistibile, capitata proprio alla vigilia del 54° anniversario della tragedia che ha stroncato il Grande Torino e della marcia tifosa dell'orgoglio. E' stata la partita-simbolo di una stagione da buttare. Novanta minuti di una noia indicibile, anche per colpa dei friulani di Spalletti, in piena corsa per la Coppa Uefa ma impoveriti da una lista di assenti lunga così (Bertotto, Alberto e Muzzi i più rilevanti) e condizionati da un ruolino di marcia esterno che nel 2003 comprendeva 5 ko e 2 pareggi su 7 match. L'Udinese, quantomeno, ci ha provato e ha corso di più. Tiri fuori (5 nel 1° tempo), cross velenosi (Gemiti e Pinzi nella ripresa, con Galante che sul 2° tentativo al 26' dopo una carambola salva sulla linea), ma una sola vera conclusione in porta, quella del gol decisivo firmato al 36' di testa da laquinta (già in rete nell'1-1 dell'andata) a coronamento della azione più bella vista ieri con tacco di Jorgensen a smarcare il neo entrato Jancker, pronto a crossare per l'ariete bianconero, giunto al 7° centro stagionale. Il Toro ha corricchiato, dimostrandosi ancora una volta inadeguato per la categoria. Ha avuto qualche scossa soltanto da Galante, De Ascentis e Frezza; Lucarelli non si è svegliato nemmeno ritrovando l'Udinese contro la quale all'andata aveva segnato l'unico gol del suo sciagurato campionato. De Sanctis è stato inoperoso fino al 77', quando ha dovuto distendersi sulla sua destra per deviare un piatto al volo dal limite di Frezza, assistito da Ferrante. Visti i risultati sugli altri campi, vincendo i granata avrebbero potuto rimandare di un'altra settimana la condanna. Invece no. Sono retrocessi dopo l'ennesima prova senza anima, nella desolazione del neutro di Reggio Emilia, con non più di 600 spettatori sugli spalti, compresi 200 friulani. ''E' stato un grande dolore - dice il presidente granata Tilli Romero -. Le ho vissute tutte, le 5 retrocessioni: questa è stata decisamente la più amara e deludente. Anche in questo 0-1 è mancato lo spirito giusto. Ho rivisto la squadra del derby di andata, delle sconfitte interne col Parma e col Piacenza. Per ripartire servirà un atteggiamento che sia l'esatto opposto''. E pure giocatori convinti, motivati, battaglieri. Non certo recalcitranti alla discesa in B. Romero fa subito chiarezza: ''Chi ha un contratto, dovrà rispettarlo. In questo Toro nessuno può vantare titoli per fare ribellioni''. Guardarsi indietro, intanto, ora è esercizio sgradevole, pesantissimo ma pure indispensabile. Per cercare di non ripetere più errori e orrori. La lista è interminabile, piena di numeri che fanno arrossire come i 4 allenatori invano alternatisi in panchina, i 53 gol subiti e i 21 fatti, le 0 vittorie esterne, lo 0-6 patito dal Milan, i due 0-4 interni incassati da Juve e Parma. Non mancano i record negativi assoluti per il Toro quasi centenario: le sconfitte stagionali (19) e quelle interne (9), le giornate di squalifica del campo (5) e la condanna alla B più rapida (3 turni alla fine). Potrebbe bastare e invece nel libro nero del campionato 2002/2003 c'è tanto altro: i blitz ultra per contestare squadra (a Orbassano) e società (in sede, con spargimento di letame), una notte di vergogna come quella della partita sospesa contro il Milan, gli inutili silenzi-stampa dei giocatori, un mercato fatto senza soldi né idee ma con tante promesse, i comici passaggi dell'ufo-Manninger e del miracolato Statuto, ingaggiato a gennaio per un totale di due presenze in panchina e zero in campo. Tutti colpevoli, società in testa. Tranne Ferri, ultimo arrivato a traghettare la squadra verso la B, e la coppia Zaccarelli-Cravero, che ha da poco cominciato a programmare il futuro. Non sarà facile ripartire, dopo il disastro che si è completato ieri, dal peggior Toro di sempre. ''In società - dice Romero - l'autocritica l'abbiamo già fatta. Stiamo lavorando per tornare immediatamente in A''. Anche se la gente granata di Cimminelli non ne vuole più sapere? "Lo diciamo da tempo: se arriveranno offerte serie e concrete le prenderemo in considerazione. In caso contrario, resto convinto che una squadra che torni vincente e che ritrovi il carattere giusto possa riconquistare la fiducia dei tifosi a prescindere da chi ci sia in società''. |
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