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Dacia Arena |
20/10/2019 |
h.15.00 |
UDINESE - TORINO 1-0 (1-0) Udinese: Musso, Opoku, Ekong, Samir, Ter Avest (al 63' Becao), Mandragora, Jajalo (al 73' Walace), De Paul, Sema, Okaka, Lasagna (all'85' Nestorovski). A disposizione: Nicolas, Perisan, Sierralta, De Maio, Nuytinck, Fofana, Barak, Pussetto, Teodorczyk). All.: Gotti. Torino: Sirigu, Izzo, Nkoulou, Lyanco, Ansaldi, Baselli, Rincon, Lukic (al 63' Zaza), Laxalt (all'84' Millico), Verdi (al 60' Iago Falque), Belotti. A disposizione: Rosati, Ujkani, Bonifazi, Meite, De Silvestri, Djidji, Aina, Bremer. All.: Mazzarri. Arbitro: Abisso di Palermo. Reti: Okaka 42'. Spettatori: 24.049 di cui 10.178 paganti e 13.871 abbonati per un incasso di 70.464 euro. Note: Pomeriggio soleggiato, temperatura gradevole, terreno scivoloso sebbene complessivamente in discrete condizioni. Nell'Udinese siede in panchina il vice Gotti in sostituzione dello squalificato Tudor. Calci d'angolo 6-4 per l'Udinese, recupero 0' pt, 4' st. Presenti alla Dacia Arena circa 250 sostenitori del Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 ottobre 2019] Dopo la sosta va così: brutto, bruttissimo scivolone con il Lecce, pessima figura qua a Udine. Il Toro non sa più reggere il peso dei viaggi lontano dal Grande Torino e non sa come scrivere il proprio copione quando c'è da affrontare una squadra messa peggio in classifica e lontana tecnicamente da quello che è, o dovrebbe essere, il valore dei granata. Riuscire a far giocare male gli avversari è una dote, ma non la dote per cercare qualcosa di più prestigioso e nobile: questo sembra essere il punto di forza e, allo stesso tempo, il punto di debolezza dei ragazzi di Mazzarri. Quattro sconfitte nelle prime otto uscite di campionato è un passo all'indietro ingrombrante se è vero che per far peggio bisogna scomodare la stagione 2008/09 quando i granata ne persero una in più. Film già visto. Il racconto di quanto accaduto in Friuli assomiglia ad un film già visto. Avvio lento e prevedibile, con un giro del pallone sterile fino alla noia: l'Udinese dopo nemmeno due minuti potrebbe essere già davanti se non fosse per l'errore (clamoroso) di Okaka a porta vuota, dopo che Sema aveva centrato il palo. Il Toro è ostaggio della timidezza e della poca convinzione, così anche la squadra meno prolifica fra i cinque campionati top in Europa assume le sembianze di un gruppo di famelici attaccanti: Sirigu vola a chiudere la porta, Okaka lo beffa quasi allo scadere del primo tempo. Nella seconda parte qualcosa si muove, ma è poco. Mazzarri gioca con i numeri ed il Toro si scopre con un modulo spregiudicato: 4-4-2 in fase difensiva, 4-2-4 in quella offensiva perché Zaza entra a far coppia con Belotti e Iago Falque, sostituito Verdi, si sistema alto a destra ed Ansaldi a sinistra. Risultato? Due conclusioni di Zaza, una di Belotti. Un'ora sprecata. Finisce male la tappa di Udine. E la classifica piange. Questione fisica o di testa? Entrambe. I granata sono in campo da fine luglio e si sente, ma se capisci di non poter vincere o fare quello che vorresti, occorre portarsi in dote pazienza ed equilibrio per limitare i danni in attesa di tempi migliori. Le gambe non girano, la testa non è libera e la frittata è servita. "Occorre stare zitti e pedalare. Le altre fanno punti, noi no", dice Rincon. Per Mazzarri "sarebbe stato più giusto un pareggio: a loro il primo tempo, a noi il secondo", racconta. Ma non siamo d'accordo perché il Toro ha sprecato un'ora prima di capire che cosa fare e non è la prima volta. Tre gare decisive. Il futuro, adesso, si chiama Cagliari, squadra fresca e pungente che arriverà al Grande Torino forte del quinto posto: un esame anche per lo stesso Mazzarri, prima della trasferta in casa Lazio e del derby del 2 novembre. Il presidente Urbano Cairo è deluso, quando le cose vanno male è giusto, e logico, riflettere su tutto e su tutti. Il valore del Toro, rispetto ad un anno fa, si è innalzato: tre sconfitte di fila fuori casa (Sampdoria, Parma e Udine) lasciano il segno. |
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