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Bentegodi |
30/11/2003 |
h.15.00 |
HELLAS VERONA - TORINO 0-0 Hellas Verona: Pegolo, Cassani, Comazzi, Biasi, Dossena, Cossu, Italiano, Mazzola (al 18' Lomi), Melis (al 70' Pisanu), Papa Waigo (al 56' Mihalcea), Myrtaj. A disposizione: Doardo, Almiron, Minelli, Campana. All. Salvioni. Torino: Sorrentino, Adami (al 78' Franco), Mandelli, Fernandez (al 75' Mezzano), Balzaretti, Pinga, De Ascentis, Vergassola, Rizzato (al 62' Castellini), Ferrante, Fabbrini. A disposizione: Fontana, Masolini, Conticchio, Osmanovski. All. Ezio Rossi. Arbitro: Giannoccaro di Lecce. Reti: - Spettatori: 9.152 di cui 7.220 abbonati e 1.932 paganti. Note: Terreno in pessime condizioni, ammoniti Balzaretti, Adami e Lomi. Angoli 5-3 per il Torino, recupero 3' pt, 5' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 1 dicembre 2003] . I veri brividi di una delle partite più noiose e scadenti delle prime 17 giornate della serie B purtroppo sono stati di sorpresa e di paura e nulla c'entrano con il calcio. Se Verona e Toro hanno fatto poco per superarsi in campo (una traversa gialloblù e un palo granata nella ripresa dopo un primo tempo da censura), sugli spalti gli ultra veneti hanno stravinto il match della stupidità trasformando verso la mezz'ora del 2° tempo il loro civile sciopero del tifo contro la proprietà del club e le voci di fusione con il Chievo in un'irruzione in tribuna tollerata e anzi autorizzata dalle forze dell'ordine. Poi, se la sono presa un po' con tutti, sbraitando e dimenandosi: con il patron Pastorello, con l'allenatore Salvioni, con i loro giocatori, con il granata Franco appena entrato e subito bersagliato dagli ululati razzisti specialità della casa. Indisturbati si sono infine diretti verso la curva della gente del Toro e, mentre in campo la palla girava, lassù scoppiava addirittura una bomba-carta. Una decina di minuti di ordinaria follia ultra che sarà bene non dimenticare perchè ieri abbiamo avuto la conferma che contro la violenza negli stadi non si può e si non deve mai abbassare la guardia. Da dimenticare, semmai, c'è molto di questo 0-0, il secondo stagionale per le due protagoniste, che non cambia di molto la classifica di Verona e Toro ma che mette in evidenza difetti già conosciuti. L'unica nota positiva per Salvioni e Rossi è la difesa imbattuta: all'Hellas, quintultimo e senza vittorie dal 25 ottobre, l'impresa era riuscita due sole volte; per il Toro, sempre quinto ma con un solo punto su Messina e Piacenza, è il terzo zero incasellato negli ultimi 4 incontri alla voce gol subiti. Anche se al tirar delle somme il pareggio è equo e, anzi, il Verona nella ripresa ha messo assieme in 13' ruggenti più palle-gol che il Toro in tutti i 90', per i granata trattasi dell'ennesima occasione sciupata, di una nuova opportunità non colta per fare il salto di qualità (in classifica e nella mentalità). Per condizioni psicologiche e per spessore tecnico non avrebbe dovuto esserci partita. Da una parte un Verona nervoso, nel mirino dei tifosi rimasti fino al 75' a presidiare la curva Sud, fuori dallo stadio; dall'altra un Toro sereno, con giocatori appena accontentati nelle loro rivendicazioni economiche. Di qua gialloblù frenetici nel loro cercare sempre un'improbabile manovra di prima e con un discreto numero di elementi impresentabili (Comazzi, Cassani, Melis, Papa Waigo, il Myrtaj del 1° tempo); di là granata subito pronti a imporre gioco, a controllare il centrocampo con Vergassola e De Ascentis, mai in difficoltà dietro contro la sconclusionata coppia straniera veronese. Trama chiara fin dall'inizio, valida per 45', ma insufficiente a produrre il vantaggio del Toro a causa di qualche dèjà-vu preoccupante per Rossi: il Pinga lezioso che gira a vuoto, gli attaccanti statici e incapaci di approfittare delle ripetute amnesie della retroguardia rivale, l'utilizzo esclusivo della fascia sinistra (quanto manca Fuser dall'altra parte..). Taccuini quasi vuoti, dunque. Due paratine di Regolo su Rizzato (8') e Fabbrini (9'), nessuna di Sorrentino. Dal Verona, una sola iniziativa gentilmente concessa al 29' da Fernandez (capiterà altre volte, nella ripresa) ma malamente sprecata da Myrtaj. Sarebbe stato legittimo attendersi nella ripresa qualcosa in più dal Toro, se non altro a livello di spinta e di incisività. Pinga, invece, ha continuato a rimanere ai margini del gioco; il cambio giusto l'ha trovato Salvioni (Mihalcea per Papa Waigo) e Fernandez ha esaltato la sua vena gigionesca e autolesionistica fino alla sostituzione (dentro Mezzano, al 30'). Di marca granata, solo due incornate del grintoso Fabbrini: al 6', dopo punizione di Pinga, vola Pegolo per schiaffeggiare in corner; al 7' palla a lato dopo cross di Vergassola. Poi, con le squadre che si allungano e gli spazi che si allargano, ha buon gioco il contropiede gialloblù con Mihalcea e Myrtaj che si trovano al volo e Cossu che tracima a destra. Quattro rischi veri, fra il 23' e il 36', per il Toro: due difficili respinte di piede di Sorrentino, un rasoterra di poco fuori di Myrtaj e, al 26', l'autotraversa di Mandelli su centro di Cossu. Nel mezzo, Fabbrini che al 32' di testa pareggia il conto dei legni (cross di Adami da destra, finalmente). Poi, dopo la bomba e la paura in tribuna, la sordina in campo. Rotta solo al 46' da un'opportunità granata all'insegna del toh, chi si rivede: diagonale di Castellini, Franco che arriva tardi per la deviazione. E' uno 0-0 che allunga a 4 la striscia dei risultati positivi ma è un Toro che proprio non decolla. Secondo 0-0 stagionale per le due squadre, le difese imbattute unica nota positiva per gli allenatori. I gialloblù in 13' hanno creato più palle-gol che il Toro in tutti i 90' |
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