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Olimpico |
20/02/2012 |
h.20.45 |
TORINO - SAMPDORIA 2-1 (1-0) Torino: Benussi, D'Ambrosio, Di Cesare, Ogbonna, Parisi, Basha, Iori, Stevanovic (al 61' Surraco), Antenucci, Bianchi (al 78' Meggiorini), Oduamadi (al 79' Sgrigna). A disposizione: Morello, Glik, Darmian, Vives. All.: Ventura. Sampdoria: Romero, Berardi, Costa (al 67' Laczko), Gastaldello, Rossini, Foggia (al 60' Juan Antonio), Munari, Obiang (all'89' Fornaroli), Renan Garcia, Bertani, Pozzi. A disposizione: Da Costa, Volta, Krstcic, Soriano. All.: Iachini. Arbitro: Massa di Imperia. Reti: Antenucci 19' (T), Juan Antonio 67' (S), Meggiorini 86' (T). Spettatori: 18.273 di cui 7.904 abbonati e 10.369 paganti. Note: Ammoniti Obiang, Basha, Foggia, Berardi e Pozzi, per gioco scorretto, Iori e Munari per proteste. Calci d'angolo 5-3 per il Torino, recupero 2' pt, 3' st. Serata fredda, terreno scivoloso in più punti, presenti all'Olimpico circa 400 sostenitori della Sampdoria. Prima rete in maglia granata per Meggiorini. Cronaca [Tratto da La Repubblica del 21 febbraio 2012] Questa è una vittoria che vale doppio, perché il Toro l'ha conquistata contro un avversario forte e di blasone, perché l'ha voluta con cuore e coraggio, perché l'ha meritata dopo essersela maldestramente fatta sfuggire, perché è stata una dimostrazione di forza che al resto della serie B andrà di traverso, e metterà paura. Con la Samp è finita 2-1, il punteggio è stretto ma l'emozione è stata grande, visto che i granata hanno dovuto aspettare la zampata in extremis di Meggiorini: era già sdraiato a terra ma ha trovato lo stesso il modo di segnare. Una metafora della squadra intera. Contro le grandi, ammesso che i blucerchiati lo siano ancora, il Toro rasenta spesso la perfezione, ed è un segno di maturità oltre che di forza. Ieri sera, per esempio, ha reagito con furia al pareggio blucerchiato ma già aveva gestito con intelligenza un avvio di partita complicato, perché la Samp ha cominciato con spregiudicata baldanza, mettendo pressione al centrocampo e cercando subito di imporre sia il suo notevole tasso tecnico sia la muscolarità superiore. I granata non si sono però spaventati, hanno capito in fretta che il contropiede poteva essere la soluzione giusta e ogni ripartenza (di Stevanovic, in particolare) ha creato dei guai, sia grazie al grande movimento delle punte sia per l'incontenibile estro di Stevanovic, già pericoloso all'11' prima d'inventarsi l'azione del vantaggio: la sua fuga è cominciata a metà campo, ha ubriacato tre doriani e si è conclusa con l'assist ad Antenucci, la cui prima conclusione ha colpito Bianchi e la seconda è stata gol. A quel punto il Toro ha preso in mano la situazione, giocando anche sui nervi scoperti della Samp (alla mezzora della ripresa verrà espulso l'esagitato Iachini) ma sciorinando soprattutto un'organizzazione di gioco di altra (e alta) caratura. Sarebbe stato tutto perfetto se la traversa (33') non avesse negato a Bianchi un gol che sarebbe stato bellissimo, oltre che benedetto, visto la prepotenza del suo colpo di testa sul cross di D'Ambrosio. I liguri hanno impiegato invece 43' per coinvolgere Benussi, attento sulla conclusione di Renan. Il Toro ha giocato molto spesso bene e sempre meglio della Sampdoria, anche perché molti granata si sono esibiti a livelli notevoli: Stevanovic (uscito zoppicante e lo spettacolo ne ha risentito), D'Ambrosio, Di Cesare, Basha e soprattutto Bianchi, raramente visto così nel cuore del gioco, così lucido nelle assistenze, così generoso nel pressing e nei ripiegamenti, così intelligente nei movimenti con e senza palla. Non è fortunato, perché al 6' st gli è stato annullato un gol per fuorigioco millimetrico, mentre al 7' un suo geniale velo ha liberato al tiro Antenucci, che ha scelto, e sbagliato, un presuntuoso cucchiaio. In definitiva, il Torino è rimasto prigioniero dell'unico difetto che proprio non riesce a risolvere, ovvero l'incapacità di concretizzare l'enorme volume di gioco che produce. Le leggi del calcio sono implacabile, e implacabile è stata la Samp nel punire tanto spreco: al 22' st, D'Ambrosio ha tergiversato in un rinvio, dalla mischia è uscito Juan Antonio che ha castigato Benussi con un destro dal limite forte e angolato. E' cominciato lì il momento più complicato del Toro, perché per la prima volta i doriani sono riusciti a mettergli paura, o almeno a tenerlo in allarme. Con coraggio, i granata hanno cercato di riprendere il filo del discorso interrotto, ma più che la forza sono mancate le energie, anche se Ventura ne ha aggiunte di fresche in attacco. E quando sembrava che oramai la lucidità fosse andata a farsi benedire, il Toro ha trovato il colpo d'ala decisivo: Antenucci, appena spostato sull'esterno, è fuggito sulla sinistra e ha scatenato una mischia risolta da un tocco d'opportunismo di Meggiorini, che opportunista non è: mancavano quattro minuti alla fine, e i granata hanno finalmente avuto ciò che meritavano di avere. |
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