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Delle Alpi
10/04/1993
h.15.30
JUVENTUS - TORINO 2-1 (1-1)
Juventus
: Rampulla, Torricelli, De Marchi, Baggio, Kohler, Julio César, Di Canio, Conte, Ravanelli (al 67' Vialli), Baggio, Casiraghi (al 57' Möller). A disposizione: Trombini, Carrera, Marocchi. All.: Trapattoni.
Torino: Marchegiani, Bruno (all'82' Poggi), Mussi, Fortunato, Annoni, Fusi, Sordo (al 4' Sergio), Casagrande, Aguilera, Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Sottil, Silenzi. All.: Mondonico.
Arbitro: Amendolia di Messina.
Reti: Conte 9', 81' (J), Aguilera 28' (T).
Spettatori: 47.277, di cui 9.873 paganti per un incasso di 391.380.000 lire e 37.405 abbonati per una quota partita di 888.542.352 lire .
Note: Ammoniti Ravanelli e Sergio.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 aprile 1993]
La logica della spartizione è entrata quest'anno pure nei derby: al Toro quelli di Coppa, alla Juve quelli di campionato che potrebbero risultare determinanti per l'accesso in Uefa. Tutti contenti? Non proprio. Ci chiediamo ad esempio cosa pensi Mondonico di un Toro tanto moscio da consegnarsi alle giocate individuali di Madama e da eleggere Conte a uomo del giorno. Probabilmente i granata pensavano di trovarsi in credito con la qualificazione in Coppa Italia, ma questo è un ragionamento da pigmei, un'abdicazione dal ruolo di grande squadra. Diremmo persino un tradimento per i quattromila inguaribili che avevano accettato di farsi chiudere in una gabbia pericolosissima al fianco della curva Maratona, pur di non mancare all'appuntamento con il derby. La Juve ha vinto e il 2-1 può esprimere una piccola superiorità, quasi uno sprint spuntato d'un soffio a 9' dalla fine. Ma l'animus bianconero è stato vincente. Direbbe Mondonico, rinnovando un vecchio stereotipo, che la Signora ha giocato da Toro. Trap ha sfoderato il realismo dei momenti cruciali, quando serve la salute più dei nomi e ha tenuto in panchina Vialli perché rifiatasse e si tenesse pronto al finale, quando sul Toro avrebbe potuto calare la stanchezza. Un piano ben riuscito. All'inizio invece ha gettato in campo i guastatori, Ravanelli e Casiraghi, gente un po' greve di piede ma animosa e tosta pure nei gomiti. Dopo 2' Sordo si è ritrovato spiaccicato a terra con un occhio gonfio per il contrasto di De Marchi e Casiraghi: il Toro, come il suo centrocampista, ha cambiato la fisionomia. Mondonico ha dovuto spostare Mussi sulla destra e immettere Sergio a sinistra, con il risultato di avere poca spinta dalle fasce. La Juve ha preso il sopravvento, gettandosi alle spalle mesi di timidezza e di una condizione atletica sfiorita. Primi ad arrivare sulla palla, i bianconeri hanno trovato il gol al 10'. Sul colpo di testa di Casiraghi la difesa granata si è aperta come il Mar Rosso davanti a Mose: soltanto Fusi si è gettato su Conte, che ha vinto il contrasto e ha calciato nell'angolo alto, complice un tocco ininfluente di Annoni. La Juve avrebbe potuto segnare già prima, con Casiraghi, e dopo, al 24', ancora con Conte smarcato nella prateria dei torinisti disattenti. Sarebbe stata la fine. Ma dal momento che il Toro ha molte vite e la Signora non nega a nessuno di usarle ecco al 28 l'1-1 di Aguilera, più lesto di Torricelli a controllare e calciare un pallone sceso a campanile. Era la quarta volta che i granata rimontavano lo svantaggio nel derby. Con Roberto Baggio anonimo dietro alle due punte, il gioco della Signora aveva il proprio sbocco in Di Canio e in Conte. Quello del Toro filava attorno a Scifo, molto impreciso però. Sullo slancio si arrivava a un episodio sospetto, con Aguilera fermato al 31' per un fuorigioco molto dubbio. Poco comunque da annotare, il calcio spettacolo non abita più qui. Ma restava nella Juve la voglia di emergere. Quando Vialli s'è alzato dalla panchina, si è capito che il Trap cercava l'altra soluzione, quella della velocità e di un gioco più vario. Nel frattempo era già entrato Moeller per Casiraghi, i connotati dell'attacco bianconero si stravolgevano senza che il Toro prendesse le contromisure. Annoni saltava da una marcatura all'altra, Poggi, l'uomo dei derby di Coppa restava in panchina, anche se avrebbe potuto far più di Casagrande. Dallo spunto di Vialli nasceva il gol decisivo e il grande interrogativo: era la testa nobile del Divin Codino o il piede plebeo di Conte a siglare il quarto derby dell'anno? Propendiamo, come l'arbitro, per Conte. Dettagli comunque. La realtàè che il Toro esce dalla zona Uefa e ci entra la Juve. E dicevano che era un derby inutile.