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Massimino |
04/11/2005 |
h.20.45 |
CATANIA - TORINO 1-1 (1-1) Catania: Pantanelli, Silvestri, Cesar, Bianco, Zavagno, Caserta, Anastasi, Baiocco, De Zerbi (al 46' Russo), Del Core, Mascara (all'86' Perrone). A disposizione: Polito, Sabato, Sottil, Lucenti, Brevi. All.: Marino. Torino: Taibi, Martinelli, Doudou, Ungari, Balestri, Nicola, Vailatti (al 73' Gentile), Edusei, Rosina (al 90' Orfei), Fantini, Muzzi (al 63' De Sousa). A disposizione: Pagotto, Vanin, Music, Campo. All.: De Biasi. Arbitro: De Santis di Roma. Reti: Mascara 5' rig. (C), Muzzi 24' (T). Spettatori: 14.776 di cui 9.527 abbonati e 5.249 paganti. Note: Osservato un minuto di silenzio per la scomparsa dell'ex ct azzurro Ferruccio Valcareggi. Serata mite, terreno in discrete condizioni. Ammoniti Nicola, Baiocco, Balestri, Zavagno, Doudou e Martinelli. Angoli 9-2 per il Catania, recupero 0' pt, 2' st. Prima della partita inaugurato il Toro Club Sicilia Granata intitolato ad Antonino Asta, tecnico delle giovanili del Toro, presente in tribuna. Cronaca [Tratto da La Stampa del 5 novembre 2005] A Catania, in campionato, il Toro non vinceva e non segnava da 39 anni. Un gol ieri sera lo ha fatto (bellissimo, di capitan Muzzi) ma non è bastato per portare a casa tre punti a loro modo storici anche perché dopo 6' un rigore quantomeno generoso trasformato dalla sua bestia nera Mascara gli aveva subito complicato la vita. Viste le assenze pesanti in casa granata e la strutturale leggerezza di un attacco orfano dal suo unico ariete Stellone, il punto meritato al Massimino è comunque quel che realisticamente De Biasi poteva pensare di ricavare da una serata che si presentava ad altissimo rischio e che invece, penalty iniziale a parte, è filata via liscia liscia per la concentrazione e l'applicazione di Doudou e compagni ma anche per la partita spenta e confusionaria dei padroni di casa. Aveva l'occasione per volare momentaneamente da solo al 4° posto, il Catania, e l'ha sciupata nel modo più inaccettabile, non facendo nemmeno un tiro in porta (rigore a parte), non mettendola (eccezion fatta per Baiocco) nemmeno sul piano dell'agonismo. Partita comunque noiosa, ben ingabbiata da un accortissimo Toro che ha fatto di necessità virtù. Con nota di merito particolare per De Biasi, capace di cambiare al volo dopo lo svantaggio il modulo dal 4-4-1-1 al 4-2-3-1 per sostenere meglio il solito leonino Muzzi. Granata, insomma, che non producono bollicine (troppi gli infortunati..) ma che hanno sostanza e spirito di corpo. Ingredienti fondamentali per fare strada in serie B. Per la prima volta senza Spinesi (squalificato), il Catania ha puntato vanamente sull'estro e la velocità di tre zanzare che avrebbero dovuto essere in continuo movimento per non dare punti di riferimento. Per la settima partita consecutiva privo di Stellone, il Toro è invece tornato in partenza alla formula del Muzzi solitario avamposto con Rosina a sostegno. Modi diversi per provare a ovviare all'assenza degli attaccanti di maggior peso. E siccome il calcio è bello anche perché è folle, rossazzurri e granata orfani dei loro bomber hanno trovato il gol al primo tentativo. De Santis, internazionale alla 100a partita in B affrontata quantomeno con sufficienza visti gli errori disseminati nel corso dei primi 25', già dopo 3'50" ha fatto un mezzo regalo al Catania, premiando la furbizia di Mascara, lasciatosi cadere in area dopo un leggero contatto con Martinelli su cross da destra di Silvestri. Proprio Peppe Mascara, uno che quando vede il Toro fa sempre centro (un gol due campionati fa per il Catania, due nel playoff della scorsa stagione per il Perugia) al 6' ha realizzato spiazzando Taibi. Poi, al 24', è toccato al Toro colpire al primo affondo. Con un'azione lunga, avvolgente, tutta di prima. Di gran lunga la cosa più bella di tutta la partita. Pallone che sale rapido dalla difesa a Vailatti, bravo a servire subito Muzzi. Arresto, spunto e tiro dai 18 metri: un diagonale di destro rasoterra, nell'angolino. Nei due gol e nel lob mal calibrato da 25 metri di Del Core all'8' (azione peraltro aperta da un erroraccio in disimpegno di Ungari) sta tutta la cronaca di un primo tempo smorto soprattutto per colpa del Catania, incapace di volare sulle ali del rigore trovato, troppo frenetico e impreciso in mezzo quanto leggero davanti. Il Toro privo anche di Brevi, Ardito e Longo, invece, il suo l'ha fatto. Passati 10' di disorientamento, avanzato Vailatti a dare maggior sostegno a Muzzi per creare il succitato 4-2-3-1 con Nicola ed Edusei diga di centrocampo, capito che a nulla sarebbe servito continuare a gettare avanti palloni alti per l'ex laziale, i granata sono entrati in possesso della partita, pur senza mai concludere, gol a parte. Chiudendo bene gli spazi dietro (prezioso il sacrificio degli esterni, proprio come alla vigilia aveva chiesto De Biasi) e ripartendo rigorosamente palla a terra con un Edusei mai così propositivo e puntuale, i Cairo Boys non hanno rischiato più nulla nemmeno in una ripresa che ha lasciato desolatamente vuoto il taccuino. Solo corner (6-1 nei secondi 45') per lo sterile predominio etneo. E qualche ripartenza insidiosa granata. Poca roba, comunque. Escono tra i fischi della loro gente, i padroni di casa. Il Toro, invece, rincasa soddisfatto. Con due sole macchie: le ammonizioni finali di Doudou e Martinelli tolgono per il prossimo big-match con il Modena altre due pedine alla difesa che adesso ha un bisogno folle di recuperare capitan Brevi. |
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