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Artemio Franchi |
05/06/2004 |
h.20.30 |
FIORENTINA - TORINO 1-0 (1-0) Fiorentina: Cejas, Maggio, Viali, Delli Carri, Savini, Di Livio (al 70' Camorani), Piangerelli, Carrus (al 73' G.Fontana), Ariatti, Graffiedi, Riganò (al 23' Fantini). A disposizione: Roccati, Lucarelli, Maspero, Manfredini. All. Mondonico. Torino: Sorrentino, Balzaretti, Mandelli, Mezzano, Marchese (all'82' Saber), Conticchio, De Ascentis, Rizzato (al 66' Tiribocchi), Pinga, Ferrante (al 45' Fontana). A disposizione: Martinelli, Emiliano, Mudingayi, Franco. All. Ezio Rossi. Arbitro: De Santis di Tivoli. Reti: Graffiedi 45'. Spettatori: 24.675 di cui 21.425 abbonati e 3.250 paganti. Note: Ammoniti Mezzano, Mandelli, Marchese, Ariatti, Tiribocchi, Pinga, Conticchio, Viali e G.Fontana. Espulso Sorrentino al 45'. Cronaca [Tratto da La Stampa del 6 giugno 2004] Ogni imprenditore porta nel calcio qualcosa del settore in cui lavora. Così se Diego Della Valle, il signor Tod's, prova a fare le scarpe a Mondonico, benché con lui questa Fiorentina abbia ottenuto la media-punti più alta della serie B, Cimminelli ha costruito un Torino di plastica come le borse di Vuitton vendute dagli extracomunitari. Di plastica è stata anche Fiorentina-Torino, almeno nel primo tempo, sebbene in questo il Cimmi non ci abbia messo il naso. Abbiamo visto, nel finale della serie A, partite strane, giustificate col fatto che una delle due squadre aveva tutto da guadagnare e l'altra niente da perdere. Tuttavia mantenevano nella loro falsità una traccia di stile che salvava le apparenze. Ieri pure questo limite è saltato per 45 minuti, cioè per il tempo sufficiente a creare il risultato. Venerdì a Coverciano si sussurrava che Pairetto e Bergamo potrebbero essere pensionati dal loro incarico di designatoli arbitrali: se serve una ragione in più per farlo è che abbiano sopportato e persino valorizzato De Santis, che instilla sempre cattivi pensieri, almeno sulle sue capacità. Un arbitro così è giusto fermarlo. Definitivamente. Ieri la gente rideva di gusto, non potendo irritarsi né inferocirsi dal momento che la direzione del tivolese sospingeva la Fiorentina come non sapevano fare i piedi marmorei dei viola che faticano a controllare la palla e ad azzeccare un passaggio di due metri. Però a Firenze conoscono il senso del ridicolo e quel modo di fare imbarazzava persino la curva Fiesole, poco abituata ai regali. Quando De Santis per completare la rappresentazione ha fischiato il rigore che ha schiodato il match, nel primo minuto di recupero del primo tempo, tutti hanno avuto la percezione che aspettasse un contatto, anche solo un'ipotesi di contrasto, per fischiare il penalty: Conticchio ha alitato su Graffiedi, perché il tocco sulla spalla era un buffetto, e tanto è bastato. La cosa ha fatto saltare la mosca al naso al Toro, che fino a quel momento aveva piegato il collo sotto alla mannaia, deciso a non disturbare l'esecuzione già scritta. Sorrentino calciava via la palla, suscitando nell'arbitro la sensazione che volesse colpirlo: e su quella intuizione straordinaria De Santis estraeva il cartellino rosso lasciando il Toro in dieci per tutta la ripresa, perché usciva Ferrante (guarda un po') per far posto al portiere di riserva Fontana. La somma degli abusi convinceva i granata a entrare in partita e la ripresa almeno era più vera. Anzi, se Fabbrini al 33' non avesse visto la sua deviazione di testa ribattuta prima da un palo e poi dall'altro, la Fiorentina ormai del tutto sciapa sarebbe entrata nel dramma. Con De Santis più equilibrato, ma generoso nelle ammonizioni (dieci) il Toro trovava almeno un parziale riscatto. Troppo poco, però. Cosa si può due di un match che un critico teatrale commenterebbe meglio? La Fiorentina ha vinto grazie a quel rigore generoso, forse l'unico modo per centrare la porta, e ormai vede lo spareggio con il Perugia, perché è improbabile l'aggancio a chi le sta davanti. Doveva arrivare alla vittoria. Ha trovato un avversario arrendevole nel primo tempo. Le marcature del Toro sia a centrocampo che in difesa erano a vista, i viola avevano il tempo di prendere il tè prima che un avversario arrivasse a contrastarli. Nessuna pressione, persino De Ascentis si asteneva dal mordere. Pinga trovava terreno fertile per i suoi umori di quest'anno: poteva nascondersi dentro passaggetti insipidi. In parecchi risultavano non pervenuti, come le temperature di Campobasso nei bollettini meteo. Insomma era la degna prosecuzione degli ultimi tre mesi granata. Nonostante avesse a sua disposizione conclusioni agevoli e le porte sempre dischiuse verso l'area, la Fiorentina non riusciva mai a buttarla dentro. I due centrocampisti, Piangerelli al 27' e Carrus al 44', sbagliavano l'incredibile. Riganò usciva dopo venti minuti privando la squadra dell'unico suo ariete e sarebbe grave che l'infortunio muscolare gli impedisse di partecipare al finale di stagione. Riganò è l'unica carta che Mondonico può giocare in zona gol. Le azioni macinate in continuità inciampavano nei controlli goffi di giocatori modesti, perchè ci avevano detto che la qualità dei viola è grezza ma non immaginavamo tanto e prima di affrontare il Perugia Mondonico dovrà applicarsi a insegnare la tecnica a gente refrattaria al palleggio: Di Livio, in tanta compagnia, sembra Beckham ed è già abbastanza per capire che non si può pretendere lo spettacolo da chi non lo può offrire. |
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