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Olimpico
31/01/2012
h.20.30
TORINO - VICENZA 1-0 (0-0)
Torino
: Benussi, Darmian, Di Cesare, Ogbonna, Parisi, Surraco (all'87' Stevanovic), Vives, Iori, Oduamadi (al 62' Sgrigna), Antenucci, Meggiorini (al 51' Bianchi). A disposizione: Morello, Basha, D'Ambrosio, Glik. All.: Ventura.
Vicenza: Frison, Tonucci (all'81' Brighenti), Augustyn, Bastrini, Giani, Bariti, Rigoni (al 63' Soligo), Botta, Maiorino (al 77' Paolucci), Pinardi, Abbruscato. A disposizione: Acerbis, Pisano, Zanchi, Possebon. All.: Cagni.
Arbitro: Candussio di Cervignano del Friuli.
Reti: Aut.Tonucci 64'.
Spettatori: 10.474 di cui 2.570 paganti per un incasso di 34.244 €, più 7.904 abbonati per una quota partita di 42.788 €.
Note: Ammoniti Di Cesare, Tonucci e Augustyn, tutti per gioco falloso; calci d'angolo 7-4 per il Torino, recupero 2' pt, 4' st. Serata polare, neve incessante per tutta la partita e terreno imbiancato e insidioso in più punti. Molti degli abbonati hanno disertato l'incontro, presenti all'Olimpico una decina di sostenitori del Vicenza. Fischi e insulti per tutta la dirigenza granata e per il neo acquisto Pasquato, reo di avere un passato nella Juventus.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 1 febbraio 2012]
Son passati tre giorni dalla neve - e dalle smorfie - di Varese, alla neve e ai sorrisi di Torino. I granata rompono il ghiaccio, nel vero senso della parola, si accendono dopo l'ingresso di Bianchi e trovano su autogol di Tonucci, la via della rete più attesa. Al Comunale finisce 1-0 e il colpo d'occhio è polare: nevica, terreno imbiancato, temperatura ben al di sotto dello zero (-3°). Insomma, le condizioni peggiori per una partita di calcio;e se nel primo tempo il Toro ci prova ma raramente riesce a sfondare, la differenza la fanno i cambi di Ventura. Il tecnico inserisce Bianchi e Sgrigna, e la squadra cambia fisionomia: perché Bianchi è spauracchio vero per qualunque difesa della B, e perché l'ex di turno Sgrigna, quando è in palla, ha una marcia in più. Non solo, conta eccome anche l'aspetto psicologico: segnato il gol è come se i granata avessero dribblato un vero e proprio macigno. E da quel momento le occasioni sono fioccate più della neve. Cinque minuti e dalla Maratona parte, ben più decisa del solito, la contestazione a Petrachi e, soprattutto, a Cairo; e stavolta è una contestazione priva di fischi a che contesta. Il primo tempo vede i granata viaggiare soprattutto sulle fasce: Surraco e Oduamadi danno vivacità, pur con i consueti errori che li contraddistinguono. La prima occasione vera piove al 18' quando Surraco apre una voragine per Oduamadi che, tutto solo, calcia su Bastrini che, in scivolata disperata, tocca anche con il braccio. Nove minuti e Ogbonna si fa saltare due volte dall'ex novarese Pinardi, il cui tiro è alle stelle. Prima dell'intervallo c'è ancora spazio per l'occasionissima di Antenucci (43') che si libera in area come fosse su erba soffice, ma sul più bello viene rimpallato da Augustyn. In mezzo, però, ci stanno le consuete proteste arbitrali: stavolta nell'occhio del ciclone finisce Renzo Candussio di Cervignano, un altro mediocre che fa imbestialire il Comunale. Rispetto alla partita di andata il Toro conferma soltanto cinque titolari; e non è un caso se proprio quando entrano due della vecchia guardia come Bianchi e Sgrigna il Torino cambia volto. Soprattutto l'assenza di Bianchi, sostituito in avvio da Meggiorini, rischia di cambiare radicalmente le prospettive: la squadra è più compatta, si danna l'anima ma fatica l'impossibile a buttarla dentro. Annotazione non legata alla partita in sé ma alle peculiarità degli attaccanti, con quei numeri agghiaccianti (due gol in altrettante stagioni) di Meggiorini. Ecco perché quando, nell'intervallo, capitan Bianchi inizia a scaldarsi raccoglie l'ovazione della Maratona. Ovazione confermata poi dai fatti: in campo il suo ingresso si è sentito e la differenza si è vista eccome. Ora ci sarà tempo per valutare l'assetto migliore e per far inserire l'ultimo arrivato Masiello: il Toro tornerà in campo lunedì prossimo a Brescia in un'altra serata che è facile immaginare gelata.