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Delle Alpi
12/01/1992
h.14.30
TORINO - ATALANTA 1-1 (1-0)
Torino
: Marchegiani, Bruno, Policano, Fusi, Annoni, Cravero, Scifo, Lentini, Casagrande (all'82' Benedetti), Martin Vazquez (al 46' Sordo), Venturin. A disposizione: Di Fusco, Mussi, Bresciani. All.: Mondonico.
Atalanta: Ferron, Porrini (al 71' Piovannelli L.), Pasciullo, Bordin, Bigliardi, Strömberg (al 40' Valentini), Perrone, Nicolini, Bianchezi, Caniggia, Minaudo. A disposizione: Malgioglio, Cornacchia, Sottili. All.: Giorgi.
Arbitro: Bazzoli di Merano.
Reti: Policano 45' (T), Piovannelli L. 83' (A).
Spettatori: 30.680 di cui 26.060 abbonati e 4.620 paganti per un incasso di 126.613.000 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 gennaio 1992]
Quando sembrava che statistiche e cabale favorevoli all'Atalanta fossero saltate in aria grazie a un colpo di testa di Policano, ecco che Piovanelli, l'infallibile jolly pescato dal mazzo della panchina, ha smorzato il sorriso dei tifosi granata per confermare il micidiale cinismo dei bergamaschi in trasferta. Verrebbe la tentazione di accusare il Torino di masochismo, un modo molto singolare di negarsi al successo quando questo sembra un evento scontato. E il pensiero è corso di nuovo a Marassi, quando otto giorni fa i granata si sono lasciati sfuggire dalle mani, come fosse una saponetta, un risultato ormai acquisito. Però mentre contro il Genoa la prova globale degli uomini di Mondonico è stata più che soddisfacente, contro l'Atalanta questi hanno a tratti innestato marce decisamente più basse e il viaggio è risultato meno spedito e più difficoltoso. E in questa palese discontinuità granata ha giocato un ruolo importante l'Atalanta, che dispone di tanti elementi rapidi, dunque capaci di arrivare 8 volte su 10 in anticipo sul pallone e, di conseguenza, risultare pericolosi nel gioco di rimessa. Nonostante tali difficoltà oggettive, il Torino è riuscito a procurarsi più di uno spiraglio nella difesa avversaria, tanto che al 45' e con uno schema inconsueto, visto di solito opera per vie esterne, Policano è andato a cercarsi gloria in mezzo, dove ha deviato un pallone calibratogli da Bruno. Nell'episodio taluni hanno riscontrato un segno del destino, poiché sei minuti prima era uscito Stromberg (stiramento), un caterpillar che aveva spazzato con profitto l'area di competenza. Ma il calcio è bello anche per questi dettagli del tutto imprevedibili. Il primo tempo, che ha offerto su piatti d'argento occasioni prelibate a Caniggia (12'), a Venturin (28') e a Bianchezi (44'), ha scaldato a tratti, non è stato un fuoco perennemente acceso, è sembrato piuttosto una scatola di cerini che, di tanto in tanto, hanno sprigionato faville. Quello che avrebbe potuto bruciare l'Atalanta, è stato acceso appunto da Policano. Nel secondo tempo la partita è stata più saporita e si è trasformata in un piatto da gustare momento dopo momento. Arnioni, dopo qualche difficoltà iniziale su Caniggia, ha trasformato il figlio del vento in un refolo d'aria, mentre Bruno, al rientro dopo la squalifica, non ha impedito a Bianchezi di compiere molto movimento, ma gli ha consentito soltanto rari spazi vitali. La rapidità ha messo l'Atalanta in posizione di vantaggio, e il continuo incrociarsi di Perrone, Nicolini, Bordin e Minaudo con Bianchezi e Caniggia ha creato disagi al centrocampo granata, alimentato nel 1° tempo da Martin Vazquez (era stato il migliore), calibrato dal lucido Venturin e da Fusi, ma incostante con Scifo, più impreciso e meno personalizzato del solito, anche se dal suo piede sono partite un paio di palle importanti per Casagrande. Il brasiliano non è un fulmine e necessita del sostegno di una spalla rapida (Bresciani è però indisponibile), soprattutto quando Lentini è lontano dal top della forma. Nel secondo tempo, Vazquez (stiramento) è stato sostituito da Sordo, che ha creato immediati fastidi a Ferron, prima di spegnersi a poco a poco. Nell'Atalanta, alla ricerca del gol che le avrebbe permesso di allungare l'imbattibilità a Torino (dura da 12 anni) e in questo campionato (8° risultato utile consecutivo in trasferta), si era appena lacerato qualche tessuto. Casagrande avrebbe potuto e dovuto sferrare il colpo del ko al 65', quando ha evitato Ferron facendosi però ribattere da Minaudo la traiettoria diagonale. Segno del destino? Non sappiamo, non lo saprà mai nessuno. Come sarà difficile stabilire se rientra negli eventi casuali la rete messa a segno da Piovanelli all'83', proprio due minuti dopo che Mondonico aveva fatto entrare Benedetti per ristabilire gli equilibri nei confronti di un'Atalanta che dal 70' giocava con tre punte. Una cosa è però certa, quando è andato incontro alla palla Piovanelli è stato ignorato: Benedetti doveva prendere in consegna Bigliardi poiché l'azione scaturiva da un corner, mentre Policano non si è occupato dell'atalantino come avrebbe dovuto. E un altro punto è stato gettato al vento.