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Olimpico
19/09/2011
h.20.45
TORINO - BRESCIA 0-0
Torino
: Coppola, Darmian, Di Cesare, Ogbonna, Parisi, Iori, Basha, Stevanovic (al 74' Antenucci), Bianchi (all'81' Sgrigna), Ebagua, Verdi (all'81' Pagano). A disposizione: Morello, Pratali, D'Ambrosio, Vives. All.: Ventura.
Brescia: Leali, Berardi, Zoboli (al 59' Magli), De Maio, Daprelà, El Kaddouri (all'89' Scaglia), Budel, Salamon, Juan Antonio, Jonathas (all'84' Martina Rini), Feczesin. A disposizione: Arcari, Dallamano, Paghera, Maccan. All.: Scienza.
Arbitro: Baracani di Firenze.
Reti: -
Spettatori: 18.247 per un incasso complessivo di 174.423 € di cui 7.904 abbonati, quota definitiva, per una quota partita di 42.778 € più 10.343 paganti per un incasso di 131.645 €.
Note: Ammoniti Basha e Budel per reciproche scorrettezze, Berardi, Jonathas e Martina Rini per gioco falloso. Calci d'angolo 10-2 per il Torino, recupero 1' pt, 5 'st. Record di presenze stagionali, presenti all'Olimpico circa 500 sostenitori del Brescia. Nel Torino esordio stagionale per Biagio Pagano, infortunato sin dal finale della scorsa stagione.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 20 settembre 2011]
Né il Toro né il Brescia salgano in cima alla serie B: lassù resta il Sassuolo, ma il confronto diretto tra le due squadre migliori di questa fase del campionato non ha deluso, malgrado lo 0-0 finale. E' stato il paradosso di una partita nella quale i portieri non hanno fatto nemmeno una parata ma che pure è stata quasi sempre piuttosto bella, sicuramente coinvolgente, di certo mai noiosa. Al Toro ha difettato, in definitiva, soltanto la concretezza in attacco: non sono stati sfruttati i dieci calci d'angolo (a uno), la dozzina di cross, il costante predominio territorio. Quel che è mancata, a scendere nei dettagli, è stata un po' d'armonia nei movimenti degli attaccanti, ma va detto che il Brescia ha mostrato un'organizzazione di gioco molto efficiente. In effetti, si sono confrontate - e quasi specchiate - due squadre estremamente lucide, ben preparate, perfettamente consapevoli dei loro mezzi, dei compiti che gli allenatori hanno assegnato, della maniera per neutralizzare l' avversario. Scienza ha predisposto raddoppi in ogni zona del campo, ed è per questo che il Toro ha faticato a sfondare: il gioco di Ventura si basa assai sull' uno contro uno, ma quasi mai si è verificata una situazione del genere. Ha avuto qualche opportunità Stevanovic di fronte a Berardi ma è sempre mancato il soldo per fare una lira. Il Toro è parecchio gradevole da guardare, tieni ritmi alti, si muove in sincronia, ogni volta che attacca dà l' idea di avere sempre diverse soluzioni di gioco a portata di mano. Ciò che più piace, dei granata, e che li differenzia con nettezza dal passato, è la lucidità mentale: l'errore non deprime ma invita al rimedio,e anche nelle situazioni più complicate i giocatori sanno cosa fare per uscirne, senza affidarsi al caso. Questo è un segno di maturità, che alla distanza pagherà. Poi, è chiaro che le esecuzioni non sono sempre all' altezza delle intenzioni: è la serie B, mica la Champions. Il grande equilibrio in campo (e che bravii ragazzini del Brescia, già così ricchi di personalità: complimenti vivissimi a Scienza) ha resistito per l'estrema concentrazione delle due difese, per l'aiuto che hanno loro dato i centrocampisti ma anche per la poca sveltezza degli attaccanti granata in area di rigore. I lombardi non hanno mollato un metro, nonostante in certi momenti la pressione del Toro sia stata assillante. Ma le situazioni di gioco hanno diradato le occasioni da gol: nel primo tempo ci hanno provato Juan Antonio, che ha carezzato il palo in mischia, ed Ebagua con una staffilata dalla distanza, però liberare un uomo in area è stato impossibile. La produttivitàè aumentata nella ripresa, quando la stanchezza ha annebbiato l'attenzione e gli sbagli difensivi sono aumentati. Stevanovic ha preso a puntare Berardi che, già ammonito, stentava a fermarlo, e al 7' st ha creato l'azione più pericolosa: doppio dribbling e destro fuori di un niente, così come il sinistro di Ebagua al 23' st. Il Toro ha pagato le difficoltà delle due punte a dialogare nello stretto, non proprio la specialità di Bianchi e del suo socio, ma anche i crampi che hanno costretto Stevanovic a uscire nel suo momento migliore. Ventura, per la verità, ha un po' tardato con le sostituzioni perché diversi uomini (Basha, Verdi, Ebagua) sono sembrati stanchi, e nemmeno l'assalto finale, con Iori diventato a quel punto un trascinatore, ha prodotto effetti. Il Brescia s'è rifugiato nella melina, evidentemente soddisfatto degli eventi. Ma anche il Toro, malgrado una punta d' amaro, non potrà definirsi scontento.