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Olimpico
13/11/2011
h.20.45
TORINO - BARI 1-1 (0-1)
Torino
: Coppola, Darmian (al 50' D'Ambrosio), Di Cesare, Pratali, Parisi, Basha (al 64' Vives), Iori, Stevanovic, Bianchi, Sgrigna (al 78' Ebagua), Antenucci. A disposizione: Morello, Glik, Verdi, Oduamadi. All.: Ventura.
Bari: Lamanna, Ceppitelli, Dos Santos, Borghese, Polenta, Bellomo (al 61' Kopunek), De Falco (al 74' Masi), Rivaldo, Defendi, De Paula, Caputo (all'80' Stoian). A disposizione: Koprivec, Rivas, Galano, Marotta. All.: Torrente.
Arbitro: Ciampi di Roma.
Reti: De Paula 42' (B), Antenucci 54' (T).
Spettatori: 16.608 di cui 8.704 paganti per un incasso di 111.914 €, più 7.904 abbonati per una quota partita di 42.788 €
Note: Espulsi Polenta al 72' per doppia ammonizione, entrambe per gioco scorretto, e Bianchi all'81' per fallo di reazione. Ammoniti Dos Santos per gioco scorretto e Glik per comportamento non regolamentare. Il calciatore polacco del Torino è stato ammonito al termine del primo tempo direttamente in panchina, dopo un mini parapiglia che l'ha visto coinvolto. Calci d'angolo 14-1 per il Torino, recupero 0' pt, 5' st più 30 secondi supplementari.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 14 novembre 2011]
Il Toro ha perso l'occasione di dare alla sua fuga i contorni dell'evasione definitiva. Il pareggio con il Bari tiene comunque i granata tre punti più in alto del Sassuolo e il vantaggio sul Pescara terzo è di cinque rassicuranti lunghezze. Ma una notte ruvida, sovente illogica e comunque mai noiosa ha prodotto il rallentamento di questo 1-1, il cui effetto più evidente non sarà sulla classifica ma sulle partite future, visto che Bianchi, espulso per una gomitata a Borghese, beccherà un paio di giornate di squalifica. Alla fine, il pubblico dell'Olimpico (e con loro, Ventura e i giocatori) se l'è presa assai con l'arbitro Ciampi. Ma non si può dire che il risultato sia campato per aria: chi attacca così tanto e segna così poco, avrà pure delle colpe. La partita dell'assurdo ha raccontato che il Toro non è riuscito a segnare nonostante abbia battuto dieci (dieci!) calci d'angolo (alla fine saranno 14, contro uno appena) e una mezza dozzina di calci di punizione dal limite nei primi 35 minuti senza però scalfire il muro del Bari, salvo poi beccare gol in una delle rarissime sortite pugliesi: cross da destra di Defendi e tocco comodo di De Paula, troppo libero del cuore dell'area granata. C'era comunque già state delle pur rade avvisaglie, perché il Bari - che in trasferta ha già vinto quattro volte, evidentemente non per caso - sa come funziona il contropiede e ha interpreti adattissimi ad applicarlo, come lo stesso De Paula e Caputo, ma si è trattato comunque di concessione normali per una squadra che, come il Toro di ieri sera, preme con ossessività. Il difetto granata, semmai, resta una pericolosità per nulla adeguata alla produttività, visto che l'enorme mole di azioni offensive (e di corner, e di punizioni) prima dello svantaggio ha originato soltanto due salvataggi sulla linea su Pratali e Di Cesare e un destro di Sgrigna deviato da Lamanna: troppo poco, per attacchi così massicci. Ma nell'assurdità della serata ha trovato logica collocazione anche il pareggio granata, segnato con un contropiede a campo aperto al 9' della ripresa: fin lì il Bari non aveva mai aperto nemmeno un centimetro di campo e ha invece lasciato trenta metri liberi ad Antenucci, tenuto in gioco da Polenta e raggiunto dal lancio al bacio di Iori: l'attaccante ha dribblato in eleganza il portiere e mandato in solluchero la Maratona. Nel primo tempo, il Toro aveva interpretato la gara alla sua maniera, sfondando con Antenucci e soprattutto Stevanovic, creando utili diversivi con Sgrigna ma faticando a servire Bianchi, per altro usato come fosse una liana dai difensori baresi,e in particolare da Borghese, che gli si aggrappavano addosso in ogni momento. Un paio di rigori sono stati reclamati invano. Però è anche vero che ieri sera la manovra granata non sempre è stata fluida come avrebbe dovuto, appesantita da un'imprecisione lieve ma comunque sufficiente affinché il Bari serrasse la linee, azzardasse le ripartenze, rallentasse l'impeto degli attacchi altrui. La ripresa è stata anche più spezzettata, d'altronde la stanchezza non va mai d'accordo con la lucidità. E al Toro mancano sempre alternative "sporche" al gol schematico, cercato in base al lavoro preparato in allenamento: nei momenti di difficoltà, latita l'improvvisazione. Dopo l'intervallo, la pressione granata è stata insistente ma non così schiacciante e il vantaggio dell'espulsione per doppia ammonizione di Polenta, conciato per le feste da Stevanovic, è stato annullato nel giro di dieci minuti, dal 27' al 37', dalla dabbenaggine di Bianchi, che a un certo punto ha deciso di vendicarsi degli arrampicatori baresi rifilando una gomitata all'assillante Borghese. Stavolta l'arbitro (anzi, l'assistente Bernardoni) ha visto e per il centravanti è scattato un cartellino rosso sacrosanto. Il fatto che altre rudezze pugliesi fossero passate inosservate non attenua le colpe del capitano.