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Giglio |
17/05/2003 |
h.15.00 |
TORINO - EMPOLI 1-1 (0-0) Torino: Sorrentino, Galante, Mezzano, Mantovani (al 76' Donati), Vanin (al 64' Frezza), Conticchio, De Ascentis, Vergassola, Castellini, Ferrante, Osmanovski. A disposizione: Fontana, Garzya, Delli Carri, Comotto, Scarchilli. All.: Ferri. Empoli: Berti, Belleri, Cribari, Pratali (al 30' Lucchini), Buscé, Giampieretti, Grella, Rocchi, Cappellini, Di Natale (al 68' Vannucchi), Tavano (all'86' Atzori). A disposizione: Cassano, Ficini, Padoin, Grieco. All.: Baldini. Arbitro: Pellegrino di Barcellona Pozzo di Gotto. Spettatori: 12.381 di cui 11.418 abbonati e 963 paganti per un incasso di 14.295 €. Si giocava sul neutro di Reggio Emilia davanti a non più di 1.200 spettatori. Reti: Di Natale 67' (E), Donati 85' (T). Note: Nessun ammonito, calci d'angolo 7-3 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 18 maggio 2003] Botta di Di Natale, risposta di Donati, tutto nella ripresa. Pari e patta tra Empoli e Toro, risultato ormai senza alcuna importanza per i granata mentre i toscani possono festeggiare la salvezza matematica, grazie alla classifica avulsa che li mette al sicuro, con una giornata d'anticipo. A parte i due gol e una traversa centrata da Belleri in avvio, poche le emozioni per una partita dall'esito prevedibile che contava solo per l'Empoli, seguito da un migliaio di tifosi, contro una cinquantina di fedelissimi granata. Con il punto di ieri, il Toro ha raggiunto il Como e sabato prossimo, sulle rive del lago, disputerà una sorta di spareggio per cercare di evitare di salutare la serie A come fanalino di coda. Ma l'ultima trasferta servirà soprattutto per valutare chi tenere, insieme con i rientri di Pinga, Tiribocchi, Mandelli e Martinelli dai prestiti al Siena e il probabile riscatto di Semioli dal Vicenza, per costruire una squadra in grado di risalire subito nella massima divisione. A Reggio Emilia, c'è stata la conferma di Vanin e Mantovani, due giovani di sicuro avvenire, nonché di Mezzano e Castellini, elementi ormai collaudati. Per il resto, Ezio Rossi, che salvo colpi di scena legati a un possibile ribaltone societario sarà il nuovo tecnico, dovrà concertare con gli altri responsabili chi tenere e chi cedere tra i componenti la vecchia guardia. Ma chi guiderà il Torino Calcio? L'interrogativo è più che mai d'attualità. Francesco Cimminelli, sempre più deciso a passare la mano ma non a svendere il club e i permessi edilizi per le opere legate alla ricostruzione del Comunale e del Filadelfia, ha affidato a una società di revisione il compito di valutare il Toro. I professionisti inizieranno domani il loro lavoro e la quotazione servirà come base per le vere trattative che entreranno nel vivo tra una ventina di giorni, dopo che Cimminelli, in occasione dell'assemblea dei soci, avrà azzerato il capitale sociale per ricostituirlo e coprire le perdite. E intanto continuano le grandi manovre per mettere le mani sul Toro. Ogni giorno si legge sui giornali il nome di un nuovo candidato che spiega come, insieme con altri imprenditori, potrebbe acquistare la società. Più che le parole, a questo punto contano unicamente i fatti, ossia la liquidità indispensabile per convincere Cimminelli a farsi da parte. Cordate, azionariato popolare, e altre iniziative s'intrecciano ai discorsi da bar, mentre anche ieri al Giglio campeggiava il solito striscione: "Cimminelli vattene". E il patron è disposto ad accontentarli, tirandosi fuori da un mondo che non gli appartiene. Dopo la retrocessione, capisce che non potrà recuperare il denaro investito in questo triennio nell'azienda calcio, ma non regalerà il Toro. Non fa cifre, tuttavia la quotazione dovrebbe partire da 80 milioni di euro, trattabili. Una volta acquistato il pacchetto di maggioranza delle azioni, bisognerà aggiungere altri capitali per costruire un organico per una promozione immediata e per rimanere a lungo in serie A, evitando altre sofferenze e altre umiliazioni alla tifoseria torinista. Tra i gruppi in corsa, ce n'è uno che non è ancora venuto allo scoperto e che, forse, ha in tasca gli argomenti più solidi e convincenti: 150 milioni di euro da spalmare in due anni nell'operazione Toro. Nessuna intervista, gente che agisce con la massima discrezione, proprio come piace a Cimminelli il quale non intende trattare con chi si vuole fare della facile pubblicità o con i politici. Chiara l'allusione all'ingresso in campo di Forza Italia e della Margherita. Lo stesso Tilli Romero, a Reggio Emilia, dice che quello dei politici è il classico gioco delle parti. "Per il momento c'è un grande fermento verbale". Romero conferma che Cimminelli non ha ancora ricevuto proposte concrete: "L'azionista ha avuto uno sfogo di malessere giustificato. Noi siamo dispostissimi ad esaminare le offerte serie. Siamo lavorando su due fronti, quello della eventuale vendita e quello per rifondare la squadra". E il Toro sa bene, per averlo già provato sulla propria pelle per ben quattro anni negli ultimi sei, che la serie B non è una passeggiata e non basta avere un blasone e una tradizione nobili per centrare la promozione al primo colpo. Ci vogliono giocatori all'altezza e motivati, uno staff tecnico che conosca la categoria e una società solida, e con le idee chiare. Da oggi al lavoro lo staff dei revisori incaricati dal patron Cimminelli di valutare l'entità del patrimonio societario. |
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