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Olimpico
20/09/2006
h.20.30
TORINO - SIENA 1-2 (1-2)
Torino
: Abbiati, Comotto, Franceschini, Di Loreto, Pancaro, Konan (al 67' Abbruscato), Barone, De Ascentis, Fiore, Muzzi (al 74' Gallo), Stellone (al 22' Rosina). A disposizione: Taibi, Cioffi, Balestri, Lazetic. All.: Zaccheroni.
Siena: Manninger, Bertotto, Rinaudo, Portanova, Molinaro, Alberto (al 46' Konko), D'Aversa, Vergassola, Candela (al 64' Antonini), Locatelli (al 76' Codrea), Frick. A disposizione: Pavarini, Gastaldello, Bogdani, Chiesa. All.: Beretta.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce.
Reti: Frick 4', 34' (S), Muzzi 39' (T).
Spettatori: 19.227 di cui 17.831 abbonati e 1.396 paganti per un incasso di 66.541 €.
Note: Ammoniti Candela, Franceschini, Manninger, Vergassola. Recupero 1' p.t., 2' s.t.
Cronaca
[Tratto da La Gazzetta dello Sport del 21 settembre 2006]
Mario Frick e il Siena spingono il Torino di Zaccheroni sull'orlo del baratro con una prestazione che rende la squadra di Beretta l'outsider di questo inizio di campionato. La vittoria sul campo del Chievo alla prima giornata evidentemente non è stata un caso, visto che dopo la sconfitta in casa contro la Roma il Siena si ripete in trasferta all'Olimpico. A firmare il successo è Frick, con un gol di prima e uno di rapina grazie a una papera di Abbiati, ma tutta la squadra toscana si esprime in modo altrettanto concreto e convincente. Con una manovra veloce, la palla a terra e giocata di prima, il Siena manda in crisi fin dai primi minuti un Torino in pesante crisi d'identità e nel secondo tempo regge bene l'assalto granata senza rischiare troppo. Decisivo, oltre al bomber, Locatelli che con il suo movimento in verticale trova spazio per inventare tra la linea dei difensori e quella dei centrocampisti granata. Gli uomini di Beretta, insomma, non rubano nulla, anche se all' 89' Rinaudo per proteggersi il viso ferma con un braccio un tiro indirizzato in porta: era in area e neanche così vicino a Fiore. Per il Torino, che ha conquistato il suo unico punto proprio al 90' contro il Parma, sarebbe stato un premio eccessivo. Zaccheroni ha ereditato il Toro da meno di due settimane e non ha ancora trovato il bandolo della matassa: la squadra non gli assomiglia per niente. Ma proprio per questo è inspiegabile il fatto che il tecnico presenti ogni volta tante novità rispetto alla scorsa stagione: 9 su 11 contro il Parma, 7 a Udine, di nuovo 9 ieri sera. Forse in questo momento farebbe meglio a impiegare qualche uomo in più della vecchia guardia che ha guadagnato la promozione, in attesa di riuscire a mettere mano al folto organico che Cairo gli ha affidato. In queste condizioni, col poco tempo avuto, è normale che il Torino sbandi come ha fatto ieri. In particolare la difesa, altissima, mette i brividi, con Di Loreto e Franceschini che formano una banda del buco capace di risucchiare anche Comotto. E alle loro spalle Abbiati non trasmette sicurezza: incolpevole sul primo gol dopo appena 4', una bella combinazione fra Locatelli e Molinaro che mette in mezzo per Frick, è tutta sua la responsabilità del secondo, quando non trattiene un cross basso e innocuo di Vergassola e permette al Siena di raddoppiare (34'). Il Toro è sotto choc, sbanda penosamente e non riesce a costruire un' azione pulita, lineare. Anche perchè i centrocampisti in affanno lanciano in avanti palloni inconcludenti e contro natura visto il 4-4-2 con cui Zaccheroni dispone la squadra: Konan a destra è sterile, Fiore a sinistra prova a darsi da fare, ma i lunghi centrali del Siena catturano facilmente tutte quelle palle alte. Inutili a maggior ragione perchè dopo una ventina di minuti il Torino perde Stellone e Zaccheroni lo sostituisce con Rosina anzichè con Abbruscato. Così i granata si ridispongono con il 4-2-3-1, ma il nuovo entrato in mezzo a Fiore e a Konan si rivela inoffensivo, mentre il Siena continua a rendersi pericoloso fino al meritato raddoppio. In questo deserto di idee Muzzi è costretto a inventarsi un gran gol con un destro a girare dal limite sul secondo palo. Nella ripresa il Siena rincula e il Torino pur senza idee crea d'assalto qualche pericolo, il più nitido dei quali (deviazione di Muzzi su tiro di Fiore) viene neutralizzato da Manninger. E quando Rosina, spostato a sinistra, si sveglia, ormai è troppo tardi. Domenica a Reggio Calabria è quasi un'ultima spiaggia: Cairo e Zaccheroni ne hanno discusso a lungo a fine partita.