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Adriatico
12/05/2012
h.18.00
PESCARA - TORINO 2-0 (2-0)
Pescara
: Ragni, Zanon, Romagnoli, Capuano, Bocchetti, Nielsen, Cascione (all'85' Gessa), Verratti, Insigne, Immobile (al 70' Caprari), Sansovini (all'80' Kone). A disposizione: Cattenari, Brosco, Bolzano, Maniero. All.: Zeman.
Torino: Benussi, Darmian, Ogbonna, Di Cesare, D'Ambrosio, Stevanovic (al 46' Surraco), Basha, Iori (al 75' De Feudis), Pasquato (al 64' Meggiorini), Antenucci, Sgrigna. A disposizione: Morello, Zavagno, Masiello, Bianchi. All.: Ventura.
Arbitro: Giacomelli di Trieste.
Reti: Insigne 11', Immobile 45'.
Spettatori: 20.350 di cui 2.882 abbonati per una quota partita di 17.754 €, più 17.468 paganti per un incasso di 172.511 €.
Note: Prima della partita i due capitani, preceduti da una delegazione di sostenitori di entrambe le squadre, hanno deposto un mazzo di fiori sotto la curva pescarese, in memoria di un sostenitore recentemente assassinato; nonostante la presenza in panchina si è recato Rolando Bianchi. Ammoniti Capuano, Di Cesare, Zanon e Romagnoli, tutti per gioco falloso; recupero 1' pt, poiprolungati a 3', e 4' st. Giornata di caldo sole quasi estivo, terreno in discrete condizioni. Lo stadio Adriatico di Pescara presenta un colpo d'occhio e può vantare il record di presenze e incasso per questa stagione. Presenti circa 400 sostenitori del Torino.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 13 maggio 2012]
Molle, impacciato, impaurito. E adesso anche secondo in classifica, scavalcato dal Pescara che stravince lo scontro diretto, vola via, e festeggia al coro "torneremo in serie A". Un tripudio che per il momento i trecento tifosi granata giunti fino in Abruzzo non possono condividere, anche se le chance di promozione restano intatte. Di certo il Toro avrebbe dovuto reagire con la grinta e con l'orgoglio alla bomba carta fatta esplodere l'altra notte da alcuni delinquenti nel cortile dell'albergo di Città Sant'Angelo che ospitava la vigilia granata. Niente di tutto questo: il Torino torna a casa scornato e con una figuraccia in tasca, con l'obbligo - ma anche la chance - di cancellare tutto martedì sera contro il Sassuolo. E proprio gli emiliani hanno regalato al Torino l'unico sorriso del pomeriggio, con quel pareggino a Livorno che permette ai granata di conservare due punti di margine in attesa dello scontro diretto. Insomma, come diceva Ventura alla vigilia, il Toro aveva un bonus da giocarsi da qui alla fine. Se l'è giocato ieri e adesso per salire in serie A è sufficiente non fare sciocchezze contro il Sassuolo e vincere le ultime due partite che, almeno sulla carta, sono assolutamente abbordabili, la prossima settimana in casa contro il Modena, prima del gran finale a Bergamo contro l'Albinoleffe già retrocesso. Lo stadio Adriatico è una bolgia biancoceleste: 22 mila persone che ingolfano mezza Pescara fin dal primo pomeriggio per quella che tutti vivono con l' intensità della partita dell' anno. E partita dell' anno èstata, in casa abruzzese, dall'inizio alla fine: perché il dominio abruzzese inizia al fischio dell' arbitro Giacomelli e in casa granata il buio cala subito. La strategia di Ventura sarebbe quella dell' andata, Toro ad elastico, corto corto per ripartire subito; ma gli intenti di Ventura restano solo sulla carta. E se il 4-2 dell' andata era stata la vittoria di Ventura su Zeman, il boemo ieri si è rifatto con gli interessi. La speranza della difesa migliore del campionato di uscire illibata anche al cospetto dei bombardieri abruzzesi dura dieci minuti. Poi sono proprioi gioielli del Pescara a cambiare la partita: il lancio di trenta metri è di Verratti, Insigne si infila a razzo nell'incertezza fra Darmian e Benussi, il tocco è geniale per l'1-0. I primi venti minuti granata sono di apatia totale,e il Toro mette il naso oltre la metacampo solo quando il Pescara abbassa i giri del motore per riprendere fiato. Ma di occasioni manco a parlarne, se escludiamo le punizioni dalla distanza di Pasquato, che sfiora il pareggio colpendo un palo. Troppo poco, per la ex capolista che si scioglie sotto il primo sole estivo dell' anno. Stavolta tutto il resto, come il raddoppio di Immobile 15 secondi oltre la fine del minuto di recupero concesso dall' arbitro Giacomelli, o la sfortuna per il doppio palo colto da Sgrigna nel finale di partita, suona come ingenua giustificazione che non spiega. La realtà che il serbatoio è in riserva: si tratta di tirar fuori - stavolta sì - orgoglio e determinazione martedì sera contro il Sassuolo. E poi gestire il vantaggio nella discesa finale.