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Allianz Stadium |
03/05/2019 |
h.20.30 |
JUVENTUS - TORINO 1-1 (0-1) Juventus: Szczesny, Cancelo, Bonucci, Chiellini, Spinazzola, Cuadrado (al 78' Pereira), Pjanic, Matuidi, Bernardeschi (all'85' De Sciglio), Kean, Ronaldo. A disposizione: Pinsoglio, Del Favero, Caceres, Barzagli, Nicolussi, Caviglia. All.: Allegri. Torino: Sirigu, Izzo, Nkoulou, Bremer, De Silvestri (all'89' Zaza), Rincon, Meite, Ansaldi, Lukic (al 78' Aina), Berenguer (al 70' Baselli), Belotti. A disposizione: Ichazo, Rosati, Damascan, Singo, Millico. All.: Mazzarri. Arbitro: Orsato di Schio. Reti: Lukic 18' (T), Ronaldo 84' (J). Spettatori: 38.530 di cui 12.055 pagnti (1.349 dei quali nel settore ospiti) e 26.475 abbonati per un incasso complessivo di 2.273.374 euro. Note: Ammoniti Matuidi, Bonucci, Rincon, Lukic, Bremer e Bernardeschi per gioco scorretto, calci d'angolo 7-4 per la Juventus, recupero 0' pt, 5' st. Serata fredda, terreno in buone condizioni, parecchi seggiolini vuoti sugli spalti: molti abbonati della Juventus non hanno presenziato a questa partita; prima rete in serie A e in maglia granata per Lukic. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 maggio 2019] Il Toro lascia imbattuto lo Stadium e si tiene stretto il sogno dell'Europa, avverte tuttavia un retrogusto amarognolo perchè smarrisce il vantaggio al tramonto del match: s'inchina ad un'incornata di Ronaldo, irriducibile in una Juve versione balneare, dopo aver difeso a lungo tranquillamente il primo gol granata di Lukic. Una vittoria, a quel punto vicina, avrebbe disegnato scenari assai più fascinosi, messo in sicurezza l'Europa League e diffuso il profumo della Champions. Un rimpianto, nonostante il bel punto, su cui riflettere oggi tra preghiere e ricordi, nel settantesimo anniversario dei Caduti di Superga, onorati - è bello segnalarlo - anche da uno striscione della curva Scirea. Ritmi blandi. Ad Allegri non bastano più i cerotti, conta addirittura dieci infortunati: l'ultimo, Emre Can, accusa un problema muscolare in mattinata. Rimasto con appena due centrocampisti, Pjanic e Matuidi, il tecnico non può che varare un 4-4-2, in teoria particolarmente offensivo con Cuadrado e Bernardeschi esterni e Kean gemello di Ronaldo. Apparenza ingannevole, non c'è traccia di aggressività: lo studio tattico di inizio gara sembra dilatarsi all'infinito e ogni velleità finisce affogata in ritmi blandi e manovre confuse. Come se il peso di un'intera stagione schiacciasse d'improvviso la Juventus, come se la consapevolezza di non avere più obiettivi inghiottisse le motivazioni insite nel derby. Ronaldo dissente platealmente, sbuffa nel deserto e prova a fare da solo, ma una volta viene anticipato da Sirigu, un'altra scaglia a lato di un soffio, un'altra innesca inutilmente Matuidi. Dormita imbarazzante. Sofferenze bianconere che è giusto rimarcare a patto di non giudicare uniche chiavi interpretative del match: altrettanta importanza hanno i meriti del Toro, ordinato e grintoso, intreccio di solidità e fisicità come temeva Allegri alla vigilia. Mazzarri, ancora senza Iago Falque, cambia un uomo solo rispetto alla notte del Milan. Bremer al posto dello squalificato Moretti, però il 3-4-2-1 è più esplicito, con Lukic, meno sacrificato in pedinamenti, trequartista accanto a Berenguer. E' il serbo a sbloccare la partita, con una rete che è sintesi del match: alla radice c'è una dormita imbarazzante di Pjanic, pallone sfilato e Szczesny battuto. Sul conto granata anche un destro di Belotti deviato dal portiere polacco, e alla Juve va anche bene perchè l'effetto infradito si propaga dalla costruzione alla copertura, con Bonucci e Chiellini mai statuari, Cancelo inchiodato, Spinazzola unico propulsore. Lo Stadium, che presenta vuoti inattesi, manifesta dissenso a metà gara. Brandelli di speranza. La partita bianconera si trascina, d'altronde non ci sono cambi da sguainare, il Toro controlla senza patemi cercando appena possibile la ripartenza. A metà ripresa Mazzarri richiama Berenguer e innesta Baselli, forze fresche mentre attorno nulla cambia: Cuadrado fumoso, Bernardeschi desaparecido, Matuidi evanescente, Kean ciondolante ma almeno pronto a mordere: due tiri consecutivi murati da Nkoulou, un rasoterra bloccato da Sirigu. Allegri gioca la carta della gioventù con Pereira per Cuadrado, seppellito dai fischi, ma a riequilibrare il match è la tenacia di Ronaldo che, dopo altri personalissimi tentativi, incorna su cross di Spinazzola. S'avvicina così a Quagliarella, capocannoniere, e ristacca Messi: 601 a 600. Il Toro, in questa fase, ha il torto di abbassarsi fin troppo, confidando nella sua compattezza e nella svagatezza bianconera, difatti non minaccia più Szczesny, nemmeno quando in extremis entra Zaza: brandelli di speranza prima della ratifica di un pareggio agrodolce. |
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