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Bentegodi |
04/05/2014 |
h.15.00 |
CHIEVO - TORINO 0-1 (0-0) Chievo: Agazzi, Sardo, Canini (al 45' Dos Santos), Dainelli, Bernardini (al 60' Pellissier), Dramé, Radovanovic, Rigoni, Guana, Paloschi, Thereau (al 75' Paredes). A disposizione: Puggioni, Squizzi, Rubin, Kupzis, Guarente, Bentivoglio, Troiani, Lazarevic, Stoian. All.: Corini. Torino: Padelli, Bovo, Glik, Moretti, Maksimovic, Kurtic, El Kaddouri (al 94' Gazzi), Vives (al 91' Tachtsidis), Darmian, Cerci (all'85' Meggiorini), Immobile. A disposizione: Gomis, Berni, Vesovic, Barreca, Larrondo, Barreto. All.: Ventura. Arbitro: Celi di Roma. Reti: Aut.Sardo 54'. Spettatori: 8.000 circa, il Chievo non comunica né abbonati né paganti. Note: Osservato un minuto di silenzio in memoria del 65° anniversario della scomparsa del Grande Torino, avvenuta il 04.05.1949. Esposti da parte dei sostenitori clivensi due striscioni commemorativi in memoria della squadra perita a Superga. Espulso al 65' Pellissier per doppia ammonizione, la prima per gioco scorretto, la seconda per proteste. Ammoniti Guana, Pellissier, Rigoni, Dainelli e Darmian, tutti per gioco falloso. Recupero 2' pt, 4', poi diventati 5 a causa delle sostituzioni, nel secondo tempo. Presenti al Bentegodi circa 700 sostenitori del Torino. Cronaca [Tratto da La Repubblica del 5 maggio 2014] Un altro tabù sfatato, un'altra festa consumata; ma, soprattutto, un altro mattoncino collocato. Il Toro conquista la quinta vittoria nelle ultime sei uscite, passa anche a Verona (0-1, autogol di Sardo), batte per la prima volta a domicilio, in serie A, il Chievo, e adesso ci crede eccome. Quel coro "Ventura portaci in Europa" adesso non è più l'auspicio di un gruppo di tifosi che amano sognare, ma il desiderio di una squadra che ha davsono vero la possibilità di tornare a giocarsela in campo internazionale dopo un ventennio di assenza. La classifica dice che il Toro è sesto, in attesa dello scontro diretto di stasera (inizio alle 19) fra Lazio e Verona. "Eccome se ci credo, siamo in ballo dobbiamo ballare: l'Europa League sarebbe un premio per tutti - dice Urbano Cairo -. La stagione è splendida, abbiamo 55 punti e nessuno lo avrebbe immaginato a inizio stagione; questo è il modo migliore di celebrare il Grande Torino". La festa del popolo granata che si è spostato al Bentegodi (oltre un migliaio a comporre la Maratona itinerante) è emozione allo stato puro. Il Grande Torino è ricordato dai granata ma anche dai tifosi veronesi con quella scritta quasi anacronistica, visto quanto accade in certi campi: "Superga memoria di tutti e rispetto per i suoi tifosi". Sospinti dalla propria gente, i granata giocano come fossero in casa; ma a sorprendere, una volta di più, è la maturità della squadra: "Siamo venuti a Verona con l'obbligo di vincere contro un Chievo che deve salvarsi; siamo stati padroni, abbiamo gestito bene le forze e i tempi - dice Ventura - L'Europa non era il nostro l'obiettivo consisteva nel far sì che il prossimo anno si potesse parlare di Europa come di normalità e non di casualità. Ma a me interessa soprattutto la maturità: questa semina è estremamente importante per il prossimo anno". L'allenatore del Toro poi guarda al futuro prossimo: "I tre punti di Verona ci aiutano a preparare una partita di grandi emozioni, quella contro il Parma. Il prossimo anno? Dipenderà dal mercato, dalle entrate e soprattutto dalle uscite. Ma non è un giocatore che fa la società, è la società che fa il giocatore: se uno va via non è un problema, il problema è chi arriva al suo posto per rendere la squadra ancora più competitiva". Infine la chiosa tutta per Immobile: "Nel finale poteva cercare il gol ma ha anteposto l'interesse della squadra allo sprint per il titolo di capocannoniere del campionato". Giù il cappello per Super-Ciro, dunque, che ringrazia: "Non conta chi segna, conta portare a casa i tre punti, e stavolta ci abbiamo messo il cuore: andare a Superga così è ancora più bello. Il mercato? Qui sto bene, ma di mercato è giusto parli Petrachi, non noi giocatori". |
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