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Penzo |
09/11/2003 |
h.15.00 |
VENEZIA - TORINO 2-1 (2-0) Venezia: Soviero, Turato, Maldonado, Giubilato, Bianchi (al 75' Orfei), Brellier, Anderson, Manetti (all'86' C.Fernandez), Babù (al 64' Leandro), Miramontes, Guidoni. A disposizione: Benussi, Nelino, Mazzeo, Islas. All. Gregucci. Torino: Sorrentino, Adami, Mandelli, Mezzano (al 59' Fernandez), Balzaretti, De Ascentis (al 46' Fabbrini), Masolini (al 46' Conticchio), Vergassola, Tiribocchi, Ferrante, Pinga. A disposizione: Fontana, Marchese, Rizzato, Osmanovski. All. Ezio Rossi. Arbitro: Romeo di Verona. Reti: Guidoni 7', 33' (V), Ferrante 61' (T). Spettatori: 3.137 per un incasso totale di 30319,78 euro, di cui 1.875 paganti e 1.262 abbonati. Note: Ammoniti Vergassola, Adami, Guidoni, Soviero e Tiribocchi. Angoli 9-3 per il Torino, recupero 1' pt, 5' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 10 novembre 2003] Venezia ancora fatale al Torino, che continua a non raccogliere un successo al Sant'Elena dal 1962. Ma la cabala c'entra molto poco, ad aver smarrito il filo logico del gioco e del carattere sono stati tutti i giocatori granata con pochissime eccezioni. Il terreno infame della società nerorossoverde ha sicuramente avuto un'incidenza sulla stabilità fisica dei granata soprattutto nei primi minuti del match, ma poi è prevalsa l'insicurezza mentale collettiva della Bossi-band. Oltre alla sconfitta, che comunque grazie ai risultati delle avversarie mantiene il Toro al settimo posto ad un punto soltanto dall'ultima posizione possibile per la promozione, è a scarsa concentrazione e determinazione palesata dai granata a destare molta preoccupazione. E in trasferta è ben peggiore cosa che in casa, perchè raddrizzare come in laguna due reti, diventa un problema insormontabile. Il Venezia di Gregucci naviga in zona retrocessione ma si sa esaltare con le grandi o cosiddette tali (come il Palermo che aveva faticato per ottenere uno striminzito pareggio), e mette subito in mostra le sue pur ridotte capacità. Nessun timore referenziale innanzitutto e poi difesa ben avvinghiata attorno a Pinga, Ferrante e Tiribocchi, centrocampo illuminato dalle geometrie semplici ma efficaci di Manetti e poi un trio offensivo (Guidoni, Babù e Miramontes) che ha molti motivi personali per rendere esplosivi i propri tacchetti. Con tutti questi presupposti nella testa Rossi dispone la migliore difesa ipotizzabile, con Balzaretti a sinistra e Mezzano al centro dell'area con Mandelli dando fiducia ad Adami a destra. De Ascentis vince la competizione con Conticchio e va ad affiancare un Masolini, sí volenteroso, ma di un'imprecisione nei tocchi sia larghi che ravvicinati da far rabbrividire, e Vergassola nervoso ed impreciso come poche altre volte. Chissà se la questione contratto, come sembra dai risultati, sta innervosendo troppo il capitano. C'è spazio una manciata di minuti per scoprire che il Toro, traballa e tanto. Su un corner non finalizzato di Pinga, il rovesciamento di fronte che porta in vantaggio i lagunari. Anderson vede libero al limite dell'area Guidoni che calcia sporco e sul quale interviene in disperato tentativo di recupero Mandelli. La palla schizza sul polpaccio del difensore, che stava affannosamente rientrando dall'area avversaria dove si era portato per dare piú centimetri all'offensiva granata, e tradisce Sorrentino che tocca la sfera ma non ne frena la corsa verso la rete. Il gol iberna i granata che paiono statuine instabili senza un maestro d'orchestra. Pinga non è ispirato e cerca cross lunghi che non hanno nè arte nè parte, il centrocampo soffre l'aggressività veneziana e la difesa inevitabilmente annega nuovamente al 33'. E' ancora Guidoni a guidare la sommossa lagunare, inzuccando nell'area piccola una punizione di Manetti. Anche in questo caso però la sfortuna ci mette una piccola zampa, con Mezzano che sulla linea sfiora il cuoio ma non da ostacolarne la corsa. Sul Toro scendono le tenebre. L'unica conclusione verso Soviero si registra al 37' con Ferrante che aggancia al volo di destro una punizione di Pinga, che si perde però alta sulla traversa. Rossi nell'intervallo opera due sostituzioni per cercare di ridare vita a una squadra-ombra: Fabbrini sostituisce De Ascentis e Conticchio rileva Masolini. In tribuna Romero e Zaccarelli, intanto, restano muti, choccati da tanta penuria di gioco. Il Venezia, sazio, sa che deve evitare di chiudersi e prova a tenere in apprensione la retroguardia granata con le discese senza sbocco di Babù e la tenacia di Guidoni. La partita si riaccende per le sorti granata al 16' quando Ferrante (122 gol, a un passo dal record di Graziani) di testa corregge in rete sul palo più distante un calcio d'angolo di Pinga. E' il fiammifero che potrebbe alludere al fuoco, invece è solo illusione. Le azioni si stoppano nei dintorni dell'area veneziana senza trovare un varco propizio. L'ingresso di Fernandez al posto di Mezzano ridà sicurezza alla difesa ma è tardi. I minuti finali sono il classico arrembaggio verso un salvagente più che ad una scialuppa. I cinque minuti di recupero concessi da Romeo animano il Toro come mai prima. Tocca a Soviero respingere di piede una conclusione ravvicinata di sinistro di Balzaretti servito da Ferrante. Poi il giallo sull'incornata di Tiribocchi che Orfei respinge sulla linea con il braccio e Soviero abbranca con la disperazione di chi vede la luce. Il pareggio sarebbe stato comunque un premio eccessivo. |
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