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Marassi |
03/02/2005 |
h.20.30 |
GENOA - TORINO 0-0 Genoa: Scarpi, Sartor (al 77' Gargo), Sottil, Baldini, Tosto (all'81' Gemiti), Lazetic, Tedesco, Brevi (al 69' Italiano), Zanini, Milito, Stellone.A disposizione: Barasso, Rimoldi, Caccia, Carparelli. All.: Cosmi. Torino: Berti, Comotto, Peccarisi, Balzaretti (al 46' Carbone), De Ascentis, Codrea, Conticchio, Pesaresi (al 90' Bianciardi), Quagliarella (al 53' Bruno), Marazzina, Pinga. A disposizione: Sorrentino, Humberto, Vailatti, Pinga. All.: Rossi. Arbitro: Gabriele di Frosinone. Reti: - Spettatori: 24.311 di cui 14.733 abbonati e 9.578 paganti. Note: Ammoniti Brevi, Zanini, Quagliarella, Pesaresi, Sottil, Berti, Scarpi, Peccarisi e Conticchio. Esordio in serie B per il Primavera del Torino Bianciardi. Angoli 6-5 per il Genoa, recupero 1' pt, 3' st, in tribuna l'ex presidente del Torino Massimo Vidulich. Rinnovato prima della partita il gemellaggio tra le tifoserie. Presenti al Ferraris oltre 2.000 sostenitori granata. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 febbraio 2005] Il Toro ha giocato meglio del Genoa e la constatazione, superflua per la classifica che non si sposta per lo 0-0, rincuora i granata. Temevano l'esame della capolista. Lo hanno affrontato e superato nei modi se non nei gol e questo dovrebbe aiutarli a vincere la timidezza, sempre di casa in questa squadra fragile, esposta agli sbalzi d'umore suoi e di chi la circonda. La lotta per la promozione è aperta, il Toro di Genova può affrontarla e aggiudicarsela se oltre al gioco trova anche la porta. Il secondo tempo lo dimostra. Quando Pinga ha cominciato le sue danze, come all'andata, il Toro è decollato con una manovra che il Genoa non ha mai avuto nei 90 minuti, tradito dai propri talenti, dal nervosismo inspiegabile, da un appannamento che paga con il terzo pareggio consecutivo, il secondo a Marassi senza gol. Cosmi è stato in giacchetta nel fresco per un'ora, tanto lo devastavano i bollori per una prestazione incomprensibile. La sua squadra ieri è rimasta invece in maniche di camicia: senza la rete annullata al Toro al 16', una decisione sulla quale abbiamo molti dubbi, la lezione sarebbe stata più pesante. Troppo cuore e poco piede per tutto il primo tempo. Se il vertice della serie B offre quanto abbiamo visto nei 45' di Marassi immaginiamo il disagio cui è costretto chi paga per vedere le squadre di coda. E' stata una corrida, a tratti una gazzarra. Il buonismo tra i tifosi che, dopo il gemellaggio, assistevano fianco a fianco al match non si è travasato sul campo: si picchiavano sistematicamente i giocatori, litigavano a distanza Cosmi e Rossi, d'accordo soltanto nell'usare entrambi un cappellino blu. Cinque ammoniti in 23 minuti, Brevi graziato da Gabriele che ha ignorato un avvio di rissa degno del secondo cartellino giallo al 17'. Ci ha stupito soprattutto il Genoa. Con otto punti di vantaggio i rossoblu potevano gestire la partita con grande calma e dimostrare che i 15 punti succhiati al Toro nelle ultime 21 partite hanno una spiegazione tecnica. Cosmi insisteva su un'azione stantia, banale. Con il lancio lungo al centro dell'area di rigore il Genoa saltava il centrocampo e tentava di innescare Milito e Stellone, sfruttando i rimpalli. Si può dare di più. Peccarisi respingeva quei proiettili, usando soprattutto la testa. La difesa granata rabberciata per l'indisponibilità di Mezzano e Mantovani aveva buon gioco, restava schierata e compatta, raggrumandosi nel mezzo dove piovevano tutti i palloni. Rossi aveva scelto una disposizione a tre, insolita, con Comotto, Peccarisi e Balzaretti. Nei momenti di pressione genoana De Ascentis e Pesaresi arretravano a formare una linea a cinque che reggeva allegramente, tanto che l'unico brivido il Toro lo correva al 28', su un cross bucato dai pugni di Berti e dalla testa di Stellone, lucida e calva quanto quella del portiere. Si capisce perchè Cosmi volesse a tutti i costi Liverani, un centrocampista bravo a impostare l'azione. Tedesco e Brevi sono mediani che sparacchiano avanti con la sapienza di un ciuco, animale utilissimo a portare la soma però poco adatto a ragionare. Sulle fasce il Genoa non esisteva. Lazetic, Milito e Zanini, gli uomini di qualità scomparivano nelle faide, che soprattutto quest'ultimo andava a cercare: peccato perchè da giovane era un talento. Ai granata andava bene così. Pinga, che ci pare un po' spesso di lombi, si faceva vedere soprattutto nei recuperi difensivi, gli spazi erano ampi per Marazzina. Scarpi lo precedeva in uscita bassa con i piedi, Sartor aveva un recupero provvidenziale sull'azione più bella, con il cross di De Ascentis e il velo di Quagliarella per il compagno d'attacco. L'equilibrio non era rotto dalla lieve e stolida supremazia genoana, che si afflosciava nella ripresa. Sartor era ancora provvidenziale nell'anticipare Marazzina al 13'. Tre minuti dopo sul cross di Pinga, Bruno (subentrato a Quagliarella) mandava di testa la palla contro il palo, Scarpi provava a respingerla muovendo l'aria a due passi dalla linea e Marazzina la appoggiava in porta. Gol annullato, forse per l'ostruzione della punta granata su Tosto. Una punizione e un tiro di Pinga sfioravano il palo, i tiri di Tosto e di Lazetic uscivano di non molto tuttavia il Genoa non costruiva vere occasioni, le possibilità di segnare nascevano soltanto dalla pressione e dai raggruppamenti in area, quasi si trattasse di rugby. Cosmi come Kirwan è davvero una novità. |
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