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San Siro
27/01/2013
h.20.45
INTER - TORINO 2-2 (1-1)
Inter
: Handanovic, Ranocchia, Chivu (al 28' Pereira), Juan Jesus, Zanetti, Gargano, Mudingayi (al 53' Cambiasso), Nagatomo, Guarin, Cassano (al 78' Alvarez), Palacio. A disposizione: Belec, Di Gennaro,Silvestre, Jonathan, Rocchi, Mariga, Benassi, Bessa, Livaja. All.: Stramaccioni.
Torino: Gillet, D'Ambrosio, Glik, Rodriguez, Masiello, Gazzi, Brighi, Cerci (all'81' Vives), Barreto (al 61' Bianchi), Meggiorini, Santana (al 70' Birsa). A disposizione: L.Gomis, Darmian, Di Cesare, Caceres, Suciu, Basha, Bakic. All.: Ventura.
Arbitro: Massa di Imperia.
Reti: Chivu 5' (I), Meggiorini 23', 52' (T), Cambiasso 67' (I).
Spettatori: 40.128 di cui 35.226 abbonati più 4.902 paganti per un incasso complessivo di 101.710 €.
Note: Calci d'angolo 7-3 per l'Inter, recupero 2' pt, 4' st; ammonito Cambiasso per comportamento non regolamentare. Prime reti stagionali per Meggiorini, che non segnava in serie A dalla stagione 2010-11, anche allora contro l'Inter quando vestivas la maglia del Novara.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 28 gennaio 2013]
Riccardo Meggiorini non aveva mai segnato due gol in una partita di serie A, eppure al 94' di Inter-Torino si ritrova sul sinistro un pallone che sa di storia, forse di leggenda: segnasse, sarebbe la sua tripletta e la vittoria per 3-2 di un grande Toro, che non vince a San Siro da 25 anni e stasera lo meriterebbe. Ma sulla strada granata c'è Handanovic, che respinge, e finisce lì. L'Inter arpiona un punticino come l'ottimo Toro di Ventura (sesto risultato utile consecutivo, è la squadra più in forma della A) ma i punti di vista sono ben diversi. La partita conferma che questa Inter, qui e ora, non è strutturalmente in grado di lottare per un posto in Champions, anche se ha guadagnato un punto sulla Lazio, e che tornare sul mercato è un'esigenza prioritaria. Sempre che anche il nocchiero Stramaccioni torni in controllo della situazione, perché sembra appassito anche lui. D'altronde il ricciolo disegnato da Chivu sopra la barriera del Torino, 300 secondi dopo il via, è l'unico momento di gioioso abbandono dell'Inter in un primo tempo assai gramo, ma del resto i primi tempi dell'Inter sono sempre questa brutta roba. Prima di arrendersi al millesimo infortunio, il rumeno mostra l'eccellenza del suo sinistro con una punizione perfetta dai 20 metri: palla sopra il muro poi sotto l'incrocio. Niente di meglio per cominciare, invece è l'inizio di un viaggio nella notte. Perché il Toro occupa il campo ai quattro lati, pressa alto e domina tatticamente, con l'asse di destra D'Ambrosio-Cerci che trova autostrade. Stramaccioni anche stavolta si schiera a specchio rispetto agli avversari disegnando un 4-4-2 senza Cambiasso. Idea non felicissima, anzi sbagliata: la cerniera centrale Gargano-Mudingayi non sa innescare per limiti strutturali la manovra, Guarin a destra è spaesato, Cassano al rientro non trova la giocata, Palacio immalinconisce. Il pressing costringe l'Inter a calciare lontano la palla, e più di una volta il regista della manovra nerazzurra è Handanovic, spesso coi rinvii con le mani fino a metà campo. Il pareggio del Toro nasce proprio dal pressing: con i compagni tutti marcati, è Guarin che va a prendere la palla al limite dell'area ma tenta il dribbling su Meggiorini dove proprio non si può e non si deve. Meggiorini ruba, scambia con Barreto e stanga in rete di sinistro: l'ex interista non segnava in A da sedici mesi, ed era un Novara-Inter. Ma dato che la reazione nerazzurra è inesistente, Meggiorini raddoppia in avvio di ripresa sbucando dietro al distratto Juan Jesus dopo che Pereira si era fatto saltare in dribbling da Cerci, autore comunque di un'eccellente giocata da ala d'antan. Solo adesso l'Inter e Stramaccioni si scuotono. Dentro Cambiasso per Mudingayi (infortunato) e 4-1-3-2 con Zanetti-Guarin-Cambiasso dietro le due punte. E' adesso che l'Inter si impossessa della partita e al secondo scrollone di Zanetti arriva il 2-2: il capitano crossa dalla linea di fondo e crossa a rientrare, zampata di Cambiasso e gol. Ora la gara diventa effervescente, Handanovic è chiamato ai miracoli, mostrati su un'unghiata di Bianchi (deviazione sul palo), le squadre si allungano, il Toro non rinuncia a contrattaccare e in fondo soffre ben poco i confusi assalti interisti, anzi nel finale la parata di Handanovic accresce i rimpianti di Ventura, chissà fino a quando.