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Delle Alpi |
21/04/1991 |
h.16.00 |
TORINO - PISA 1-0 (0-0) Torino: Marchegiani, Annoni, Sordo, Fusi, Baggio, Cravero, Lentini, Romano, Bresciani, Martin Vazquez, Skoro (all'89' Carillo). A disposizione: Tancredi, Delli Carri, Mezzanotti, Brunetti. All.: Mondonico. Pisa: Simoni, Chamot, Lucarelli, Larsen, Calori, Bosco, Neri, Simeone (all'81' Dianda), Padovano, Dolcetti, Fiorentini (al 73' Moretti). A disposizione: Lazzarini, Marini, Argentesi. All.: Giannini. Arbitro: Magni di Bergamo. Reti: Cravero 59'. Spettatori: 31.327 di cui 22.072 abbonati e 9.255 paganti per un incasso di 218.312.000 lire. Note: Ammoniti Fiornetini, Chamot, Fusi, Sordo, Cravero, Simeone, Romano, Lucarelli e Skoro, calci d'angolo 4-3 per il Pisa. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 aprile 1991] Valer per il successo che il Torino ha ottenuto (1-0) sul Pisa il vecchio consiglio che non bisogna preoccuparsi troppo delle apparenze se nella sostanza si è ottenuto ciò che si voleva. I granata, ieri, avevano l'unico obiettivo di vincere e perfezionare l'aggancio alla zona Uefa che rischia di rivelarsi più stretta di quanto persino gli inguaribili ottimisti: ci sono riusciti, adesso si trovano al quarto posto alla pari con il Genoa, il Parma e soprattutto la Juventus, in un'ammucchiata insolita che mescola provincia e nobiltà. E' inutile andare oltre. E' inutile scavare nella fatica che si nasconde dietro l'unico golletto realizzato da Cravero al 59', anche se si potrebbe trarre presagi inquietanti da un parto così difficoltoso. Ormai si è capito che Mondonico dovrà gestire questo finale arroventato inventando un balletto senza punte, perché si è spenta la lucina di Bresciani mentre Skoro procede al solito a strappi, senza incidere mai. Lo jugoslavo, nel finale, è pure scivolato sul pallone e si è infortunato al ginocchio destro, per completare l'opera. Ma è Bresciani che stupisce chi ne aveva ammirato le qualità di uomo-gol, al punto di chiedersi perché Mondonico lo avesse utilizzato soltanto a spizzichi nella prima parte di campionato. La sua crisi è profonda: ha una spalla a pezzi, una caviglia in disordine e nell'animo la sensazione che l'anno prossimo dovrà rifarsi la vita da un'altra parte. Siccome il ragazzo non può puntare sul fisico, quando non lo sorregge l'ispirazione, il syuo contributo diventa impalpabile: Bresciani si aggira per l'area, sballotatto come un uccellino, e i compagni faticano a trovarlo. Il problema più per il Torino è stato proprio nell'adattarsi ad un gioco di attacco al quale mancavano i punti di riferimento. A sinistra poi, non c'era la spinta che di solito fornisce Policano. Mondonico dopo una decina di minuti tentava un rimedio spostando su quella fascia Lentini e lasciando a Sordo il compito di spingere sulla destra. L'escamotage produceva un certo effett, soprattutto per la buona vena di Lentini, ma non era il solito Toro. Il Pisa per tutto il primo tempo ne ha approfittato, facendosi anzi baldanzoso con il passare dei minuti. Con padovano lasciato solo in avanti a fare il guastatore e un centrocampo infoltito ed attento, i toscani si sono resi conto subito che il loro non sarebbe stato un pomeriggio di paura e che potevano giocarsela alla pari, senza rischiare troppo. Purtroppo per loro lasciano a Torino quasi tutte le speranze di salvezza, si sono imbattuti nel vero ritorno di Martin Vazquez, dopo il rodaggio con il Napoli e con la Juve. Lo spagnolo ha cominciato l'incontro con il passo di un malato di sciatica che non rinuncia al tocco presuntuoso. Ma, a partire dalla mezz'ora, dopo uno slalom fra tre uomini, concluso con un cross invitante in piena area, è cresciuto in sicurezza. D'incanto Vazquez ha trovato il ritmo e le giocate giuste, ha preso il Torino per mano e la squadra è cresciuta attorno a lui. Giannini, che gli aveva affiancato il giovane argentino Simeone, non ha trovato il modo di arginarlo e per il Pisa la situazione si è subito complicata. Al 34' Skoro ha cercato l'assist vincente come gli era riuscito nel derby: Cravero, dal limite dell'area ha toccato però debolmente, di piatto. Quasi un appoggio a Simoni, che tre minuti dopo ha dovuto prodursi nell'intervento più difficile: su un lancio preciso di Martin Vazquez, Romano ha saltato il portiere pisano ma, al momento di calciare in porta, una mano di Simoni è arrivata a smorzare la potenza del tiro. Bosco ha potuto respingere. Nel finale del tempo il Pisa ha comunque mantenuto una certa iniziativa, arrivando al tiro prima con Simeone, e poi con l'ex juventino Dolcetti nel recupero. Nulla di pericoloso, comunque. La ripresa comincia allo stesso modo. Chamot e Calori controllano senza troppa fatica Bresciani e Skoro, a centrocampo si distingueva per dinamismo e per confusione il danese Larsen. Insomma il Pisa tiene. Il primo campanello d'allarme suona tuttavia al 53', quando Lentini devia fuori, di testa, un cross di Martin Vazquez. Quattro minuti dopo, il gol: ancora un traversone dello spagnolo dalla destra, respinge un difensore e Cravero da fuori area calcia di controbalzo. Simoni è forse coperto e viene sorpreso. A quel punto la partita si fa più agevole per i granata, che pure non riescono quasi mai a concludere il contropiede con pericolosità. Può scapparci il raddoppio al 70', su un tiro sballato di Annoni, che Simoni va a deviare proprio sotto la traversa. E all'83' Skoro viene sbilanciato mentre si avvia, solo, verso la porta dopo un dribbling ubriacante: Magni, prodigo di ammonizioni (nove), non fischia neppure la punizione, regalando un'altra testimonianza della crisi di vocazioni che travaglia il settore arbitrale. Se Casarin deve affidarsi ancora a gente così incerta e imprecisa significa che gli mancano gli uomini. O il coraggio per disfarsi di certe eredità. |
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