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Molineux |
29/08/2019 |
h.20.45 |
WOLVERHAMPTON W. - TORINO 2-1 (1-0) Wolverhampton Wanderers: Rui Patricio, Jesus Vallejo, Coady, Boly, Traore, Dendoncker, Saiss, Joao Moutinho (al 90' Ruben Neves), Castro, Jimenez (al 92' Pedro Neto), Jota (all'81' Cutrone). A disposizione: Bennett, Gibbs-White, Ruddy, Vinagre. All.: Espirito Santo. Torino: Sirigu, Izzo, Bremer, Bonifazi, De Silvestri, Baselli, Rincon (al 72' Meite), Lukic, Aina (al 70' Berenguer), Zaza (all'82' Millico), Belotti. A disposizione: Rosati, Singo, Parigini, Djidji. All.: Mazzarri. Arbitro: Manzano (Spagna). Reti: Jimenez 29' (W), Belotti 57' (T), Dendoncker 59' (W). Spettatori: 29.222 paganti di cui 460 nel settore ospiti. Sconosciuto l'incasso. Note: Serata piacevole, temperatura mite, terreno in condizioni splendide. Ammoniti Baselli per proteste, Castro, Lukic e Bremer per gioco scorretto, calci d'angolo 6-4 per il Torino, recupero 1' pt, 4' st; il Torino è eliminato dall'Europa League 2019/2020, mentre il Wolverhampton, con il doppio successo sui granata, accede alla fase a gironi. Presenti al Molineux 460 sostenitori granata. Cronaca [Tratto da La Stampa del 30 agosto 2019] L'Europa del Toro finisce qua, o meglio, era finita giovedì scorso. L'Inghilterra del calcio è troppo avanti, anche se a contenderci il passo è una delle prime squadre alle spalle delle solite regine: questo deve suonare come un avvertimento, se ce ne fosse ancora il bisogno, per il nostro movimento e deve concedere ai granata l'onore delle armi. Stadi, atmosfera, prestigio: tutto rimandato perché, adesso, la missione del Toro deve essere quella di dare continuità a un'idea. Si cresce anche così, vivendo dentro partite come la doppia sfida con il Wolverhampton se, da 180' come questi, si capisce la lezione: fuori confine non c'è spazio per sbagliare una virgola e, soprattutto, occorre unire personalità a un modo di stare in campo intenso ed aggressivo. I ragazzi di Mazzarri hanno avuto delle pause e, fra queste, la dissoluzione, improvvisa, della difesa (quasi) di ferro per defezioni ancora poco comprensibili. Il futuro è già oggi, deve esserlo. E non solo per l'arrivo di Laxalt dal Milan (prestito con diritto di riscatto) o per il quasi arrivo di Kamano del Bordeaux, ma perché resettare in fretta quanto accaduto nell'ultima settimana può mettere i granata in una posizione privilegiata in campionato grazie a quel filo che lega la passata stagione a questa. Ora tocca al mercato. La faccia che presenta il Toro in avvio è quella giusta. C'è Baselli nel ruolo di trequartista, Zaza e Belotti fanno l'elastico, Izzo e Bonifazi ringhiano sulle caviglie di Jimenez o Diogo Jota: Mazzarri applaude, i granata affondano, anche se si perdono quando è il momento di concretizzare. L'atmosfera dentro alla casa dei Wolves è dai decibel altissimi perché, da queste parti, sentono l'appuntamento con la grande occasione: dopo quasi quarant'anni l'Europa è a un passo. La stella portoghese Ruben Neves si accomoda in panchina come accaduto al Grande Torino e, dal via, c'è la freccia Traore che tanto ha fatto tribolare la coppia Ansaldi-Meite all'andata: stavolta tocca a Lukic dare una mano a Bonifazi o Bremer, ma l'esterno di Espirito Santo è irrefrenabile. Il divario con la Premier. I primi, piccoli, squilli della notte sono racchiusi in un tiro da fuori di Baselli, in un colpo di testa di Bremer e in un lungo possesso palla granata che fa ben sperare. Ma dopo il tuffo di Sirigu per opporsi a Traore, ecco il colpo che segna un destino già in gran parte scritto: in mezzo all'area spunta la zampata di Jimenez a beffare il Toro e complicarne, terribilmente, i piani di rimonta. Nella seconda parte c'è spazio per l'orgoglio (il momentaneo 1-1 di Belotti) e per la nuova sbandata (il nuovo vantaggio di Dendoncker). Poi, il sipario sull'Europa, ma non sulla stagione. |
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