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Olimpico |
07/02/2016 |
h.15.00 |
TORINO - CHIEVO 1-2 (1-1) Torino: Padelli, Maksimovic, Glik, Moretti, Bruno Peres, Benassi (al 72' Vives), Gazzi, Obi (al 57' Farnerud), Avelar, Belotti (al 60' Maxi Lopez), Immobile. A disposizione: Ichazo, Castellazzi, Molinaro, Zappacosta, Jansson, Silva. All.: Ventura. Chievo: Seculin, Frey, Dainelli (al 46' Spolli), Cesar, Gobbi, Birsa (all'80' Costa), Pinzi, Radovanovic, Castro, Mpoku (al 61' Floro Flores), Inglese. A disposizione: Bizzarri, Bressan, Sardo, Pellissier, Damian. All.: Maran. Arbitro: Rocchi di Firenze. Reti: Benassi 19' (T), Aut.Bruno Peres 34' (C), Birsa 72' rig. (C). Spettatori: 14.327 di cui 2.296 paganti per un incasso di 51.035 euro e 12.031 abbonati per una quota partita di 143.401 euro. Note: Ammoniti Immobile, Benassi, GazziGobbi, Dainelli e Floro Flores, tutti per gioco scorretto. Pomeriggio di pioggia e freddo, terreno scivoloso ma in condizioni ampiamente accettabili. Calci d'angolo 6-2 per il Torino, recupero 3' pt, 4' st. Presenti all'Olimpico una cinquantina di sostenitori del Chievo. Al termine della partita la squadra é uscita dal campo tra sonori fischi da parte di tutto lo stadio. Dopo il vantaggio clivense (prima vittoria a Torino nella loro storia tra serie A e B), sono arrivati anche i primi fischi per il tecnico Ventura. Nel Torino sui si sono rivisti dopo i rispettivi lunghi infortuni, sia Obi che Farnerud: per quest'ultimo prima presenza stagionale. Cronaca [Tratto da La Repubblica online del 7 febbraio 2016] Torino 3 Chievo 4, prima del fischio d'inizio, dove i numeri indicano le partite in astinenza con la vittoria. Un ramadan. Ventura e Maran cercano la pozione per tornare al sorriso più largo, ma devono rovistare in fondo alla bottega, perchè per uno che rientra ce ne sono due che si fermano. I freni quindi sono dovuti all'emergenza che continua anche prima di questo incrocio. Alla fine a ballare sotto la pioggia del Comunale sono gli ospiti, specialisti in trasferta, il cui rigore tattico, in casi come questi, applicato alla solidità, diventa decisivo. Il Toro esce a testa china persino contestato: l'allarme è la mancanza di gioco. Non c'è sostegno laterale, non ci sono idee centrali, nulla se non il pallone che dalle retrovie finisce in area. Troppo prevedibile. Il primo tempo è una sfida tattica con pochissimi guizzi, anche se piove. Il Chievo partito con un rifinitore dietro alle punte, finisce per adattarsi al 3-5-2 classico di Ventura. Ne esce lo stesso tipo di gioco, giro palla sfiancante, lento, che consente alle difese di schierarsi, pochissimo spazio tra le linee, facile compito dei corazzieri che difendono il castello. I tentativi di ripartenza veloce, cercando lo sbilanciamento avversario comportano il fallo tattico. Un film già visto. Personalmente siamo dell'idea che il calcio abbia bisogno - per favorire lo spettacolo - di una maggiore severità nei confronti degli specialisti del fallo volontario che spezza un'azione anche a centrocampo. Torino e Chievo fanno di questa tattica un mestiere. Affidandosi così al lancio lungo: quello che consente al Torino di andare in vantaggio quando Immobile si sfila a sinistra, controlla forse aiutandosi con un braccio, per Rocchi è tutto regolare, e serve a rimorchio Benassi, il solito eccellente Benassi che sa fare quantità e qualità. Sinistro in corsa potente sotto la traversa, seculin fa lo spettatore non pagante. La replica del Chievo? Subito dopo.. non c'è. Tanto che il Torino potrebbe raddoppiare ma Immobile calcia due volte davanti a Seculin, la seconda a colpo sicuro, quando Dainelli gli concede la replica. Gli manca il killer istinct. Tira alto un rigore in movimento. Il Chievo ha pazienza, la solita tessitura, i soliti tiri dalla distanza che hanno tanto prodotto. Padelli trema solo su un passaggio indietro di Maksimovic che lo mette in seria difficoltà. E cade ancora sotto fuoco amico, quando Inglese cerca in area il taglio di Castro, il portiere esce, ma nulla può sulla spaccata di Peres in anticipo che lo spiazza. Uno a uno. Null'altro da segnalare in un primo tempo grigio come il cielo. La ripresa si apre con una promettenbte ma illusoria maggiore velocità. Che dura poco, però. L'azione difensiva delle due rivali infatti comincia fin dalla metacampo avversaria, anzi è in questa fase che si decide il match. Perchè la lentezza di Gazzi e quella di Radovanovic in avvio di proposizione è un fattore determinante. La pioggia cade incessante e a sua volta non aiuta a essere lucidi. Non si può dire che ci siano tante idee, ma ai tecnici sembra andare bene. Maran cambia solo Dainelli per Spolli, efficace più che mai nell'antiaerea. Ventura interviene dopo. Non ho molto dagli esterni, il solo Benassi è un sostegno continuo ai due davanti. Obi si vede poco, di Gazzi abbiamo detto. Solo dopo il rigore decisivo (Avelar stende Castro che in area andava verso l'esterno: che ingenuità!) entra Vives. Ma fa la mezz'ala, non il secondo play (cosa che aiuterebbe la manovra). Vives non incide, Farnerud per Obi anche. Il Chievo alza l'argine, continua l'opera di Pinzi e quella di Inglese e di Castro, nel non consentire altro ai granata che il lancio lungo. Cosa che manda in sollucchero Spolli e un Cesar tanto attento quanto, per una volta, disciplinato. Non si passa, perchèmaran immette anche il giovane Filippo Costa e disinnesca anche l'ultimo propositore granata, Avelar. Vince il Chievo, più abile (e smaliziato) nel mettere in banca gli episodi. |
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