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Bentegodi |
15/12/2019 |
h.12.30 |
HELLAS VERONA - TORINO 3-3 (0-1) Hellas Verona: Silvestri, Rrahmani, Kumbulla, Gunter, Faraoni, Amrabat (al 63' Pazzini), Veloso, Lazovic, Zaccagni (al 46' Verre), Di Carmine (al 46' Stepinski), Pessina. A disposizione: Radunovic, Adjapong, Berardi, Bocchetti, Danzi, Empereur, Henderson, Tutino, Weslej. All.: Juric. Torino: Sirigu, Izzo, Nkoulou, Bremer, Aina, Baselli (all'86' Meite), Rincon, Ansaldi, Verdi (al 78' Lukic), Zaza, Berenguer (al 74' Belotti). A disposizione: Rosati, Ujkani, De Silvestri, Djidji, Laxalt, Millico. All.: Mazzarri. Arbitro: La Penna di Roma. Reti: Ansaldi 36', 61' (T), Berenguer 54' (T), Pazzini 69' rig. (V), Verre 76' (V), Stepinski 84' (V). Spettatori: 14.612, di cui 10.729 abbonati e 3.883 paganti per un incasso di 170.550,80 euro. Note: Giornata fredda, terreno in condizioni accettabili sebbene presenti rimbalzi irregolari e il fondo sia leggermente molle; ammoniti Amrabat per proteste, Gunter, Bremer e Veloso per gioco falloso, calci d'angolo 6-3 per il Verona, recupero 2' pt, 5' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 16 dicembre 2019] Di normale dentro la sfida di Verona c'è molto poco. Non lo è il tempo della rimonta dei ragazzi di casa perché segnare tre gol in quindici minuti è di per sé un'impresa per chi lo fa e un'onta per chi li subisce. Poco normale è, però, anche il modo in cui il Toro ha vissuto la sua fatica sino a poco meno di venti dal sipario: poco normale perché vedere giocare così liberi di mente e leggeri di gambe i granata poteva sembrare un'utopia solntanto un mese e mezzo fa. Errori individuali. Se la rilettura parte del fondo, ecco dominare il rosso per la rabbia di Mazzarri e il rosso per gli errori, soprattutto individuali, che hanno cambiato la storia del duello. Mazzarri non si dà pace. Non se l'è data al termine del pirotecnico 3-3 e non se la darà ancora per chissà quanto tempo ancora: "Sono il primo a dire alla squadra che si può festeggiare, forse, sul 3 a 0, ma a cinque minuti dalla fine. Ieri ho festeggiato io per primo dopo la rete di Ansaldi nel secondo tempo: d'ora in avanti farò il pazzo, sempre. Questi due punti buttati via peseranno, sono arrabbiato nero". Il peso di quanto lasciato a Verona lo capiremo già sabato quando al Grande Torino arriverà la Spal per l'ultima recita dell'anno. Ma il peso specifico di quelle linee difensive saltate sul più bello al Bentegodi potrà essere valutato soltanto al termine dell'avventura in corso. Brillantezza ritrovata. L'anormale sida dell'ora di pranzo ha detto anche di una guarigione, quella granata, di fatto compiuta per intensità e movimenti giusti dei suoi interpreti, sempre al netto dei passaggi a vuoto finali. Piccoli passi a Genova contro i rossoblu, qualcosa di meglio una settimana fa contro la Fiorentina e, adesso, salto in avanti. "Fino al rigore ho visto la versione più bella della mia squadra da quando sono qua: i nostri problemi - racconta Mazzarri - erano in gran parte legati alla brillantezza da trovare. L'abbiamo ritrovata". Più brillante è, ormai, Verdi. Più continuo Zaza che se fatica a giocare in coppia con Belotti, non altrettanto fa come punto di riferimento quando serve far rifiatare la squadra o allargare la manovra per gli inserimenti sulle fasce. Brillantezza e disattenzioni: alla fine una via di mezzo. Segna Ansaldi, raddoppia Berenguer, ancora Ansaldi e il Toro vola prima di cadere sotto i colpi del redivivo Pazzini (non segnava in A dall'ottobre 2017), Verre e Stepinski. Il verdetto è un pugno allo stomaco perchè un gruppo abizioso non può sbandare così, ma lo stesso verdetto per come è stato costruito è una buona dise di positività vista l'aria che si respirava attorno ai granata prima del viaggio a Brescia. Mai il Toro nella sua storia in A era stato raggiunto da un vantaggio di tre gol per un pari o una sconfitta e mai il Verona era riuscito a recuperare uno svantaggio tale. Ieri di normale3 c'è stato davvero poco. |
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