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Manuzzi |
13/03/2005 |
h.15.00 |
CESENA - TORINO 1-0 (0-0) Cesena: Viviano, Ambrogioni, Rinaudo, Bocchini, Rea (al 31' Ficagna), Della Morte (al 74' Biserni), Confalone, Pestrin, Ciaramitaro (all'80' Rossetti), Groppi, Cavalli. A disposizione: Foiera, Fattori, Salvetti, Bernacci. All.: Gadda. Torino: Berti, Peccarisi, Giacchetta (al 74' Maniero), Mezzano, Comotto, Codrea, Conticchio, Pesaresi, Marinelli (al 78' Quagliarella), Pinga, Marazzina (al 78' Bruno). A disposizione: Sorrentino, Mantovani, Balzaretti, Humberto. All.: Rossi. Arbitro: Nucini di Bergamo. Reti: Ciaramitaro 72'. Spettatori: 7.456 di cui 4.546 paganti e 2.710 + 200 abbonati. Note: Ammoniti Ciaramitaro, Ficagna, Confalone, Viviano, Conticchio, Peccarisi e Maniero. Angoli 5-1 per il Torino, recupero 1' pt, 5' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 marzo 2005] Qualcosa combina, il Toro. Più del Cesena, sicuramente. Ma alla fine perde ancora, sull'unica azione davvero pericolosa concessa ai tignosi ma modesti romagnoli. E, contabilizzata la decima sconfitta stagionale granata (quinta nelle ultime sei trasferte), la vera notizia è che la panchina di Ezio Rossi non è saltata. Per il momento, almeno. Perché oggi Cimminelli, Romero, Zaccarelli e Cravero si troveranno per l'ennesimo vertice stagionale. Analizzeranno i mali di una squadra in caduta libera in classifica e nel tabellino dei marcatori (532' di digiuno esterno, 3 gol su azione nei 9 turni del ritorno), incapace di fare la guerra in campo per limiti strutturali ma ormai anche di creare gioco con continuità. Valuteranno le (poche) alternative a Rossi a disposizione e poi prenderanno una decisione che in ogni caso sarà definitiva, fino al termine della stagione, eventuali playoff compresi. O si va avanti così, questa volta davvero senza se né ma, per permettere a un uomo in bilico da novembre di lavorare con un po' più di serenità. Oppure si prova con la famosa scossa. E qui nascono i problemi. I nomi dei tecnici liberi non convincono (compreso Scala, che resta peraltro pi` gettonato di Fascetti, Vierchowod e Bellotto). Ci sarebbe anche un'ipotesi straniera, ma l'unica soluzione che ispira fiducia si chiama Giancarlo Camolese ed è il solito tormentone che puntualmente rispunta a ogni ko rossiano. L'ex dell'ultima promozione aveva già detto no due mesi fa, dopo il ko interno contro il Treviso. Fu vicino ad accettare, l'ultima travagliatissima notte di riflessioni lo convinse a rifiutare. Oggi Cravero tornerà alla carica offrendogli tre mesi di contratto e la conferma garantita in caso di promozione in A. Una missione-lampo stuzzicante. Un incarico dove c'è più da guadagnare che da perdere, propostogli con l'avallo di Cimminelli e Romero. Poche ore per decidere, perché domani pomeriggio c'è allenamento e, con la sosta a disposizione, è il primo dei 12 giorni utili per provare a ribaltare la situazione e a presentare un altro Toro sabato 26 contro il Pescara. Rossi o Camolese. Il dubbio, alla fine, è rimasto lo stesso. Intanto, il Toro è sempre quello del dopo-Treviso: triste, imbarazzante, pure sfigato. E le parole pronunciate ieri da Romero sono state più o meno le stesse udite dopo il ko patito nella precedente ultima spiaggia rossiana. A Verona fu 0-2, a Cesena è stato 0-1 ma anche questa volta "l'impegno c'è stato, le occasioni le abbiamo create e siamo stati castigati nell'unica occasione avuta dai nostri avversari". Vero, per carità. Ma allora perché il Toro queste partite continua a perderle? Mistero, fino a un certo punto. Qualche motivo c'è, eccome. Una squadra costituzionalmente non da battaglia, intanto: leggera, poco cattiva, incapace di emergere quando come ieri gli altri la buttano sulla bagarre. Cesena aggressivo e poco più,: inconsistente in attacco e pure traballante dietro. Peccato che il Toro ci abbia provato con convinzione solo nella ripresa. Poi, gli errori della difesa: pochi, ma fatali. Pesaresi che s'appisola concedendo un tiro a botta sicura a Gonfalone e poi, dopo la parata di Berti e la clamorosa ciccata di Cavalli, Mezzano che non vede Ciaramitaro arrivargli dietro per il colpo di testa decisivo sul bel cross di Groppi. Quindi, le occasioni da gol sciupate: non così copiose come una volta, ma pur sempre tre, nitide. Due gran parate del portiere rivale (su Peccarisi al 44' e su Marazzina al 26' st) e un riflesso poco pronto di chi attaccante non è (Mezzano a l4'st). Infine, qualche scelta discutibile di Rossi, almeno tre, ieri: il titubante Giacchetta piazzato al centro della difesa dopo quasi 5 mesi di assenza, la seconda punta messa in campo solo al 75' e la sostituzione di un Marinelli comunque vivo e non di un Pinga inconsistente. Il Toro ieri è stato così sciagurato da non aver approfittato nemmeno del primo arbitraggio decisamente favorevole della stagione. Aiutini non decisivi, ma pesanti, dispensati dal modesto Nucini specie nel vano assalto finale, dopo che nel giro di un minuto Rossi era passato dalle porta del paradiso (girata di Marazzina parata con un riflesso prodigioso da Viviano, riserva dello squalificato Indiveri) alla botola che conduce all'inferno (gol di Ciaramitaro al 27'), Oggi chi comanda ne deciderà il destino. Legato ancora una volta a Camolese. Poi, per il bene del Toro, serviranno comunque tre mesi di pace, unita e sostanza. Anche se probabilmente i granata si giocheranno tutto subito, alla ripresa. Uno dietro l'altro: Pescara (in serie utile da 6 turni), Empoli e Perugia. Sette punti oppure, se va bene, saranno playoff. |
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