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Grande Torino |
16/12/2017 |
h.18.00 |
TORINO - NAPOLI 1-3 (0-3) Torino: Sirigu, De Silvestri, Nkoulou, Burdisso, Molinaro, Rincon, Valdifiori (al 46' Ljajic), Baselli, Iago Falque (al 78' Edera), Belotti, Berenguer (al 65' Niang). A disposizione: Ichazo, Milinkovic-Savic, Lyanco, Moretti, Acquah, Obi, De Luca, Boyé, Gustafson. All.: Mihajlovic. Napoli: Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui, Allan, Jorginho (al 76' Diawara), Hamsik (all'83' Rog), Cellejon, Mertens, Zielinski (al 70' Insigne). A disposizione: Rafael, Sepe, Maggio, Chiriches, Ounas, Leandrinho, Giaccherini. All.: Sarri. Arbitro: Mazzoleni di Bergamo. Reti: Koulibaly 4' (N), Zielinski 25' (N), Hamsik 30' (N), Belotti 63' (T). Spettatori: 18.449 di cui 6.245 paganti per un incasso di 187.301 euro e 12.042 abbonati per una quota partita di 194.166 euro. Note: All'80', a cambi esauriti, il Torino é rimasto in 10 uomini a causa di un fastidio muscolare che ha impedito a Ljajic di terminare il match. Ammoniti Baselli per gioco scorretto, Albiol per comportamento non regolamentare, calci d'angolo 5-4 per il Napoli, recupero 0' pt, 3' st. Serata gelida, terreno in discrete condizioni, presenti oltre 2.000 sostenitori del Napoli sparsi tra il settore ospiti, esaurito, e il resto dello stadio. Cronaca [Tratto da La Repubblica online del 16 dicembre 2017] Dopo due settimane da inseguitore, e una ventina di giorni di grigiore, il Napoli ha ritrovato se stesso, la vittoria e soprattutto il comando della classifica, per lo più nel giorno in cui Marek Hamsik ha segnato il suo centoquindicesimo gol in maglia azzurra. Gli stessi di Diego Armando Maradona. Questo è il succo della vittoria (3-1) sul Torino, un successo che in certi momenti è sembrato una scampagnata tra le maceria granata al punto che l'ipotesi di un esonero di Mihajlovic (che ha però puntellato la sua panchina grazie a una ripresa perlomeno puntigliosa) è tornata d'attualità. Sul collo dell'allenatore serbo soffia il fantasma di Walter Mazzarri, l'uomo che Cairo ha già individuato in caso di successione. Il Napoli ha imperversato per un'ora buona, valicando a passo di galoppo il confine tre i suoi meriti (la freschezza ritrovata, il movimento senza palla, l'organicità del pressing) e gli enormi e desolanti demeriti del Torino, che s'è consegnato all'avversario come se in queste settimane non fosse successo nulla, come se Mihajlovic non si fosse accorto che le squadre che di recente hanno messo in difficoltà gli azzurri (l'Udinese, il Chievo, la Juve, la Fiorentina, e l'Inter prima di tutti loro) l'avevano fatto serrando le linee, tenendo quattro centrocampisti vicini ai quattro difensori e un attaccante dietro all'altro: tutto il contrario del Toro con le sue maglie larghe, un centrocampista in meno e il tridente abbandonato a se stesso. Il Napoli se l'è spassata, in un territorio così favorevole, anche perché il gol in apertura di Koulibaly (corner di Callejon, spizzata di Allan, incornata del senegalese in anticipo su Burdisso) ha scoperchiato la partita e soprattutto i nervi granata, che hanno ceduto di schianto. Segnare ancora, per gli uomini di Sarri, è stato semplicissimo, perché al dominio nella zona centrale e all'assoluta prevalenza dei difensori ospiti sugli attaccanti di casa, impalpabili soprattutto sugli esterni, è corrisposta la facilità estrema di penetrare tra le slabbrate maglie granata. Zielinski ha segnato il 2-0 in beata solitudine, perché sulla palla in verticale di Jorginho la difesa del Toro è salita per metterlo in fuorigioco ma De Silvestri no. E sul 3-0, Mertens si è aggirato per l'area in totale libertà, tallonato solamente da N'Koulou, fino a servire l'assist per l'inserimento vincente, e anche quello incontrastato, di Hamsik. Insieme ai gol segnati, e agli quattro o cinque che avrebbe potuto segnare, il Napoli ha ritrovato quella leggerezza di gioco che ultimamente aveva perduto, ritrovando il piacere di muovere la palla con rapidità, cercando di verticalizzare e riportando anche i centrocampisti (Hamsik, ma anche Allan) al tiro. C'è stata freschezza, si è vista allegria, come se le nebbie recenti si fossero diradate. Il Napoli ha avuto il solo torto di non seppellire la partita prima, sbagliando molto in fase conclusiva (clamoroso, in particolare, l'errore nella ripresa di Mertens, che è riuscito a mandare oltre la traversa calciando dall'area piccola), gigioneggiando troppo e in definitiva consentendo al Toro, mai abbandonato dl sua gente, di attingere almeno alle sue risorse d'orgoglio, senza contare che con l'ingresso di Ljajic l'assetto tattico si è riequilibrato. I granata hanno avuto qualche fiammata, nutrito deboli speranze e permesso a Belotti di tornare al gol dopo quasi tre mesi, anche se sul destro del Gallo è stato decisivo il contributo di Reina, lentissimo di riflessi. La partita, già chiusa virtualmente dopo il primo tempo, è definitivamente andata in archivio quando Ljajic , a 10' dalla fine, è uscito zoppicando lasciando i suoi in dieci. A quel punto Sarri ha potuto permettersi di sostituire Hamsik consegnandolo alla standing ovation dei tifosi napoletani e agli applausi cavallereschi di quello granata verso il capitano della nuova capolista. |
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