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San Siro
19/04/2009
h.20.30
MILAN - TORINO 5-1 (2-0)
Milan
: Dida, Flamini, Senderos, Maldini (al 72' Darmian), Zambrotta, Beckham, Pirlo, Ambrosini, Kakà, Inzaghi (al 65' Shevchenko), Pato (dal al 46' Ronaldinho). A disposizione: Kalac, Mattioni, Seedorf, Cardacio. All.: Ancelotti.
Torino: Sereni, Rivalta (al 40' Dellafiore), Natali, Franceschini, Rubin (al 65' Ogbonna), Abate, Barone, Dzemaili (al 46' Säumel), Diana, Rosina, Bianchi. A disposizione: Calderoni, Vailatti, Stellone, Colombo. All.: Camolese.
Arbitro: Banti di Livorno.
Reti: Inzaghi 12', 37', 60' (M), Kakà 68' rig. (M), Franceschini 81' (T), Ambrosini 90' (M).
Spettatori: 54.061 di cui 11.239 paganti per un incasso di 242.941 €, più 42.822 abbonati per una quota partita di 727.965,21 €.
Note: Ammoniti Franceschini, Diana e Sereni per gioco scorretto. Calci d'angolo 6-1 per il Milan, recupero 1' pt, 35" st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 20 aprile 2009]
E di colpo la vita, cioè la classifica, torna a sorriderti davvero. Cinque pappine al Torino, agganci il secondo posto e diventi il miglior attacco della serie A con 59 gol. Qualcuno, in un impeto di straordinario ottimismo, alla fine della partita mette giù due tabelle da qui alla fine del campionato: in fondo, dicono gli irriducibili, dieci punti in sei partite si potrebbero anche recuperare, all'Inter. Kakà è uno di loro: "Dobbiamo crederci fino alla fine". Ma forse è solo il sogno di una notte di mezza primavera, in cui tutto torna ad avere un senso compiuto, e il Milan può di nuovo gonfiare il petto. Inzaghi è il braccio armato: tocca quattro palloni e li mette dentro tutti, anche se il primo (9') è in fuorigioco e non vale. Beckham è la mente, raffinatissima, di un assalto che è senza soste, perché il povero Toro si consegna subito al nemico con i suoi otto terzini davanti a Sereni: lo Spice sforna i primi due assist a Pippo (ma anche quello del 9', su punizione, era suo), il primo direttamente dal corner e il secondo è una piccola grande e preziosa cosa, una carezza al pallone dal limite dell'area che sembra l'alzata di un palleggiatore del volley per il suo schiacciatore, che in effetti irrompe e infila di testa, la difesa attonita. Kakà e Pato sono gli apriscatole, le loro corse esterne spaccano in due il campo e affettano la minuscola Maginot granata, che a tratti fa tenerezza per come è malmessa e impotente. E la difesa che non soffre mai, nonostante le sei assenze (Kaladze, Nesta, Bonera, Antonini, lo squalificato Jankulovski e all'ultimo anche Favalli), perché Pirlo e Ambrosini fanno un buon lavoro e perché il cuore Toro non va al di l&agtrave; della trequarti, e al massimo di qualche sortita di Abate sulla destra. C'è solo Milan per tutti i 90 minuti, Milan di qualità, Milan leggero e finalmente felice. Le due incornate di Inzaghi al 12' e al 37' del primo tempo sono i pilastri, ma intorno ci sono tante buone cose, e gioco di squadra che promette un finale di stagione interessante. Come nel sabato di Pasqua contro il Chievo la squadra era parsa appesantita, così stavolta, nel frescolino della serata milanese, tutti corrono veloci e filanti. Nella ripresa c'è Ronaldinho per Pato, colpito duro a un piede, ma la manovra resta incisiva, e proprio il Dentone manda in porta Inzaghi per il 3-0: è la sua terza tripletta in carriera a una squadra di Camolese. Per il Toro non può esserci scampo, né serenità: la vittoria della Reggina accorcia la classifica in basso e rende drammatica la battaglia finale, in cui questo Torino ha ben ragione di tremare. Neppure l'ultima mezz'ora propone uno spartito diverso. Il Milan non è sazio e affonda ancora, il Toro è ormai burro fuso, Ambrosini ne approfitta: guadagna un rigore per un contatto che un po' c'è e un po' no con Sereni, e Kakà trasforma. Poi, dopo il golletto in mischia di Franceschini, ancora Ambrosini, servito da Kakà, firma il 5-1 con un sinistro nell'angolo. La notte è dolce, il Milan è ancora vivo e forse un pensieruccio all'Inter lo fa sul serio. Intanto, affinché sia chiaro a tutti, il popolo canta a pieni polmoni: "Non si vende Kakà".