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Olimpico |
07/08/2014 |
h.20.30 |
TORINO - BROMMAPOJKARNA 4-0 (2-0) Torino: Padelli, Bovo, Glik (all'81' Jansson), Moretti, Darmian, Nocerino, Perez, Benassi, Molinaro, Barreto (al 63' Martinez), Larrondo (al 55' Quagliarella). A disposizione: Avramov, Vesovic, Silva, Masiello, Gazzi. All.: Ventura. Brommapojkarna: Blazevic, Albornoz (al 46' Petrovic), Jonsson, Karlstrom, Ngouali, Rexhepi (al 61' Sandberg Magnusson), Björkström, Barkhrot, Starfelt (al 77' Söderström), Asbrink, Falkenborn. A disposizione: Norhagen, Kouakou, Eriksson, Hellberg. All.: Billborn. Arbitro: Raczkowski (Polonia). Reti: Aut.Jonsson 4', Darmian 37', Quagliarella 79' rig., Martinez 90'. Spettatori: 22.931 paganti per un incasso di 517.710 euro. Note: Con questo successo il Torino accede al 4° turno di spareggi per l'ammissione alla fase a gironi dell'Europa League. Serata fresca, terreno scivoloso e reso ancora maggiormente insidioso da un violento acquazzone abbattuto sull'Olimpico ad inizio ripresa. Calci d'angolo 6-2 per il Torino, recupero 1' pt, 3' st. Nel Torino, assente Vives per squalifica, Cerci in ritardo di condizioni oltre agli infortunati Maksimovic ed El Kaddouri, fa il suo esordio stagionale Darmian e assoluto in maglia granata Jansson. Gillet e Vives, presenti in tribuna, sono stati impeganti nel pomeriggio con la squadra Primavrea nell'amichevole persa 0-1 contro la prima squadra del Cuneo a Pinerolo. Cronaca [Tratto da La Repubblica dell' 8 agosto 2014] Toro- Brommapojkarna non è stata una partita giocata ieri, ma un lungo e inesorabile anticipo di tutte quelle che verranno giocate da domani, e fino a quando non si sa. La gente è venuta allo stadio (22.391 persone, alla fine, con un incasso superiore al mezzo milione: le coppe rendono) per scrutare quello che sarà, e non è un caso che il primo coro della serata sia stato l'antico "torneremo ad Amstderdam" coniato all'indomani dei tre pali colpiti contro l'Ajax, e della sedia alzata da Mondonico, nella finale del 1992. Quell'urlo, una specie di orgogliosa rivendicazione, si strozzò nella gola della Maratona nel giro di un paio anni e nessun trovò più il coraggio di rispolverarlo: se è tornato ieri è perché la gente adesso ha il coraggio di credere nel futuro, ed è questo il più grande regalo fatto da Ventura e dai suoi al popolo granata, che difatti sta ricambiando a cuore aperto. Dai tre pali siamo passati a due autogol (e al rigore) a favore: sono i piccoli segnali di un mondo che sta cambiando come se, dalla sera in cui Cerci sbagliò all'ultimo secondo contro la Fiorentina, il destino avesse deciso di risarcire il Toro a piccole ma costanti dosi. La partita è stata quel che s'immaginava che fosse: un buon allenamento, che il Torino ha preso molto seriamente (ma senza forzare i ritmi, senza rischiare incidenti né ammonizioni), regalando quattro gol a un pubblico che, dopo tutto, del risultato se n'è quasi sempre infischiato. Le soddisfazioni maggiori se l'è prese omaggiando con lunghi applausi i nomi di Glik e Darmian, beniamini incontrastati, alla lettura delle formazioni, eccitandosi per i primi giochetti del peperino Martinez e infine sdilinquendosi per l'esordio di Fabio Quagliarella, entrato al 9' del secondo tempo e battezzato con una clamorosa ovazione. Lo slogan successivo ("Chi non salta è bianconero") è stato una specie di rito purificatore, accompagnato da un furibondo nubifragio. In quel momento, per altro, in campo c'erano ben quattro ex juventini (oltre al centravanti, anche Molinaro, Nocerino e Moretti), ma a certi steccati nessuno fa ormai più caso. Quagliarella ha gratificato la gente segnando il primo gol della sua seconda vita granata su calcio di rigore (fallo di mano di Magnusson), festeggiato fissando la Maratona. Peccato che l'Olimpico non abbia potuto godersi un gol come si deve se non al 90', quando Martinez (diventerà un idolo delle folle, ne siamo certi) ha corretto di testa il cross di Molinaro segnando il 4-0 con un'azione classica, avvolgente, semplicemente bella. Le altre reti sono state un po' avventurose se non comiche, tipo l'uno a zero, pasticciatissima autorete dovuta a un equivoco tra il portiere Blazevic e il difensore Jonsson, che ha rischiato la "doppietta" deviando in rete il cross di Darmian del 37': con le norme Uefa introdotte da qualche anno è gol del terzino, un tempo non sarebbe stato così. Da notare, comunque, la decisiva partecipazione di Larrondo ad entrambe le segnature. Poi sono arrivati il rigore di Quagliarella e il colpetto di Martinez, vari vani tentativi di Barreto, un palo di Bovo su punizione e una traversa dell'attaccantino venezuelano, ancora di testa. Alla fine, la squadra ha lungamente ringraziato la gente, o la gente ha lungamente ringraziato la squadra, non importa. Conta piuttosto che si sia ristabilita una simbiosi tra il Torino e la sua gente, e che al prossimo turno vi siano ragionevoli speranze di tornare a frequentare l'Europa dove, come dice Ventura, i granata possono prendersi il lusso di divertirsi e di emozionarsi, di frequentare qualche stadio interessante, di sfidare qualche giocatore forte, di andare in giro, finalmente anche all'estero, a testa alta. |
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