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Grande Torino
16/09/2019
h.20.45
TORINO - LECCE 1-2 (0-1)
Torino
: Sirigu, Izzo, Djidji, Bonifazi, De Silvestri (all'80' Laxalt), Baselli (al 72' Verdi), Rincon, Meite, Aina, Belotti, Berenguer (al 46' Zaza). A disposizione: Rosati, Ujkani, Bremer, Edera, Lukic, Lyanco, Millico. All.: Mazzarri.
Lecce: Gabriel, Rispoli, Lucioni, Rossettini, Calderoni, Tabanelli, Tachtsidis, Majer (all'81' Shakhov), Falco, Lapadula (al 63' Babacar), Farias (al 63' Mancosu). A disposizione: Vigorito, Dubicksas, Dumancic, Benzar, Gallo, La Mantia, Petriccione, Ricciardi, Vera. All.: Liverani.
Arbitro: Giua di Olbia.
Reti: Farias 35' (L), Belotti 58' rig. (T), Mancosu 73' (L).
Spettatori: 21.620 di cui 9.514 paganti per un incasso di 170.290 euro e 12.106 abbonati (dato definitivo) per una quota partita di 185.734 euro.
Note: Serata caldissima, terreno in buone condizioni, ammoniti Rossettini, Lucioni, Berenguer, Lapadula, Tabanelli e Rispoli, tutti per gioco falloso. Calci d'angolo 7-3 per il Torino, recupero 2' pt, 5' st, poi diventati 11' in seguito al consulto della Var da parte dell'arbitro Giua per un presunto fallo da rigore su Belotti a recupero quasi scaduto. Esordio stagionale per il neo acquisto Verdi, presenti all'Olimpico Grande Torino oltre 1.000 sostenitori del Lecce.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 17 settembre 2019]
La grande occasione si sgonfia dentro una notte senza luce e senza storia. Il Toro non raggiunge sulla vetta del campionato l'Inter perchè non gioca come dovrebbe e come aveva abituato, al netto di quei passaggi a vuoto ai quali la sconfitta con il Lecce si iscrive con pieno titolo. Anche se non è aggettivo nobile, la gara di Belotti e soci si può definire piatta: nelle idee e nella sua interpretazione. Il punto di partenza non può che essere nelle scelte, stavolta sbagliate, del tecnico Mazzarri: dare fiducia alla stessa squadra che ha battuto l'Atalanta due settimane fa si è rivelato un azzardo davanti ad un avversario bravo a chiudersi e bravissimo a ripartire. Caratteristiche radicalmente opposte a quelle dei ragazzi di Gasperini. "Chiedo scusa ai tifosi - dice Mazzarri - abbiamo sbagliato partita, sembravamo lontani parenti del vero Toro. Non esiste prendere il primo gol". La grande occasione poteva diventare a metà se, al 98', il giovane arbitro Giua avesse avuto la forza di concedere il secondo rigore al Toro per una trattenuta, apparsa evidente, di Rispoli su Belotti. "Commentate voi - ha aggiunto il tecnico granata - ma sono rigori tutti e due. Non dovevamo giocare così: sono deluso". Stessa squadra pre-sosta - Mazzarri gioca la carta della riconoscenza. Così, Belotti, improvvisamente, si scopre troppo solo là in mezzo perché Berenguer è leggero e, da dietro, nessuno alza il ritmo: il primo tempo è un passo indietro dei granata rispetto a quanto fatto vedere anche nelle occasioni meno allegre. Il Lecce di Liverani può galleggiare fra le linee senza particolari affanni ed il vantaggio di Farias a 10' dall'intervallo non è un colpo a sorpresa: davanti a Sirigu non c'è opposizione e i salentini affondano prima con Falco, poi con l'autore del vantaggio. Meglio i giocatori di Liverani - La notte del Grande Torino si fa in salita, ma in realtà non è mai stata in discesa: là in mezzo il pallone gira con molta fatica perché il Lecce è abile a togliere spazio e perchè i granata non lo sono altrettanto nel crearselo. I ragazzi di Mazzarri vivono di strappi, spesso inconcludenti e palese si manifesta la solitudine di chi, a turno, prova a piazzarsi nel cuore dell'area giallorossa. La prima metà della sfida boccia il Toro come raramente nella gestione in mano al tecnico toscano e lo fa perchè Belotti e compagni appaiono un gruppo con poca, pochissima aggressività e molte disattenzioni. Confusione nel recupero - Si riparte ed è un Toro diverso nella ripresa. C'è Zaza e Belotti punge: il Gallo va a segno dal dischetto dopo che Zaza si procura il rigore. Tocca a Verdi ed il debutto del colpo più dell'era Cairo cade nel momento peggiore: passa un minuto e la retroguardia granata si perde Mancosu, dopo che Sirigu respinge la saetta di Calderoni. Due reti subite (quasi) in fotocopia, due reti con la complicità della difesa. Nel finale regna la confusione, logica conseguenza di una partita strana per le abitudini di un Toro spuntato in troppi giocatori. Se la riconoscenza ha portato Mazzarri a disegnare così la formazione anti-Lecce, c'è da scommettere che domenica a Marassi contro la Sampdoria a decidere le mosse del tecnico saranno altre valutazioni. Questo esame di maturità è fallito.