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Marassi
30/11/2019
h.18.00
GENOA - TORINO 0-1 (0-0)
Genoa
: Radu, Ghiglione (al 46' Ankersen), Romero, Biraschi, Pajac, Schone, Cassata, Sturaro (all'82' Gumus), Pandev, Favilli (al 66' Pinamonti). A disposizione: Marchetti, Barreca, Cleonise, Criscito, Goldaniga, Jagiello, Jandrei, Radovanivic, Saponara. All.: Thiago Motta.
Torino: Sirigu, Izzo, Nkoulou, Bremer, De Silvestri, Baselli (al 63' Meite), Rincon, Ansaldi (al 69' Laxalt), Lukic, Berenguer, Verdi (all'87' Edera). A disposizione: Ujkani, Rosati, Aina, Bonifazi, Buongiorno, Djidji, Millico, Parigini, Zaza. All.: Mazzarri.
Arbitro: Massa di Imperia.
Reti: Bremer 77'.
Spettatori: 20.508 di cui 18.872 abbonati e 1.636 paganti per un incasso di 212.016 euro.
Note: Serata fredda, leggero vento di tramontana, terreno in discrete condizioni; Espulso Edera al 94' per doppia ammonizione, entrambe per gioco falloso, ammoniti Bremer, Baselli, Sturaro ed Agudelo, tutti per gioco falloso. Calci d'angolo 6-4 per il Genoa, recupero 1' pt, 4' st, poi diventati 5' e 30'' in seguito all'espulsione di Edera e i crampi patiti da Rincon. Presenti al Ferraris un migliaio di sostenitori granata; per il Genoa, sonori fischi al termine della gara da parte del proprio pubblico. Dopo Bonifazi, Izzo e Ansaldi, Bremer, al primo gol in maglia granata, è il quarto difensore ad andare in rete nel Torino in questo campionato.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 1 dicembre 2019]
Senza Belotti e non per scelta. Senza Zaza perché "gioca chi è più utile. E d'ora in avanti basta gerarchie", spiega Mazzarri. E non senza un po' di buona sorte quando arriva il quarto d'ora di nebbia e il Genoa centra prima la traversa e poi il palo. Il Toro passa a Marassi così, con un disegno tattico diverso e cangiante (difesa a quattro, linea d'attacco variabile) e con qualcosa che ricordi i tempi belli: l'aggressività e, soprattutto, l'andare a togliere il fiato agli avversari fin dalla rimessa del portiere si può fare solo se la testa e le gambe girano e averlo fatto per lunghi tratti del duello non può che suonare come un segnale positivo. Attenzione in campo. Dentro a questo frullatore che non significa guarigione granata, ecco spuntare l'episodio salvifico: Bremer anticipa Sturaro sul calcio d'angolo di Verdi e beffa Radu e l'intero stadio a meno di quindici minuti dal sipario. "Abbiamo vinto perché siamo stati squadra. Questa è la terza volta che non subiamo gol dopo le gare con il Napoli e il Brescia: non subisci gol - sottolinea Mazzarri - se la fase difensiva parte alta, molto alta e, qua, l'abbiamo fatto perché c'è maggiore sicurezza e brillantezza". Il Toro sorride di nuovo e dopo il blitz contro Balotelli e soci di tre settimane fa, un sorriso arrivato al termine di un duello non certo esaltante, ma vissuto con l'attenzione che serve per avere la meglio in partite "sporche". Là davanti. Berenguer e Lukic si sono sdoppiati all'improvviso (Belotti ha provato il recupero fino all'ultimo) e lo hanno fatto a metà: bravi nell'impegno, meno nel dare concretezza alla manovra. Verdi ha cambiato pelle, chiamato a muoversi come esterno di centrocampo in una posizione che richiede sacrificio e dedizione: la generosità gli ha fatto superare la prova in attesa che la mira migliori e la fiducia lo porti a tentare la verticalizzazione o la conclusione giusta. "Il gol? Ringrazio Dio". Il Toro ringrazia Bremer, Bremer pensa alla causa di tutti. "Per un difensore è sempre meglio badare a non prendere gol, stavolta ho segnato: ringrazio Dio..", precisa. I granata hanno l'obbligo di vivere alla giornata, ma con intensità fuori dal comune ogni suo momento. "Testa bassa e pensieri alla Fiorentina: non abbiamo fatto niente", così Mazzarri. Senza Belotti (e con Iago Falque fuori da un bel po') non è facile portare gli episodi dalla propria parte. Se poi ci si mette uno Zaza meno utile del solito e per questo in panchina, allora il bicchiere del viaggio a Marassi può apparire quasi mezzo pieno.