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Bentegodi |
23/01/2005 |
h.15.00 |
HELLAS VERONA - TORINO 2-0 (1-0) Hellas Verona: Pegolo, Cassani, Comazzi, Biasi, Dossena, Behrami, Mazzola, Italiano (al 79' Guarente), Adailton (al 79' Cossu), Bogdani, Papa Waigo. A disposizione: Van Stratten, Gervasoni, Agnelli, Iunco. All.: Ficcadenti. Torino: Berti, Comotto, Mezzano, Mantovani, Balzaretti, Mudingayi, Codrea (al 63' Marinelli), De Ascentis, Franco (al 69' Quagliarella), Marazzina (al 76' Maniero), Pinga. A disposizione: Marchetti, Carbone, Peccarisi, Conticchio. All.: Rossi. Arbitro: Dondarini di Finale Emilia. Reti: Behrami 41' , Cossu 86'. Spettatori: 12.737 di cui 7.229 abbonati e 5.508 paganti. Note: Ammoniti De Ascentis, Pinga, Italiano, Dossena, Cossu e Papa Waigo. Espulso all'85' Marinelli per una gomitata a palla lontana volontaria a Guarente. Il Torino ha fallito un calcio di rigore al 25' con Marazzina. Esordio con la maglia del Torino numero 99 per il portiere Berti che ha sostituito lo squalificato Sorrentino e l'infortunato Fontana. Angoli 7-3 per il Verona, recupero 2' pt, 3' st. Sugli spalti circa 250 tifosi del Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 gennaio 2005] Per la prima volta nella sua storia di serie B, lunga ormai 8 campionati e 296 partite, il Toro ha perso tre volte di fila. Il grave è che il terzo ko è arrivato ieri sul campo del Verona in quella che doveva essere la partita decisiva per Ezio Rossi. Tecnico esonerato, dunque? Niente affatto ed è giusto così. Perché il 2-0 che lancia i gialloblu al 3° posto e fa scivolare i granata al 4° è una sconfitta bugiarda quasi quanto quella ormai diventata aneddotica subita in casa contro il Piacenza 100 giorni fa. Per andare avanti con Rossi, la società chiedeva almeno di ritrovare una squadra combattiva e arrembante, di rivedere gioco e occasioni. In sostanza, di invertire la rotta pericolosa intrapresa contro AlbinoLeffe e Treviso. Cimminelli e Romero, Zaccarelli e Cravero sono stati accontentati. Salvo in un particolare, non certo secondario: il risultato, quasi incredibile. Il Toro ha tenuto in mano il match per almeno 75', ha avuto la prima clamorosa palla-gol già al 6', ha sbagliato un rigore con Marazzina al 25' e nella ripresa, prima di crollare, si è costruito altre tre occasionissime per pareggiare. Alla fine, per spiegare il 2-0, non c'è che un modo: elencare l'incredibile serie di errori individuali che hanno letteralmente regalato la vittoria a uno dei più timidi e fortunati Verona visti in questa stagione al Bentegodi. Quattro gaffe, quattro protagonisti differenti. Comincia subito Franco, al suo ritorno su un prato che tre anni fa lo vide autore di un gol decisivo da favola: incrocia bene da destra a sinistra sul lancio di De Ascentis ma, a tu per tu con Pegolo, tenta il tiro al volo col mancino che non è il suo piede e s'incarta sul pallone. Da ridere o da piangere, fate voi. Poi tocca a Marazzina: dopo aver rischiato di farsi parare il suo primo penalty contro il Catanzaro, calcia fuori, con Pegolo partito in anticipo e avanzatissimo al momento del tiro dell'ex del Chievo. Al 41' a tradire è Codrea, fin lì inappuntabile nel dirigere il traffico. Il romeno gigioneggia a centrocampo, si fa soffiare palla dal tostissimo Behrami che s'invola verso Berti per poi freddarlo con un diagonale destro imprendibile, senza la minima opposizione di Mezzano e Mantovani, incastrati dal loro unico errore. A completare lo sciagurato poker ci ha poi pensato al 40' della ripresa Marinelli. Entrato 22' prima al posto di Franco, l'argentino ha ritenuto opportuno legare il ritorno in granata all'ultima immagine della sua breve avventura di due stagioni fa; se ne andò dopo un'espulsione rimediata nel derby, torna con un altro stupido rosso (gomitata a Guarente) che precede di 60'' il raddoppio del Verona (Cossu, dopo papera di Balzaretti). Per completare il quadro di un pomeriggio stregato, basta aggiungere le prodezze di Pegolo compiute nella ripresa sul colpo di testa di Marazzina al 5', sulla saetta da lontano di Mudingayi sa 16', con successivo coraggioso tuffo sul tap-in a colpo sicuro di Mezzano, e il lob da 35 metri di Marazzina finito al 27' a fil di palo dopo folle uscita dello stesso portiere veronese. Tanto, tantissimo Toro, in sostanza. Troppo autolesionista e leggero sotto porta, però. E spesso ingenuo nel cadere nelle provocazioni dei rivali, più scaltri e accorti. Il Verona ha reso lo sgarbo incassato all'andata al Delle Alpi, quando venne punito oltre i suoi demeriti. Ieri ha fatto un capolavoro di cinismo, mettendo in mostra però un 19enne che presto inevitabilmente giocherà in una big; l'assatanato centrocampista kossovaro Behrami. Da questo 3° ko di fila, però, il Toro può davvero ripartire: con un nuovo portiere che vale, con uno spirito e un gioco ritrovati. Aspettando le verifiche contro Ascoli e Genoa, è doveroso chiudere il capitolo-Verona con due annotazioni. Udite anche ieri raffiche di odiosi "buuuh" razzisti dei tifosi gialloblu ai neri rivali: squallore e tristezza. Vista l'ennesiiha direzione arbitrale insufficiente: Dondarini è stato bravissimo solo sul rigore concesso al Toro, pescando Cassani in cintura prolungata su Marazzina. Prima e dopo, male assistito da Di Liberatore e Faverani, è stato poco meno di un disastro: Behrami e Mazzola impuniti negli assalti a Pinga, rigore da ripetere perché Pegolo aveva già fatto tre metri al momento del tiro, probabile penalty-bis ignorato su Comotto, De Ascentis e Italiano graziati sul 2° giallo, ignorata una clamorosa simulazione di Dossena. Se la partita è stata tesissima, sfiorando a tratti i toni di una corrida, la colpa è anche della terna. |
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