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Armando Picchi
16/10/2010
h.15.00
LIVORNO - TORINO 2-1 (1-0)
Livorno
: De Lucia, Salviato, Perticone, Bernardini, Lambrughi, Surraco, Luci, Iori (al 92' Di Bella), Schiattarella (all'82' Volpe), Tavano (al 70' Barusso), Dionisi. A disposizione: Mazzoni, Pritsch, Pagano, Danilevicius. All.: Pillon.
Torino: Rubinho, Di Cesare, Ogbonna (al 72' Pellicori), Pratali, Lazarevic (al 53' Filipe), Obodo, De Feudis, Garofalo, Iunco (al 59' Gasbarroni), Sgrigna, Bianchi. A disposizione: Bassi, Zanetti, Cofie, Scaglia. All.: Lerda.
Arbitro: Calvarese di Teramo.
Reti: Tavano 19' (L), Luci 56' (L), Bianchi 67' (T).
Spettatori: 5.265 di cui 2.533 paganti per un incasso di 25.471 €, più 2.732 abbonati per una quota partita di 20.541,92 €.
Note: Ammoniti Lazarevic, Obodo, Iori, Schiattarella, Lambrughi, Filipe, Pellicori e Di Cesare. Calci d'angolo 7-5 per il Livorno, recupero 2' pt, 4' st. Pioggia battente per tutto il primo tempo, a intermittenza nella ripresa, terreno tutto sommato in discrete condizioni.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 17 ottobre 2010]
Cinque sconfitte in dieci partite, di cui quattro in trasferta. Il Toro di Franco Lerda sprofonda ancora, cade anche a Livorno al termine della solita partita dai due volti, e gli interrogativi si moltiplicano. Il match in fotocopia di quello contro il Vicenza ha evidenziato fragilità in ogni reparto, superficialità di atteggiamento, mentre quasi mai il Toro ha dimostrato di avere quella compattezza di cui non può fare a meno una squadra vera. E, tanto per cambiare, il risultato finale à 2-1, ormai un classico: dall'inizio del campionato à la settima volta che capita, di cui quattro volte con i granata che soccombono. "Dobbiamo sempre prendere due schiaffi prima di reagire" commenta Iunco. Già, proprio come mercoledì scorso contro il Vicenza, quando soltanto nel finale Bianchi riuscì a nascondere le magagne ribaltando il risultato. Il bilancio ad un quarto del campionato è sul rosso fisso: "Cinque sconfitte su dieci non sono roba da Toro" ammette con onestà Lerda che però non sembra preoccuparsi per una classifica che si allunga. Nonostante le pecche granata la panchina non traballa: la posizione del tecnico cuneese è ben salda, anche se le prossime due partite casalinghe (contro Frosinone ed Ascoli) potrebbero - in caso di altri intoppi - portare il barometro sulla burrasca. In ogni caso, una squadra che fuori casa ha sempre perso, eccetto che a Modena contro il Sassuolo, non può che spalancare di fronte a sé un mare di perplessità e di domande senza risposta. Tutto ciò mentre la difesa ha preso gol nove volte su dieci, il Novara scappa (è in vetta a quota 22)e il decimo posto in classifica è umiliante. Tant'è che c'è tutta la mestizia di questo Toro inerme, negli occhi di Obodo, Ogbonna e Gasbarroni che un'ora dopo la fine della partita mangiano un boccone davanti al pullman che li riporterà a Torino. La partita. Lerda gioca subito la carta della sorpresa e, pur di non schierare Filipe, opta per la difesa a tre. "Non me l'aspettavo, mi ha sorpreso - dice il tecnico toscano Pillon - Ma spesso cambiare non porta nulla di buono". Di tutt'altro avviso Rubinho che svela: "L'abbiamo provata soltanto venerdì per 40 minuti ma io mi son trovato bene". Il portiere brasiliano, semmai, mette il dito nella piaga quando evidenzia le differenze con il "suo" Genoa di qualche anno fa: "Là tutti correvano come matti" dice ed ecco smascherata un'altra pecca, quella di un Toro che corre poco e male. Di certo in B conta correre, impegnarsi e giocare con umiltà, mentre invece il Toro gioca con pericolosa superbia. Fatto sta che i granata per tutto il primo tempo non si vedono proprio: l'assalto del Livorno inizia all'8' con Tavano, prosegue con Bernardini, Dionisi e sfocia nel gol di Tavano al 19'. "Ma siamo partiti bene" dice Lerda. Sarà, ma la tenuta della squadra dura dieci minuti scarsi, poi è solo Livorno. "E poi paghiamo in maniera fuori dal comune sulle palle inattive; è lì che non va" aggiunge il tecnico. Al riposo chi si rammarica sono i padroni di casa: troppo poco, lo striminzito 1-0, vista la mole di gioco degli amaranto. "Nel secondo tempo invece abbiamo reagito bene - cerca di farsi ottimista Lerda - Ma ci manca sempre qualcosa, e anche stavolta dovevamo essere più cattivi. Squadra spezzata in due tronconi? A centrocampo stavolta eravamo anche in superiorità, Sgrigna e Iunco venivano spesso a prendere palla". In avvio di ripresa il Toro sembra ritrovarsi ma subisce dopo dieci minuti il 2-0 di Luci che di destro infila da venti metri dopo una punizione di Tavano respinta dalla barriera. A quel puntoi granata rischiano il tracollo (palo dell'ex Schiattarella due minuti dopo) poi reagiscono, proprio mentre i tifosi - encomiabili una volta di più, fino agli applausi finali ai giocatori - inneggiano alla memoria di Gigi Meroni. Quando meno te lo aspetti si rivede il Toro: inizia a spingere, chiude il Livorno nella propria area e riapre la partita con il quinto gol del solito Bianchi. Lerda inserisce Gasbarroni e Pellicori, tenta la carta del 4-2-4 con le palle in verticale sfruttando i centimetri degli attaccanti. Ma non sempre può andar bene come contro il Vicenza.