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Olimpico
01/11/2010
h.21.00
TORINO - ASCOLI 2-1 (1-1)
Torino
: Bassi, D'Ambrosio (al 90' Rivalta), Pratali, Ogbonna, Zavagno, De Vezze, De Feudis, Lazarevic, Sgrigna (all'85' Scaglia), Iunco (al 70' Obodo), Pellicori. A disposizione: Morello, Garofalo, Stevanovic, Gasbarroni. All.: Lerda.
Ascoli: Guarna, Gazzola, Faisca, Marino, Ciofani, Di Donato, Uliano, Sommese (al 70' Cristiano), Moretti (al 54' Bonvissuto), Giorgi, Djuric (al 75' Romeo). A disposizione: Coser, Masini, Micolucci, Esposito. All.: Gustinetti.
Arbitro: Ciampi di Roma.
Reti: Moretti 2' (A), Sgrigna 27' (T), Iunco 66' (T).
Spettatori: 8.306 di cui 3.043 paganti per un incasso di 44.029 € più 5.263 abbonati per una quota partita di 46.285 €.
Note: Pioggia incessante per tutta la durata della partita, ammoniti De Vezze e De Feudis per gioco falloso, Pellicori per simulazione. Calci d'angolo 4-0 per il Torino, recupero 1' pt, 4' st. Assente il presidente Cairo in tribuna per precauzione a causa della feroce contestazione e presenza degli ultras nella ovest. Dopo l'esordio in maglia granata in Coppa Italia a Bari, prima in campionato per Zavagno. Il settore ospiti è desolatamente vuoto, presenti una trentina di sostenitori ascolani in Primavera.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 2 novembre 2010]
Lerda ha salvato la panchina, la squadra si è concessa una settimana di pace. Dopo tutto c'è chi sta peggio. L'Ascoli, per esempio, che ha permesso al Toro di sbriciolare la paura con questa faticosa vittoria, con questo consueto 2-1 (è la nona volta che le partite granata finiscono con questo risultato) artigliato con i nervi e l'orgoglio in uno stadio ostaggio della contestazione di gente stufa di essere ostaggio di Cairo. La partita, a sua volta, è stato ostaggio degli errori e in un certo modo era inevitabile. E infatti il risultato ha lungo poggiato su un cortese scambio di doni: dopo neanche due minuti Ogbonna ha regalato a Moretti il pallone dello zero a uno, tirandoglielo addosso e consentendo all'ascolano di presentarsi in solitario davanti a Bassi, e al 27' il portiere Guarna ha ricambiato offrendo a Sgrigna, con una goffa uscita, la possibilità del pareggio. Il Toro ha ovviamente combinato qualcosa di più e di meglio (bello un cross di Zavagno per la testa di Pellicori, lievemente impreciso al 36'), riuscendo però a stuzzicare gli ascolani solamente quando i bianconeri sbagliavano, ed è accaduto spesso. Il terzo regalo, Pellicori l'ha invece rifiutato al 45', buttandosi prima che Guarna gli volasse trai piedi: l'ammonizione per simulazione è stata sacrosanta. Considerato il contesto in cui s'è giocato, il Toro ha fatto sin troppo: in uno stadio occupato da un manipolo di ultrà arroganti (si sono sistemati in tribuna per avvicinarsi al contestato Cairo, che saggiamente è rimasto nella sua città, Milano) e senza traccia dell'ironia che un tempo li contraddistingueva, i granata hanno giocato con molto impegno e neanche un filo di serenità, com'era logico che fosse. I tifosi hanno chiesto cuore, impegno, le famose palle: cose che non sono mancate neanche per un attimo, ma le buone squadre prima del cuore caldo hanno la testa fredda, e invece quelli del Toro ce l'avevano soltanto piena di preoccupazioni, di paure, di angosce. D'altronde, questo è ormai l'ambiente granata, un pessimo ambiente: una parodia di società ha generato una caricatura, ma i veri contestatori non sono gli ultrà - compresi quelli che hanno sporcato persino il minuto di raccoglimento per la morte del padre di Obodo - ma gli assenti (ieri c'erano appena tremila paganti), è la mancanza la vera ribellione del popolo granata. E' la moltitudine di chi allo stadio non c'è, di chi non viene più e di chi non verrà mai (come può un giovane tifare Toro? Cosa può spingerlo a farlo?) a misurare la dimensione del Torino, davvero oramai più vicina alla Lega Pro che alla serie A. L'idea di Lerda di provare a divertirsi giocando a pallone era ed è l'unica possibile per tentare di diluire i veleni che intossicano il Toro, ma chi ha paura nell'anima e mille pensieri della testa divertirsi proprio non può. Perciò ieri sera i granata hanno fatto il massimo di ciò che potevano. E' significativo che gli errori più marchiani li abbiano i fatti, nella prima mezz'ora, i giocatori più capaci, quelli che in condizioni normali non sbaglierebbero: Sgrigna, Iunco, D'Ambrosio, Ogbonna, che però s'è ampiamente riscattato dopo il gol regalato così come anche i due attacanti, cui ha giovato lo scambio di posizioni (l'ex vicentino al centro, Iunco a sinistra). Il pareggio ha almeno rasserenato il Toro, che nella ripresa ha subito punto con un colpo di testa di Pratali, un sinistro di Sgrigna e un cucchiaino di Iunco che hanno sfiorato il palo, mentre al 19' Pellicori non ha sfruttato un ottimo assist di Lazarevic. In generale, i granata hanno giocato con più razionalità e quindi maggiore incisività, imponendo la superiorità tecnica e trasferendo tutta la paura a quelli dell'Ascoli, che come classifica e situazione societaria stanno anche peggio. Dev'essere per quello che al 21' si sono imbambolati sulla punizione da sinistra di Sgrigna, sulla quale Iunco è scattato con tempestività trovando il tocco risolutivo, vincente e soprattutto liberatorio, poi difeso da una squadra stremata.